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Fatebenefratelli, sindacati contro il piano di rientro: "Tagli inaccettabili"

Indetta per martedì un'assemblea indetta da Cgil Fp, Cisl Fp e Ugl sanità aperta anche ai cittadini: "250 posti a rischio e decurtazione del 20% dello stipendio per i lavoratori"

Torna rovente il clima attorno all'ospedale Fatebenefratelli. Per domani mattina alle 10 i sindacati  Fp Cgil, Cisl Fp e Ugl Sanità hanno indetto un'assemblea, che si terrà nella sala Assunta, aperta a tutti i dipendenti della struttura ospedaliera e alla cittadinanza “perché una delle ultime strutture ospedaliere del centro storico”. Al centro della mobilitazione il “piano di rientro che la proprietà dovrà presentare al tribunale fallimentare entro la metà di settembre già sottoscritto dai 'medici' e da Uil Fp ma non dal comparto composto da infermieri, tecnici, ausiliari” spiega Antonio Cuozzo della Cisl Fp. “Il piano taglia 14 milioni di euro in tre anni a fronte di un buco, secondo quanto ci è stato riferito fin'ora, di circa 270 milioni di euro”. Un piano che “abbiamo già rigettato più volte e che non faremo passare nemmeno questa volta”.

IL PIANO - Per i sindacati all'orizzonte si profilano tagli ed esuberi senza “progetti di rilancio”. Continua Cuozzo: “A rischiare il posto sono ben 250 persone, tra questi 75 medici. Senza considerare i tagli agli stipendi: azzerato il salario accessorio lo stipendio base dovrebbe essere decurtato del 20% in tre anni: 8% il primo, 8% il secondo e 4% l'ultimo. Il tutto senza che le rappresentanze sindacali abbiano numeri chiari tra le mani”. Continua Cuozzo: “Vogliamo capire, in base all'accreditamento regionale, se esistono e a quanto ammontano questi esuberi”.

IL TAVOLO - “La maggioranza dei lavoratori del comparto e delle loro organizzazioni sindacali, esclusa la Uil Fpl, hanno già rigettato l'accordo quadro nelle assemblee, ritenendolo insostenibile e oltretutto privo di un qualsivoglia progetto di rilancio dell'ospedale" si legge in una nota della Cisl. E se l'opposizione a tale piano è totale, “siamo disposti a sederci al tavolo e valutare la soluzione migliore per tutte le parti che porti un incremento di attività, razionalizzazione condivisa di risorse e sacrifici ripartiti equamente”. Tra le richieste disattese “che hanno portato all'abbandono del tavolo lo scorso 13 agosto inoltre l'apertura di un tavolo solo per il nostro comparto che ha contratti diversi rispetto a quello dei medici” conclude Cuozzo.

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