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INTERVISTA | Il 28enne Carpano prende il posto di Calenda: "Roma ha bisogno di coraggio"

Giovedì l'ufficializzazione del passaggio in aula Giulio Cesare. Il giovane consigliere comunale racconta a RomaToday la sua visione di città

Classe 1993, una laurea in Scienze politiche, ha rinunciato a un contratto a tempo indeterminato in Cassa Depositi e Prestiti per buttarsi in politica. Di Roma è "innamorato" e si prepara a dare il suo personale contributo dagli scranni dell'opposizione. Francesco Carpano, 28 anni, prende il posto di Carlo Calenda in Consiglio comunale. Domani, giovedì 23 dicembre, è prevista la procedura di surroga. A RomaToday racconta la sua idea di città.  

Calenda le ha lasciato il posto in Consiglio comunale. Il suo era un ingresso, diciamo, annunciato, e in tanti hanno parlato di pro forma. Perché il passaggio non è avvenuto subito? 

Non direi pro forma. Lui ha detto che si sarebbe dimesso da consigliere comunale, poi però c'è stata una levata di scudi affinché cercasse di conciliare gli impegni, in Europa e come leader di partito, ci ha provato ma non è stato possibile. 

È giovane per essere consigliere comunale, almeno in base alla età media, e ha lasciato un posto in Cassa Depositi e Prestiti a tempo indeterminato. Per molti una scelta coraggiosa...

È triste che nel 2021 ci si domandi perché un giovane trovi la forza di lasciare un posto a tempo indeterminato, è esemplificativo del fatto che c'è una grossa crisi del mercato del lavoro. Detto ciò, l'ho fatto perché sono innamorato di Roma e del mio Paese. Non voglio vedere la mia città depressa sul piano economico, con una cattivissima reputazione sui servizi pubblici, che ha perso orgoglio, spirito di iniziativa. Ho creduto che Calenda avesse le capacità per essere un grande sindaco e ho fatto il salto. Purtroppo i politici a Roma non ci credono abbastanza, non hanno la forza di portare a termine azioni che costano fatica e perdita di consenso. 

Cioè?

Penso agli impianti per i rifiuti. Negli ultimi dieci anni non se n'è fatto nemmeno uno. Anche Virginia Raggi ha avuto difficoltà a spiegare ai territori l'arrivo eventuale di impianti e ha scelto di non farne. Ha scelto il presente e sacrificato il futuro. 

Parlando di rifiuti, Calenda l'ha definito "esperto". Come valuta il programma di Gualtieri?

È contraddittorio. Dice che la Regione Lazio ha un ottimo piano ma scrive di ampliare l'incenerimento del termovalorizzatore di Acea, cosa che non è prevista nel piano. Quindi, o segui il piano o no. Bene la bioraffineria, ma anche questa non è prevista nel piano rifiuti regionale. Altra cosa che non va è il rapporto tra Ama e il suo futuro. L'azienda ha tanti lavoratori inabili, ha grandi sacche di inefficienza, avrebbe bisogno di un partner tecnico industriale che la porti a crescere, una multiutiliy. Il sindaco ha grande difficoltà a confrontarsi su questo con i sindacati. 

Come procede il piano di pulizia straordinario?

Gualtieri aveva detto che l'avrebbe ripulita entro Natale ma non l'ha fatto. Ho delle foto impressionanti da Nuova Ponte di Nona, per fare un esempio, dove c'è, anzi non c'è, il porta a porta. Senza contare le proposte irrealistiche che arrivano dall'assessore Alfonsi, tipo chiedere ai romani di ridurre gli imballaggi. 

Nell'ultimo rapporto de Il sole 24 ore sulla qualità della vita, Roma ha fatto un pessimo risultato negli indicatori legati ai giovani. Cosa può fare il Comune per gli under 35?

Fondamentale è il lavoro sui servizi pubblici. Roma deve essere una città dove vale la pena investire. E poi puntare sui settore d'eccellenza. Penso al mondo sanitario e ai tre poli di Tor vergata, Umberto I, Gemelli, e poi tutta la parte che riguarda il sapere, noi siamo la città con più universitari pubblici d'Italia. Poi c'è il settore dei grandi eventi, penso all'Eurovision song Contest, Roma ha perso la possibilità di ospitare l'edizione del 2022, nonostante i Maneskin siano di Roma e abbiano vinto l'ultima edizione. 

A proposito di lavorare sui servizi pubblici per rendere Roma più attrattiva in termini di investimenti, un settore fondamentale in questo senso è la mobilità.

Già, scontiamo cinque anni di Raggi con zero infrastrutture. Non si è avviato neanche un cantiere per la metropolitana, nessun nuovo tram, e si è ridotta la produzione di vetture chilometro per gli autobus. Non sono stati tutelati gli interessi dei romani, penso alla Roma Lido che sarebbe dovuta passare come competenze al Comune. 

Come valuti l'operazione decentramento di Gualtieri? 

Andrebbe fatta per settori. Il verde, il sociale, le pratiche d'ufficio come i permessi edilizi, è giusto e auspicabile che passino ai municipi. Ma ci sono settori dove le competenze andrebbero piuttosto accentrate. Parlo su tutti della manutenzione stradale, le strade minori sono all'85% dei municipi ma dovrebbe occuparsene il Comune. Su questo Gualtieri dovrebbe avere il coraggio di abbandonare posizioni esclusivamente ideologiche. 

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