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Contro il caro bollette un fondo con gli utili di Acea: ecco la delibera di iniziativa popolare

Promossa dal M5s e da altre dieci associazioni, la stessa proposta era stata fatta con una mozione presentata in aula dai grillini ma bocciata dalla maggioranza

Si chiama il "taglia-bollette" e prevede l'istituzione di un fondo con la porzione di utili di Acea spettante a Roma Capitale (socia al 51%) per aiutare le famiglie a fronteggiare il caro energia. È la proposta di iniziativa popolare firmata dal M5s insieme ad altri dieci associazioni tra cui anche la lista civica di Raggi, per far fronte all'aumento dei costi di luce e gas. Una delibera per la quale a partire da aprile verrà avviata una raccolta firme. 

"Siamo co-promotori a Roma, insieme ad alcune associazioni, comitati e rappresentanze politiche" spiega l'ex sindaca, in prima fila per sponsorizzare l'iniziativa. "Continueremo a batterci e impegnarci per aiutare famiglie e imprese, è il momento di restare uniti più che mai" commenta ancora la grillina, oggi in Consiglio comunale ma tra gli scranni delle opposizioni. 

Le sottoscrizioni verranno raccolte nei mesi di aprile, maggio, giugno. Si tratta di una proposta che Raggi aveva già lanciato in campagna elettorale, e che oggi, con la crisi energetica internazionale ad aggravare il quadro, torna attuale. Il fondo, si legge nel testo della delibera "potra? garantire, per i nuclei piu? fragili e per le microimprese, degli aiuti a fondo perduto nella misura stabilita da Roma Capitale e, parallelamente, costituire un fondo rotativo", che si rialimenta con la restituizione a rate degli importi ricevuti. Il tutto appunto con il 51% di utili di Acea spettanti al Comune di Roma.  

La mozione bocciata

La stessa proposta era contenuta anche in una mozione presentata dai grillini in aula Giulio Cesare la scorsa settimana e bocciata dalla maggioranza."Un'occasione persa" l'ha definita la capogruppo Linda Meleo, nella speranza che "l'attuale amministrazione voglia cambiare idea". Intanto si prova a portare in aula un provvedimento "dal basso". 

Le proposte di iniziativa popolare

Come funziona l'iter di una proposta di iniziativa popolare? Il Tuel (il Testo unico degli enti locali) fissa i passaggi principali. Le firme dei cittadini, pari a un minimo di 5mila, devono essere raccolte e consegnate dai componenti del comitato promotore, entro i tre mesi successivi alla costituzione del comitato stesso. La proposta di deliberazione, in subordine alla verifica della sua ricevibilità e del numero di firme raccolte, viene poi trasmessa agli uffici dell'amministrazione capitolina, competenti per materia, i quali esprimono il parere di regolarità tecnica entro il termine di 15 giorni.

A seguito di tale parere e decorso il termine per la sua espressione, la proposta è inviata alle competenti commissioni assembleari che provvedono all'esame - previa audizione di un rappresentante del comitato che ne faccia richiesta - entro il termine di 15 giorni. La proposta viene quindi è iscritta all'ordine del giorno dell'Assemblea capitolina e, su decisione del presidente d'intesa con la conferenza dei presidenti dei gruppi capitolini, all'ordine dei lavori, per essere sottoposta, senza possibilità di presentare emendamenti, all'esame dell'aula entro 6 mesi dalla consegna delle firme raccolte.


 

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