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Senza auto blu non si passa: Bobo Giachetti appiedato dai vigili

Succede a piazza della Bocca della Verità. Il vice presidente della Camera ha raccontato l'episodio su facebook. Il comandante Clemente: "Il verso delle cose sta cambiando. Il sindacato Sulpl plaude agli agenti

Ha rinunciato all'auto blu ed ha scelto di rappresentare il popolo italiano girando in città con un motorino. Lui è Roberto 'Bobo' Giachetti ed è il vice presidente della Camera, nonché renziano. Come i seguaci del premier rottamatore ha fatto del motto 'cambia verso' uno stile di vita. E proprio partendo dallo slogan renziano parte per denunciare quanto accaduto nel giorno della Liberazione, mettendo però a segno un clamoroso autogol. Già perché se Giachetti voleva dimostrare come il suo gesto, quello di rinunciare all'auto blu, venisse punito dai vigili, i suoi seguaci sul social network di Zuckenberg hanno letto lo sfogo come una richiesta di privilegi.

"Altro che cambia verso", scrive sul suo profilo facebook Giachetti. "Questa mattina (venerdì 25 aprile, ndr) prendo la moto per recarmi a Piazza Venezia per rappresentare la Camera dei Deputati alla celebrazione per il 25 Aprile con il Presidente della Repubblica. Arrivo a Piazza della Bocca della Verità e c'è un blocco dei vigili urbani. Mi accosto ed educatamente dico loro: buongiorno sono il vicepresidente della Camera e dovrei andare a Piazza Venezia per la cerimonia con il Presidente della Repubblica. Risposta del primo vigile: qui possono passare solo auto di servizio, lei con la moto privata no. Provo a replicare:si ma guardi io ho rinunciato all'auto di servizio giro solo ed esclusivamente con la mia moto. Insorge il secondo vigile: e ha fatto male, se vuole va a piedi qui passano solo le auto di servizio. Così solo per raccontare come vanno le cose in questo meraviglioso Paese".

In tanti hanno letto questo attacco come una "protesta" contro la durezza dei vigili. Non il Comandante Generale della Polizia locale di Roma Capitale che intervenendo su facebook ha stemperato i toni: "Caro Roberto, ho appena comunicato al Comandante del I gruppo le tue parole: "ho cercato di raccontare quest'episodio con un sorriso". Io credo che quel che è capitato oggi sia in fondo una piccola testimonianza di quanto in realtà il verso delle cose stia cambiando. Il Vice Presidente della Camera, dichiarato il suo impegno istituzionale ha parcheggiato la sua moto ed ha raggiunto a piedi l'altare della patria. I due Vigili ,dal canto loro, non hanno avuto timore ad osservare, anche in maniera rigida , le loro consegne. Il tutto è stato da te raccontato appunto con un sorriso. Credo, forse senza sbagliarmi, che questo piccolo episodio testimoni, sopratutto grazie a te".

Tanti gli attacchi a Giachetti però e, per una volta, tanti i complimenti agli agenti della Polizia Locale. Il Sulpl, sindacato unitario lavoratori polizia locale, ha voluto rispondere direttamente alla discussione: "Se si decide di andare coi propri mezzi, cosa apprezzabile, se ne godono oneri ed onori. I colleghi hanno operato correttamente in quanto il veicolo diviene privato. Una bella bicicletta o l'autobus avrebbero consentito al "vicepresidente" di arrivare in tutta tranquillità sul luogo dell'evento. Essere vicepresidente non La autorizza a passare con il rosso, ad usare il telefonino, a parcheggiare sui marciapiedi ed a guidare in stato di ebbrezza. E' il codice della strada. Approvato dall'istituzione che Lei rappresenta. Piuttosto La esortiamo ad accelerare l'iter della riforma della legge quadro della Polizia Locale che consentirebbe di migliorare il servizio reso ai cittadini da migliai di operatori della sicurezza urbana. Con cordialità".

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