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Frongia verso l'archiviazione, ma all'assessore autosospeso ora manca la fiducia di Raggi e Di Maio

Il nodo politico da sciogliere sta tutto nei tempi di comunicazione dell'avviso di garanzia

L'indagine a carico di Daniele Frongia, ex assessore allo Sport (ha rimesso le deleghe) e fedelissimo della sindaca Virginia Raggi, andrà con ogni probabilità verso l'archiviazione. Iscritto tra gli inquisiti nel primo filone d'inchiesta sullo stadio della Roma (che nulla c'entra con quello che ha portato all'arresto di Marcello De Vito), il grillino - come sostengono i suoi avvocati e come trapela da piazzale Clodio - non dovrebbe avere conseguenze rilevanti sul piano giudiziario. 

Ciò detto, il nodo politico è tutt'altro che sciolto. Frongia rischia comunque di restare fuori dalla giunta. Perchè oggi a vacillare sono la fiducia, fin'ora indiscussa, proprio di Virginia Raggi, spinta a dure riflessioni dallo stesso vicepremier Luigi Di Maio. La questione ruota tutta intorno ai tempi di comunicazione della notizia d'indagine. Aspetto chiave nel giudizio che verrà espresso in seno al Movimento sulla condotta tenuta dall'ormai ex assessore.

Frongia non avrebbe comunicato in tempo utile e opportuno ai suoi l'iscrizione nel registro degli indagati. Perché, come riporta Il Messaggero, se gli avvocati sostengono che il loro assistito ha saputo dell'inchiesta nei giorni scorsi e lo ha detto ai vertici immediatamente, la versione dei capi grillini è diversa. La mail con la notizia dell'avviso di garanzia sarebbe arrivata ai probiviri solo ieri, ora di pranzo circa, quando era certo che dell'indagine avrebbero parlato i giornali. 

"Ha voluto fare il furbo, con noi ha chiuso" avrebbe detto Luigi Di Maio. Idem Raggi: "E' stata tradita la mia fiducia". E allora, se la versione della mail inviata all'ultimo, quando Frongia era già stretto all'angolo, dovesse trovare le conferme necessarie, è automatico che l'ex braccio destro della sindaca dirà addio al Campidoglio. O almeno sulla carta dovrebbe esserlo, stanti le scelte fatte in altri casi. Vedi Paola Muraro. L'ex assessore all'Ambiente, quando scoprì di essere indagata per alcune consulenze in Ama, comunicò subito dell'avviso di garanzia e diede le dimissioni.  

"Attendiamo con fiducia che l'assessora chiarisca nel dettaglio la sua posizione e, nel frattempo, sarò io ad assumere le sue deleghe" diceva Raggi. Muraro la posizione la chiarì eccome, tanto che il caso fu archiviato. Ma l'ex assessore non fu mai fatta rientrare in giunta. Nonostante non avesse colpe giudiziarie, e nonostante la trasparenza dimostrata nei confronti della squadra di governo e della sindaca. Restò fuori, senza ricevere mai scuse di alcun tipo, nemmeno a distanza di tempo.

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