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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Fondi Pdl: fine settimana di lavoro per gli inquirenti romani

Continuano le indagini sul caso Fiorito. Il cardinale vicario: "Abusi non tollerabili". Scritta 'ladri' sulla sede del Municipio XVI

Week end di lavoro per gli inquirenti romani che indagano sull'assegnazione di fondi regionali all'ex capogruppo del Pdl alla Pisana Franco Fiorito, indagato per peculato. Il procuratore aggiunto Alberto Caperna ed il sostituto Alberto Pioletti trascorreranno il fine settimana esaminando il voluminoso carteggio sequestrato alla Regione Lazio nei giorni scorsi. Non solo, al vaglio dei magistrati ci sono anche le due casse contenenti la contabilità dei consiglieri regionali del Pdl consegnate da Fiorito in occasione dell'interrogatorio fiume al quale è stato sottoposto mercoledì scorso.

GESTIONE DISINVOLTA DEI FONDI - I magistrati, che non nascondo di aver riscontrato una gestione disinvolta dei fondi, potrebbero investire della questione, nel caso emergessero fattispecie di competenza della magistratura contabile, la Corte dei Conti, che comunque si sarebbe già attivata. Fiorito, che nel respingere le accuse fattegli dalla Procura ha tuttavia dato la propria disponibilità a restituire 400 mila euro, sarà intanto sentito lunedì prossimo come testimone dal pm di Viterbo Massimiliano Siddi nel quadro degli accertamenti avviati in seguito alla pubblicazione online delle spese sostenute dal suo successore, Francesco Battistoni.

GIORNO DELLA VERITA' - Dopo il giorno della verità, con la Polverini che dal consiglio regionale annunciava "Abbiamo centrato l'obiettivo, ciò che avevo chiesto: abbiamo dimezzato le commissioni, abolito quelle speciali, azzerato i trasferimenti al consiglio regionale. Ora metteremo in campo un regolamento serio", proseguono i rumours attorno alla questione dei fondi Pdl che riguarda le spese della Regione Lazio. Manovre che hanno portato alla nomina del nuovo capogruppo Pdl in Regione Lazio individuato nella figura di Chiara Colosimo ma che non spengono le polemiche con il cardinale vicario di Roma Agostino Vallini che stamattina, in un'anticipazione di un'intervista rilasciata al settimanale diocesiono Roma Sette condanna gli "scandali ed abusi di denaro pubblico che sono intollerabili". "Se non c'é una ripresa di senso morale individuale e collettivo in termini di giustizia e di solidarietà sociale, le leggi non bastano o non sono equilibrate". Oltre agli "intollerabili abusi di denaro pubblico", con chiaro riferimento alla vicenda dei fondi Pdl al Consiglio regionale del Lazio, sono la famiglia, prima vittima della crisi globale, le nuove povertà, la mancanza di coesione sociale a Roma e gli episodi di violenza e criminalità che, secondo il cardinale vicario, segnano la città.

SCRITTA LADRI IN MUNICIPIO XVI - Una scritta "ladri" è comparsa questa mattina sulla saracinesca della sede del consigliere Pdl del XVI Municipio di Roma, Marco Valente, di cui è responsabile politico la vice capogruppo del partito alla Camera, Barbara Saltamartini. Lo rivela la capogruppo Pdl del Municipio, Beatrice De Bono che definisce l'episodio "molto triste ma anche molto grave e ingiusto". "Sono sedi - aggiunge De Bono - che i consiglieri si pagano di tasca loro, pur di stare sul territorio e rappresentare Silvio Berlusconi e il Pdl. Per la cronaca ricordo che un consigliere municipale riceve un compenso di 600 euro al mese in gettoni di presenza, una cifra ridicola e non previdenziabile". "La vicenda della Regione Lazio, come ci ha ricordato il presidente Polverini - conclude -, non deve in alcun modo gettare discredito sul lavoro e le fatiche dei nostri tanti militanti che con sacrificio e abnegazione si impegnano ogni giorno sul territorio per accrescere i consensi del partito e del suo leader Silvio Berlusconi. Mi auguro che la loro onorabilità sia sempre tutelata dai dirigenti locali e nazionali del Pdl e che qualcuno prima o poi chieda loro scusa non in privato ma pubblicamente con atti chiari e visibili. Finora queste scuse non sono arrivate da nessuna parte".

ATTACCO DI CROSETTO  - O il Pdl ha la forza di fare pulizia completa, di liberarsi di quelli per cui la politica è esclusivo strumento di arricchimento o di alternativa ad un lavoro, oppure non c'é più spazio per me e senza alcun problema tornerò a fare altro". Sono invece le ferme dichiarazioni del deputato del Pdl, Guido Crosetto che aggiunge: "La misura è colma. Non c'é spazio nello stesso partito per tutto ed il contrario di tutto. Per persone serie e professionisti del malaffare. In ogni organizzazione, gruppo, associazione ci sono mele marce. Ma si cacciano. Voglio un luogo di dibattito, un congresso di ricostruzione, delle regole severe, dei fatti. Basta con il fioretto. Serve il machete. E non mi limito al caso Lazio".

SENZA CREDIBILITA' - Dito contro la gestione del Pdl ma non solo anche da parte del senatore Pd Lucio D'Ubaldo: "La giunta Polverini ha perso qualsiasi credibilità. Proseguire in queste condizioni, senza poter assicurare la governabilità della Regione, rasenta l'azzardo. Dunque, la parola torni al popolo sovrano. In ogni caso, di fronte a uno scandalo di tali proporzioni, tutte le forze politiche hanno l'obbligo di interrogarsi a fondo. Nelle primarie del Partito Democratico, pochi mesi fa, nessuno ha informato gli iscritti e gli elettori di un assurdo dispositivo di legge che aumentava di dieci-quindici volte le risorse a disposizione dei gruppi consiliari". "E' mancata - prosegue - la denuncia e la conseguente operazione di contrasto. Se s'infetta la democrazia dei partiti, s'infetta nel complesso la democrazia in quanto tale. E' giunto il momento delle scelte serie. Anche il Partito democratico faccia mea culpa, azzeri incarichi e responsabilità negli organi dirigenti locali, si metta al servizio di una grande operazione, tanto morale quanto politica, di pulizia e rinnovamento".

IMMAGINE COMPROMESSA - Dimissioni senza se e senza ma sono invece la ricetta del segretario generale della Funzione pubblica Cgil di Roma e Lazio Lorenzo Mazzoli: "Sono sempre più convinto che l'immagine dell'attuale consiglio regionale sia compromessa e che solo un cambiamento radicale delle regole, accompagnato necessariamente da una rilegittimazione popolare, potranno ridare una certa credibilità ad un'istituzione a cui la Costituzione affida un'importante funzione democratica". "La nave ha aperto un'enorme falla dall'interno, non è riparabile - prosegue Mazzoli - il galleggiamento che sembra si stia decidendo porta a fondo il senso delle istituzioni e quello che oggi fa schifo, domani si trasformerà in allontanamento. Se la presidente Polverini intende resistere, lo dico a chi dall'interno del consiglio regionale sta facendo dichiarazioni per dare una svolta, non ci si accontenti della presentazione di una mozione di sfiducia, ci si dimetta".

DIFESA STORACE - Pro Polverini e fuori dal coro Francesco Storace: "Dalla Regione Lazio parte un segnale forte, abbiamo reagito in maniera compatta a quello che stava accadendo da giorni, e ora rilanciamo un'azione di governo che sarà d'esempio anche al di fuori del Lazio - scrive sul suo blog il segretario nazionale de La Destra e capogruppo in Regione Lazio riferendosi ai tagli decisi ieri dal Consiglio regionale del Lazio, che ha abolito tre commissioni speciali e dimezzato da 16 a 8 le commissioni permanenti -. Dobbiamo dire con fermezza che la presidente si è comportata con assoluta correttezza. E' incolpevole rispetto a certe pratiche, e per questo non deve dimettersi, perciò deve proseguire nella direzione intrapresa. Anzi risulta in quest'ottica assolutamente fuori luogo e insensata la mozione di sfiducia dell'opposizione nei confronti della governatrice, visto che la sinistra stessa ha votato con noi i tagli proposti proprio dalla Polverini". "Oggi diciamo a tutti - conclude Storace - che quello che è successo, non accadrà più. Che le intenzioni di appena pochi giorni fa non sono rimaste parole ma sono fatti concreti. Che il Lazio diventa regione virtuosa alla quale guardare come esempio".

PEDICA VS STORACE - Storace la smetta di fare il ventriloquo della Polverini. Dal Lazio non è partito nessun segnale forte ma solo la volontà di salvare un sistema di potere malato che ha messo in ginocchio il Paese. L'unico buon esempio che la Polverini avrebbe dovuto dare era quello di dimettersi - contro batte in una nota, il senatore dell'Idv Stefano Pedica - E' paradossale poi che sia proprio l'ex governatore Storace a parlare di buon governo, uno dei responsabili del buco della sanità laziale. Visto che Storace oramai è diventato il presidente ombra della Regione allora spieghi lui come mai la gestione del piano di rientro non ha superato l'esame trimestrale del Tavolo tecnico del ministero dell'Economia. Sono queste le risposte che - conclude - aspettano i cittadini, dal momento che a rimetterci sono sempre e solo loro".
 

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