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Giampaoletti nuovo direttore generale di Roma Capitale: polemiche sullo stipendio

Guadagnerà 170.000 euro lorde più 10.000 euro in caso di raggiungimento degli obiettivi. Polemiche dalle opposizioni

Si sapeva da mesi, ma ieri è arrivata l'ufficialità. Franco Giampaoletti è il nuovo City manager di Roma Capitale o, per dirla con parole italiane, il nuovo direttore generale. La sua assunzione è stata recepita con delibera della Giunta Capitolina che fissa anche la modalità della sua assunzione e il nuovo stipendio. Giampaoletti guadagnerà 170.000 euro lorde più 10.000 euro in caso di raggiungimento degli obiettivi fissati dalla sindaca. 

E' la stessa Raggi a commentare l'arrivo di Giampaoletti in Campidoglio: "La sua esperienza e le competenze saranno importantissime per rendere ancora più efficace ed efficiente l’azione della macchina amministrativa del Comune. Sono certa che il suo lavoro consentirà di attuare gli indirizzi fissati dalla Giunta e dall’Assemblea capitolina, e supporterà il raggiungimento degli obiettivi delineati da questa amministrazione per restituire ai romani una città più moderna e vivibile".

CHI E' FRANCO GIAMPAOLETTI - Nato ad Ancona l’1 febbraio 1961, dal settembre 2015 Giampaoletti è stato direttore generale del Comune di Genova, per il quale ha svolto anche il ruolo di delegato alla gestione dei rapporti con la Citta Metropolitana. La più recente esperienza professionale lo ha visto invece direttore delle Operations Interne in Unicoop Tirreno, società che conta circa 500 dipendenti e 1 miliardo di euro di fatturato annuo. Manager per oltre 20 anni nelle aree Risorse Umane e Corporate Legal & Compliance, il nuovo direttore generale del Campidoglio ha lavorato per diverse aziende industriali con organizzazione multinazionale, sviluppando competenze specifiche in analisi dei processi, gestione del cambiamento organizzativo, ristrutturazioni e riorganizzazioni, gestione delle crisi.
 
Quasi a mettere le mani avanti sulle polemiche, la nota del Campidoglio spiega che "in considerazione della complessità e rilevanza dell’incarico, così come definito dall’art. 11 del Regolamento sull’ordinamento degli uffici e servizi di Roma Capitale, verrà attribuito al dottor Giampaoletti un trattamento economico annuo lordo complessivo pari a 170.000 euro, integrato da 10.000 euro annui lordi in caso di raggiungimento degli obiettivi determinati dalla Sindaca: si tratta di un compenso in linea e addirittura inferiore a quanto corrisposto a chi riveste incarichi analoghi nelle altre grandi città italiane".

E puntuali da Fratelli d'Italia è arrivato l'attacco. Sono i consiglieri Ghera e De Priamo a commentare: "I grillini, non contenti dei disastri e delle indagini in corso su alcune nomine in Campidoglio, hanno pensato bene di creare una nuova figura ad hoc alla quale elargire ben 170 mila euro annui, quella del ‘city manager’. Un ruolo che peraltro oltre da essere un doppione, visto che esistono già dirigenti che ricoprono in Comune incarichi simili, rappresenta una spesa ingente per le casse capitoline. Non solo, ancora una volta la premiata ditta Grillo-Casaleggio, in linea la ‘nordizzazione’ della Capitale, invia a Roma un altro forestiero, che in Unicoop Tirreno come apicale al personale percepiva 132 mila euro, e che il sindaco Raggi ha deciso invece di premiare – alla faccia dei romani - con uno stipendio ben più generoso. Come Fratelli d’Italia, visti gli allegri precedenti di questi mesi, verificheremo con estrema attenzione tutti gli aspetti formali e sostanziali legati a questa nomina, l’ennesima in salsa grillina”.

A difendere l'azione pentastellata il capogruppo Paolo Ferrara: "Il dottor Giampaoletti, per venire a Roma a coadiuvare l'amministrazione nell'immane opera di efficientamento della macchina comunale, ha rinunciato a ben 70mila euro in più all'anno che avrebbe guadagnato se solo fosse rimasto a fare il lavoro che faceva prima. Noi crediamo che un tale atteggiamento sia moralmente meritevole e da esempio per tanti altri". 

"Poi - aggiunge Ferrara - il suo stipendio è ben al di sotto del corrispettivo del Comune di Milano, città complessa ma mai paragonabile a Roma, ed è uguale a quanto percepiva nello stesso ruolo a Genova, la cui complessità non è minimamente paragonabile a quella della capitale d'Italia. Quindi - in conclusione - sarebbe meglio che certi consiglieri pensassero più ai propri guai e prendessero appunti su come si fa l'interesse dei cittadini, non quelli personali e particolari".

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