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Fiera Roma, lo sciopero dei sindacati alza la tensione: "Lavoratori minacciati"

A far scattare il botta e risposta una lettera dell'amministratore Mannocchi ai dipendenti sullo sciopero indetto in concomitanza con un importante convegno. Intanto in Regione un incontro informale tra i soci: "Approvate la delibera sulla valorizzazione dell'area di via Colombo"

È scontro aperto tra i sindacati e i vertici della Fiera di Roma. A scatenare un duro botta e risposta la proclamazione di uno sciopero da parte dei sindacati per il prossimo 9 e 10 giugno, quando nella struttura dovrebbe tenersi un importante congresso internazionale di reumatologia. Tra i motivi della protesta la procedura di mobilità per 23 lavoratori che si potrebbe concludere, negativamente, il prossimo 12 giugno. La mobilitazione, che cade in un periodo difficile per la Fiera di Roma praticamente a un passo dal fallimento, potrebbe creare pesanti disagi all'appuntamento. Così, in una situazione già tesa, ad aumentare le polemiche è stata una lettera inviata lo scorso 19 maggio a tutti i dipendenti da parte dell'amministratore unico della società, Mauro Mannocchi.

Una comunicazione dai toni non proprio concilianti in cui si afferma nero su bianco che se la protesta produrrà “ripercussioni negative” sull'evento in programma “non esiterò a difendere gli interessi di Fiera Roma in ogni sede”. Una vera e propria intidimidazione ai lavoratori, per i sindacati che hanno risposto a loro volta con una lettera definendo il comportamento del manager “fuori luogo e al limite della condotta antisindacale” si legge nel documento che porta la firma dei  segretari di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, rispettivamente Alessandra Pelliccia, il subcommissario Carlo Costantini e Marcello Gregorio.

Intanto ieri negli uffici regionali di via Cristoforo Colombo c'è stata una riunione informale tra i soci della Fiera di Roma, Camera di Commercio, Comune di Rome e Regione Lazio per capire quale strada intraprendere per salvare dal fallimento la Fiera. Al centro c'è sempre la delibera con la valorizzazione dell'area dell'ex Fiera sulla Colombo:  oltre a “un piano di rilancio concreto e realizzabile”, è necessario approvare la delibera sulla valorizzazione ferma in Consiglio comunale che è “un macigno che se non viene rimosso rischia di bloccare tutto” ha ribadito Giancarlo Cremonesi, presidente della Camera di commercio di Roma all'agenzia Dire al termine dell'incontro. 

Per il 4 giugno invece è in programma un incontro in Campidoglio tra i sindacati, i rappresentanti dell'azienda, l'assessore alla Roma Produttiva Marta Leonori e il vicesindaco Luigi Nieri. Un incontro caldeggiato dallo stesso assessore Leonori nel corso di una commissione capitolina convocata sul tema. Prima di quell'incontro, sul tavolo della Regione giovedì prossimo tornerà la procedura di licenziamento per i 23 dipendenti durante la quale potrebbe essere decisa la cassa integrazione in deroga per 5 mesi.

LA LETTERA DI MANNOCCHI Porta la data del 19 maggio la lettera inviata dall'amministratore unico di Fiera di Roma Mauro Mannocchi ai suoi dipendenti. Nella lettera si invitano i lavoratori a non aderire allo sciopero:  “Se dal proclamato sciopero vi saranno eventuali ripercussioni negative, non esiterò a difendere gli interessi di Fiera Roma in ogni sede”. Continua il testo riportato dall'Agenzia Dire: “Non mi risulta che nessun mandato è stato mai conferito ad alcun dipendente di parlare in nome e per conto di tutti gli altri colleghi di Fiera Roma”. Prosegue la lettera: “Si diffida chiunque da utilizzare gli strumenti aziendali per finalità differenti da quelle strettamente legate alla propria attività lavorativa”.

I SINDACATI Alla lettera hanno risposto i sindacati:  “Valutiamo incomprensibile il richiamo alla necessità di non meglio specificati 'mandati di rappresentanza' in assenza dei quali le 'iniziative personali' di 'alcuni lavoratori' dovrebbero essere 'fermamente censurate'” scrivono Cgil, Cisl e Uil. Inoltre “appare del tutto fuori luogo e al limite della condotta antisindacale la dichiarazione di Mannocchi nella quale lo stesso afferma che non esiterà 'a difendere gli interessi di Fiera in ogni sede', dal momento che tale dichiarazione, nel comunicato, appare come una velata (ma non troppo...) minaccia di ricorrere ad azioni legali contro i lavoratori” continuano i sindacati che si appellano al “diritto di sciopero”. Conclude la lettera: “Riteniamo che, nel contesto dato, ciascun soggetto coinvolto nella vicenda Fiera di Roma, a partire da chi ne ha la responsabilità diretta, dovrebbe impiegare il proprio tempo per trovare soluzioni che garantiscano la salvaguardia dell'occupazione e, in prospettiva, della stessa Fiera”. 

L'INCONTRO IN REGIONE - “Finalmente i soci stanno trovando una strategia comune per rilanciare il polo fieristico” ma, oltre a “un piano di rilancio concreto e realizzabile”, è necessario approvare la delibera sulla valorizzazione ferma in Consiglio comunale che è “un macigno che se non viene rimosso rischia di bloccare tutto”  le parole di Cremonesi a margine della riunione. “Stiamo ragionando sulla soluzione da prendere per rilanciare il polo fieristico”. Un rilancio che passa attraverso “un piano concreto e realizzabile e, in primis, attraverso la valorizzazione dell'area della vecchia Fiera e da un accordo con il creditore principale, che è Unicredit” verso cui Investimenti spa, che controlla Fiera di Roma, ha un'esposizione di circa 180 milioni di euro. Infine un commento sullo sciopero: “Ci auguriamo che venga revocato, perché aggraverebbe una situazione già complicata. La mobilità deve fare il suo corso, auspichiamo che il rilancio del polo fieristico permetta il riassorbimento dei lavoratori”. Intanto però, conferma Cremonesi, “la mobilità non può essere ritirata”.

SOSPENDERE I LICENZIAMENTI - A chiedere la sospensione delle procedure di licenziamento per i 23 dipendenti è Alfredo Ferrari, consigliere comunale (Pd) e presidente della commissione capitolina Bilancio: “Siamo tutti convinti della possibilità di rilancio di Fiera. Per questo, in attesa di capire tempi e modi del piano strategico che riguarderà la società, sembra inopportuno e contraddittorio procedere con il licenziamento di 23 dipendenti. Non sono certo i soldi degli stipendi a fare da ago della bilancia in una situazione del genere: bloccare la procedura di mobilità, allora, è la prima cosa da fare per non dilapidare ulteriormente il patrimonio che Fiera di Roma ha” ha concluso. 

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