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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Federica Angeli contro i sindacati degli inquilini: "Hanno gestito il racket delle case popolari". E scoppia la bufera

Ennesima polemica che coinvolge la delegata alle Periferie della sindaca Raggi. A scatenare un putiferio tra i rappresentanti degli inquilini delle case popolari, un post su Facebook

"Da San Basilio a Centocelle, da Ostia a Primavalle,  da Tor Bella Monaca al Tiburtino, tantissime persone erano allibite per il fatto di ritrovarsi da anni e anni nel bollettino degli affitti da corrispondere al Comune una quota destinata ai sindacati degli inquilini. In effetti per un accordo sottoscritto negli anni Duemila era proprio così. Migliaia di euro in questi anni sono finiti a sindacati, alcuni dei quali hanno gestito il racket delle case popolari prendendo soldi per occupazioni abusive in combutta con mafie locali, senza che molti affittuari lo sapessero". Parole pesanti della delegata alle Periferie Federica Angeli, che in pochi minuti dalla loro comparsa sui social già sollevano l'ira dei diretti interessati, i sindacati degli inquilini. Dopo i continui alterchi in rete con una parte di maggioranza Cinque Stelle, oltre che nei suoi cinque mesi di nomina anche con comitati di quartiere e associazioni, ora la cronista si ritrova a scontrarsi con i sindacati che si battono in prima linea per il diritto alla casa di tanti romani. 

In realtà non fa che condividere un'iniziativa che già l'assessora Valentina Vivarelli aveva lanciato sui social dando indicazioni appunto su come poter disdire la delega all'inserimento nel bollettino del canone di affitto la quota di adesione ai sindacati associativi. I toni usati dalle due però sono molti diversi. "Oggi chi non vuole vedersi decurtare automaticamente questi soldi dai bollettini, perché non ha mai dato il consenso o perché semplicemente non ritiene di doverli dare, può disdire seguendo le istruzioni che qui bene indica l'assessora  al Patrimonio Valentina Vivarelli - spiega Angeli su Facebook - controllate i bollettini che vi arrivano dal Comune e da oggi potete dare la disdetta. P.S. Voglio rassicurare le centinaia di persone che ci stanno scrivendo: i sindacati non verranno a sapere i nominativi di chi darà la disdetta. Quindi procedete pure in estrema serenità"

"Raggi e Vivarelli si scusino"

Angeli parlando di "racket delle case popolari"  scatena in men che non si dica un vero putiferio. "Nelle nostre tasche pesa l'oneroso costo che i contribuenti pagano per farla cicalare su internet, mentre gli incaricati del nostro sindacato nelle borgate con sacrificio rispondono agli inquilini abbandonati dal Comune di Roma, oramai trasformato in un fortino inespugnabile dove è impossibile avere anche una semplice informazione" tuona il segretario di Unione Inquilini Roma Fabrizio Ragucci. "Le nostre azioni ci qualificano, anche se le sue allusioni fanno male, perché sparando nel mucchio colpiscono indistintamente tutti, ci auguriamo che le abbia depositate nelle sedi opportune" continua Ragucci. "L'adesione all'Unione Inquilini dev'essere libera e fortissimamente voluta, perciò non solo non ostacoliamo, ma anzi incoraggiamo le disdette di chi non intende più sostenerci. Ci chiediamo però se la sindaca Virginia Raggi e l'assessora alle politiche abitative Valentina Vivarelli avallino le pesanti accuse o intendano pubblicamente avanzare le necessarie scuse a chi da decenni è baluardo di impegno e partecipazione nei quartieri".  

"Presa di posizione vergognosa"

Di "vergognosa presa di posizione del Comune di Roma attraverso la delegata alle periferie, Federica Angeli" parla anche il sindacato Sunia. A fare rabbia anche qui il riferimento alla gestione di un "racket delle case popolari" ma non solo. "Si rincara la dose, garantendo l'anonimato a chi disdice la delega, come se potesse essere vittima di chissà quali ripercussioni. Affermazioni inaccettabili per organizzazioni come il Sunia che ha una storia cinquantennale di lotte per il diritto alla casa e offensive per gli oltre diecimila iscritti romani che ogni anno rinnovano volontariamente la loro fiducia al sindacato". E ancora, contro l'assessora Vivarelli: "La delegata della Sindaca (ma, caso ancor più grave, anche l’assessore alle politiche abitative Vivarelli, che dovrebbe avere una certa competenza di questa materia) dimostra inoltre di ignorare i contenuti della norma che lei stessa contesta (quella che consente ai legittimi assegnatari di una casa popolare di farsi rappresentare da una organizzazione sindacale), poiché la delega sindacale è consentita soltanto a chi in possesso di regolare assegnazione e non a chi ha occupato abusivamente un alloggio popolare (che in alcuni territori è sicuramente una delle attività lucrative nelle mani dei racket, ma verso i quali il Comune di Roma è passivo osservatore)". 

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"Angeli smemorata e approssimativa"

Contro le affermazioni di Federica Angeli anche Francesca Danese del forum Terzo Settore Lazio, che si dice "sconvolta" dal post della giornalista. "Quello che emerge da questo messaggio è l'odio di una certa antipolitica verso i corpi intermedi, ossia verso la democrazia, il tutto dentro un'argomentazione generica e approssimativa che non rende certo onore alla fama di cronista dell'autrice del post. Lo sa, ad esempio, la delegata che solo chi è regolarmente assegnatario può dare una delega al sindacato?" attacca Danese.

"Approssimativa e smemorata visto che la sua sindaca ha fatto parecchia campagna elettorale tra gli inquilini delle case popolari senza dare in cambio granché visto che anche i buoni affitto, soldi stanziati da governo e regione, vengono erogati con una lentezza intollerabile. Approssimativa, smemorata e depistante visto che, assieme alla collega di Giunta Vivarelli, prova a coprire con annunci choc l’inefficienza degli uffici comunali lasciati colpevolmente sotto organico". E ancora: "In qualche passaggio, il post sembra addirittura un messaggio cifrato alludendo alla possibilità che i sindacati possano addirittura promuovere rappresaglie contro gli stessi inquilini che rappresentano. E’ uno stile che abbiamo imparato a conoscere: spararla grossa per coprire l'inefficienza di un'amministrazione, cercare ossessivamente capri espiatori esterni per influenzare una cittadinanza disorientata e logorata dalla crisi economica e dalla pandemia".

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