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Ama, maxi gara da 188 milioni di euro per rifiuti indifferenziati e scarti

Nel bando anche i rifiuti che oggi vengono trattati negli impianti Tmb di Colari

All in. Ama rischia il tutto per tutto e decide di bandire una maxi gara da 188 milioni per smaltire non solo i rifiuti prodotti dai Tmb di via Salaria e Rocca Cencia, ma anche quelli che escono dai Tmb del Colari. Un bando rischia tutto, nel quale ci sono anche i rifiuti indifferenziati (oltre agli scarti, alla fos e al cdr uscita dai Tmb di Ama) che oggi vengono trattati negli impianti Tmb di Colari. Un importo più alto rispetto alla gara andata deserta di recente e con una durata più breve. 

Obiettivo, spiega il direttore operativo dell’Ama Massimo Bagatti è quello di "individuare soggetti che possano sopperire a questa carenza che noi abbiamo e che non dipende da Ama stessa ma da un problema di pianificazione". 

La maxi gara viene così spiegata: "Trovare da allocare 500mila tonnellate di indifferenziato e scarti ha una complessità più ampia – ha spiegato il dirigente – per questo abbiamo pensato di fare un tipo di gara strutturata con un contratto quadro che ci possa consentire di allocare i materiali a seconda della nostra necessità. La gara è stata definita la settimana scorsa e nelle prossime settimane partirà l’iter".

La gara "da 188 milioni – ha spiegato – prevede più flussi con dentro l’indifferenziato e gli scarti che esulano dai mostri impianti di trattamento meccanico. Auspichiamo che, per come è configurata, questa gara possa essere più appetibile di altre. Il nostro auspicio è la messa in sicurezza dell’indifferenziato".

Una gara importante con la quale Ama e l'amministrazione grillina provano a sottrarre spazio al monopolista Colari, controllato ora da commissario Palumbo per effetto dell'interdittiva antimafia confermata a Cerroni. Le offerte dovranno pervenire entro 60 giorni e in autunno l’Ama assegnerà i primi lotti ai vincitori, sperando di risparmiare rispetto alla base d'asta.

Tempi incerti per i quali Bagatti ha già annunciato la rinnovata necessità di soluzioni transitorie. "Dovremo trovare soluzioni che la legge ci consente per andare anche all'esterno della Regione: in primis si applica il principio di prossimità per i rifiuti indifferenziati attraverso un accordo interregionale; nel caso invece di scarti e flussi di rifiuti che possono andare in altri impianti andiamo a fare una trattativa nelle more di quell’accordo quadro della gara". 

Attualmente questi rifiuti vengono smaltiti fuori città a Frosinone, Latina, Viterbo, in Abruzzo e a breve anche in Puglia. In Abruzzo lo smaltimento è però in scadenza (Montanari aveva annunciato il rinnovo qualche settimana fa) ed anche a Frosinone non sembra esserci terreno fertile per continuare. Domenica il governatore Zingaretti aveva esortato la sindaca Raggi, in qualità di presidente della Città Metropolitana, ad indicare le aree per gli impianti.

L'obiettivo, spiegava Zingaretti è portare Roma a chiudere il proprio ciclo di rifiuti nel proprio ambito territoriale. Ieri però il Comune ha rispedito al mittente la richiesta: "Roma Capitale non ha il compito di individuare alcun sito per la collocazione degli impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti, e tra questi anche la discarica, nell'ambito del piano rifiuti che la Regione stilerà", ha spiegato in commissione capitolina Ambiente il direttore della direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del dipartimento Tutela ambientale di Roma Capitale, Laura D'Aprile.

Nel frattempo il piano della giunta Raggi, quello targato Pinuccia Montanari, va avanti. Ieri la stessa assessora ha fornito un dato che darebbe la differenziata in aumento di due punti percentuale. Ricordiamo l'obiettivo prefissato che è quello del 70% nel 2021. Previsti anche nuovi impianti. In Regione la richiesta di autorizzazione per quelli di compostaggio di Casal Selce e Cesano. Ancora da definire invece gli altri impianti - comunque marginali - per lo smaltimento di materassi e pannolini.
 

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