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E' allarme sulla nuova Fiera di Roma, cedimenti strutturali e debiti: 30 lavoratori in mobilità

Lunedì la commissione Mobilità del Comune di Roma ha ascoltato i vertici delle società che gestiscono la struttura. Azuni: "Serve assunzione di responsabilità"

È allarme sulla nuova Fiera di Roma. Oltre 170 milioni di euro di debiti con le banche, padiglioni che sprofondano nel terreno, e una crisi dell'attività, con un fatturato che è calato del 53% dal 2010 ad oggi, che ha causato la richiesta di messa in mobilità di 30 dei 74 dipendenti. È questo, in sintesi, il quadro che è emerso ieri nel corso dell'audizione dei vertici amministrativi di Investimenti spa e Nuova Fiera di Roma srl sentiti in commissione Bilancio. “Dobbiamo studiare nuovi metodi per la tutela dei livelli occupazionali e per il rilancio del comparto fieristico della città” ha commentato Alfredo Ferrari, presidente della commissione capitolina. “Il percorso deve coinvolgere anche gli altri soggetti responsabili, cioè Regione Lazio e la Camera di commercio. Il Campidoglio deve farsi capofila”.

La società Investimenti spa infatti è partecipata a maggioranza dalla Camera di Commercio e in minoranza dal Comune di Roma, che possiede poco più del 20%, e dalla Regione Lazio, poco meno del 10%. Gli occhi sono però puntati sul Campidoglio che dovrebbe esprimersi sulla destinazione della vecchia Fiera di Roma, situata lungo la via Colombo. Dalla 'valorizzazione' di quest'area Investimenti spa spera di ottenere le risorse necessarie a ridurre il debito accumulato per la realizzazione della nuova struttura sulla Roma-Fiumicino. Dopo i progetti di Veltroni e Alemanno, mai realizzati, ora la palla passa all'amministrazione Marino. La speranza dei vertici della società che gestisce la struttura fieristica è che il socio pubblico faccia la sua parte.

Preoccupazione per il destino dei lavoratori arriva dalla consigliera comunale Maria Gemma Azuni: “La profonda riduzione del fatturato, circa il 53% in meno dal 2010 ad oggi, come dichiarato dai vertici della Fiera di Roma srl e di Investimenti spa auditi in commissione Bilancio oggi, richiede un'assunzione di responsabilità dei partner istituzionali, Comune di Roma, Regione Lazio e Cciaa”. Per Azuni è necessario “l'avvio di un tavolo interistituzionale per la tutela dei 30 lavoratori messi in mobilità sul totale dei 47 dipendenti”. Continua la nota: “Lo sviluppo del business aziendale, l'aumento degli eventi ospitati nella struttura, dei metri quadri espositivi e dei servizi venduti unitamente ad alcuni interventi strutturali, da definire con Rfi, per aumentare la mobilità verso la Fiera (allargamento dei binari della tratta regionale, completamento della stazione) sono essenziali per garantire l'operatività sul mercato e superare lo strumento dei licenziamenti come atto ineludibile rispetto all'attuale situazione deficitaria. Ancora una volta non è possibile far pagare solo ai lavoratori il costo del mancato raggiungimento degli obiettivi aziendali”.

Pietro Di Paolo, capogruppo del Nuovo centrodestra alla Regione Lazio annuncia invece che chiederà “che la commissione bilancio del Consiglio regionale convochi in audizione i vertici di Fiera di Roma srl e Investimenti spa, ascoltati oggi dalla commissione bilancio di Roma Capitale” ha spiegato. “Come ha dichiarato il dg di Fiera di Roma, Fausto Murdolo è stato redatto, insieme a Investimenti spa, un nuovo piano industriale e riteniamo che la Regione, in qualità di socio istituzionale, non possa restare inerte”.

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