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Parentopoli Ama, Franco Panzironi condannato a 3 anni e 8 mesi

Insieme all'ex amministratore delegato dell'Ama condannati altri tre dirigenti. Quattro invece le assoluzioni. Il procedimento riguarda 841 assunzioni sospette avvenute tra il 2008 e il 2009

L'ex amministratore delegato dell'Ama Franco Panzironi è stato condannato a 3 anni ed 8 mesi di reclusione in relazione alla cosiddetta 'parentopoli'. I giudici hanno anche deciso altre tre condanne e quattro assoluzioni per ex dirigenti della società. 

Per tutti l'accusa è di abuso d'ufficio e falso. A Panzironi è stata inflitta anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il procedimento riguarda 841 assunzioni sospette avvenute tra il 2008 e il 2009. 

I giudici della VII sezione hanno inoltre condannato ad 1 anno e 6 mesi Luciano Cedrone, ex direttore del personale, a 3 anni e 3 mesi Bruno Frigerio, ex consulente esterno nella veste di presidente della commissione esaminatrice. Condannato a 1 anno e 1 mese anche Gianfranco Regard, ex capo del settore legale di Ama.

I giudici hanno, invece, assolto con la formula "per non aver commesso il fatto", Ivano Spadoni, ex dirigente della pianificazione, Lorenzo Allegrucci, dirigente, Sergio Bruno, legale rappresentante del Consorzio Elis (società che era incaricata delle preselezioni del personale) e Giovanni D'Onofrio, direttore dell'ufficio legale dopo Regard.

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino punta il dito contro il precedente sindaco: "Gli anni della giunta Alemanno hanno segnato, anche nelle aziende comunali, il momento di massimo buio: favoritismi, assunzioni a chiamata nominale, abusi d'ufficio, falsi. Tutto, come si evince dalla sentenza di condanna, per favorire gli amici degli amici e occupare aziende che devono invece essere al servizio dei cittadini". Continua il primo cittadino: "Abbiamo denunciato fin dall'inizio quello che era avvenuto e, una volta arrivati al governo della città, lo abbiamo avversato operando in piena trasparenza e usando lo strumento delle gare e dei bandi pubblici". Infine l'annuncio: "Per quanto riguarda Roma, la nostra amministrazione ha deciso di rivalersi anche in sede civile: chiederemo almeno 100.000 euro per il danno d'immagine subito dalla città. Sono convinto che, come è successo già in sede penale, la magistratura riconoscerà le nostre ragioni e mi impegno fin d'ora a utilizzare tutti i soldi che riusciremo a ottenere per il decoro, in particolare per la cancellazione delle scritte che imbrattano i muri della città". 

Il presidente di Ama, Daniele Fortini, ha detto invece che "la sentenza Parentopoli conferma ciò che anche il sindaco Ignazio Marino ha più volte denunciato, cioè che Ama è stata devastata anche da condotte penalmente sanzionabili. Purtroppo il ripristino di regole trasparenti, di efficacia, efficienza ed economicità, nel contesto ineludibile della legalità, è molto più complesso e difficile di quanto avremmo immaginato. Resta il fatto che Ama è una azienda risanabile in cui lavorano migliaia di persone oneste". Infine ha concluso: "Abbiamo già iniziato a valutare le conseguenze della sentenza di condanna per il riverbero sui 41 dipendenti assunti nel 2008 a chiamata diretta e con atti amministrativi illeciti" ha concluso Fortini. "Di ciò abbiamo informato anche il sindaco Marino. Studieremo le iniziative da adottare alla luce delle motivazioni della sentenza". 

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