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Fiera di Roma a un passo dal fallimento: "Chiediamo scusa ai romani"

Lo ha detto l'amministratore delegato di Investimenti spa, Carlo Paris, nel corso di una commissione capitolina sul tema. Presente anche il presidente Tagliavanti: "Unica salvezza approvare la valorizzazione dell'area sulla Colombo"

“Dobbiamo avere il coraggio di chiedere scusa ai cittadini romani e a tutta l'Italia”. Ha esordito così, dopo un richiamo alla 'provvidenza', Carlo Paris, amministratore delegato di Investimenti spa, società che controlla la Fiera di Roma, nel corso della commissione capitolina congiunta Bilancio-Commercio alla quale è stato chiamato a intervenire anche il presidente Lorenzo Tagliavanti e l'assessore alla Roma Produttiva Marta Leonori. “Chiedo scusa ai contribuenti, ai cittadini di Roma e ai soci della Camera di Commercio, ai fornitori e alle loro famiglie" ha continuato. "Anche per il degrado che si è venuto a creare sull'area dell'ex Fiera sulla Cristoforo Colombo. Chiedo scusa anche a quei turisti che scendono alla fermata del trenino Fiera Roma e leggono 'ascensore rotto' e vedono la pensilina arrugginita. Non è questa l'immagine dell'Italia che vogliamo dare. Un turista straniero che viene qua che idea si fa?”. 

L'incontro che segue quello avvenuto in Regione la scorsa settimana durante la quale sono stati snocciolati, ancora una volta, i numeri di un fallimento: “La valorizzazione immobiliare dell'area dell'ex Fiera sulla Colombo era uno dei grandi piloni su cui si basava il progetto avviato nel 2004 quando in Campidoglio c'era Veltroni, in Regione Storace e alla Camera di Commercio Mondello” ha spiegato Tagliavanti. E se in dieci anni “quel provvedimento non è mai stato realizzato”, come un mantra anche questa mattina il presidente di Investimenti ha sottolineato: “Difficile pensare a qualsiasi piano di risanamento in assenza di quella valorizzazione”. 

Il quadro è drammatico e l'operazione salvataggio appare come un'operazione effettuata d'urgenza per un malato quasi terminale. “Investimenti ha 185 milioni di debiti nei confronti di Unicredit mentre Fiera di Roma, che da gennaio ha aperto un concordato, ne ha circa 35 milioni verso i fornitori” ha spiegato Paris. “Entro il 4 giungo Fiera di Roma presenterà una relazione a noi e al tribunale sul piano industriale”. I posti di lavoro sono a rischio. Paris parla di licenziamenti: “Anche nella migliore delle ipotesi non saremo in grado di assicurare i numeri attuali”. Con Franco Silvani dell'Ugl che ricorda: “Il 9 giugno, se non si interviene, 23 lavoratori su 76 perderanno il posto”. Un crollo economico ma anche reale. Preoccupa lo sprofondamento dei padiglioni, “sempre più pronunciato in mancanza di risorse per la manutezione” spiega Tagliavanti. Preoccupano le infiltrazioni di acqua: “E' stato aperto un contenzioso aperto per danni sulle coperture da 7,5 milioni di euro” aggiunge Paris. 

Tutto è appeso alla principale creditrice, Unicredit, che però ha chiuso i rubinetti. Per “riaprire il canale” la strada è quella della valorizzazione economica dell'area dell'ex Fiera. “Difficile pensare qualsiasi piano di risanamento in assenza della valorizzazione: senza, c'è il fallimento dell'operazione”. Un aut aut che chiama direttamente in gioco l'Aula Giulio Cesare e i consiglieri capitolini che proprio in questi giorni sono chiamati a discutere la delibera. Prima di dare il via all'operazione il consigliere di Alleanza popolare nazionale Ignazio Cozzoli vuole essere certo “che la valorizzazione permetta il rilancio e non solo il ripianamento dei debiti”.  “A pagare sono sempre i cittadini” commenta in una nota il Movimento cinque stelle. Ribatte il presidente della commissione Bilancio Alfredo Ferrari: “Le criticità non risolvono solo con quell'operazione”.  A porre delle condizioni invece il consigliere Pd Francesco D'Ausilio: “Voglio capire se il Comune di Roma e la Camera di Commercio, come accennato nelle scorse settimane, vogliono dismettere le loro quote o meno. Perché se così fosse l'Aula si ritroverebbe ad autorizzare un'iniziativa privata. In secondo luogo, prima di votare, va chiarita la strategia di rilancio”. 

E un tentativo di tracciare una possibile via d'uscita lo fa l'assessore Leonori. Il quadro però è composto solo da ipotesi: “Dobbiamo capire che cosa i diversi attori vogliono costruire nella nuova Fiera di Roma e cosa ha senso costruire. È necessario capire dove va il mercato altrimenti nel 2015 facciamo scelte che non guardano al futuro” ha spiegato non escludendo il coinvolgimento di “attori internazionali”.  Poi ha aggiunto: “Serve una strategia più ampia di quella cittadina”. Tagliavanti si aggrappa ai grandi eventi e all'attività congressuale che dovrebbe partire insieme al nuovo centro congressi all'Eur, la Nuvola, altra operazione però con gravi difficoltà: “L'area della Fiera tornerà utile per accogliere congressi che invece la Nuvola, per le sue dimensioni minori, non può assorbire. Quell'area, con grandi spazi e vicino a un aeroporto internazionale, può essere impiegata per due grandi eventi come il Giubileo e le Olimpiadi”. 

In commissione anche un gruppo nutrito di lavoratori. A ricordare il problema occupazionale, il sindacalista dell'Ugl Silvani: “Il 9 giugno 23 dipendenti saranno licenziati e vogliamo capire come verranno tutelati anche i 76 totali” ha affermato chiedendo la sospensione delle procedure di licenziamento. Una proposta che si è concretizzata in una mozione bipartisan che presto i gruppi di maggioranza e opposizione poteranno in Aula. A preoccupare è lo sciopero indetto per il 9 giugno quando a potrebbe saltare il convegno europeo di reumatologia, Eular.

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