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Farmacap, dipendenti contro la liquidazione: "Ecco le nostre proposte"

I lavoratori, nel corso di un incontro organizzato da Rsa Filcams-Cgil e Rsa Usi, hanno avanzato un piano alternativo. Intanto si prepara la protesta: "Il 10 febbraio saremo in Campidoglio"

Case della salute nei locali vuoti, ''autofornitura'' dei medicinali, nuova governance con stop al commissariamento che dura da quasi un anno e mantenimento del carattere pubblico. È questo il piano lanciato stamattina dagli stessi lavoratori dell'azienda speciale di proprietà al 100% di Roma Capitale, in occasione di una conferenza stampa organizzata nella sede dei gruppi consiliari capitolini a via delle Vergini contro la delibera approvata lo scorso 30 dicembre dalla giunta Marino. All'incontro, organizzato da Rsa Filcams-Cgil Farmacap e Rsa Usi Farmacap, erano presenti, tra gli altri, anche i capigruppo di Sel e Movimento Cinque Stelle in Campidoglio, Gianluca Peciola e Marcello De Vito. L'obiettivo è arrivare a "vere e proprie farmacie di servizi per creare poli civici del mutualismo sociale, con integrazione con ambulatori e farmacie sociali".

Per i lavoratori "non è possibile rilanciare la mission sociosanitaria se non si mantiene il controllo pubblico. Le farmacie comunali sono nate per dare medicinali ai poveri, ma se viene il privato legittimamente vuole fare utili, un fatto incompatibile con i servizi sociali. Siamo convinti che Farmacap non solo possa andare in utile ma addirittura finanziare e rafforzare i servizi e creare veri e propri presidi sociali e sanitari nei territori, perché la stragrande maggioranza delle 44 farmacie comunali si trova in periferia, solo 1 nel Centro storico". Farmacap inoltre "gestisce nidi in convenzione dal 2005: dovevano darci 18 nidi, poi ce ne hanno dati provvisoriamente 5 e alla fine è rimasto solo quello all'Infernetto, in convenzione con il Municipio X, che è situato all'interno di una struttura di proprietà dell'azienda, e quindi senza costi d'affitto".

FARMACAP FORNITORE DI SE STESSA - "Farmacap acquista i medicinali per l'85% dai grossisti e per il 15% dalle ditte: questa situazione va ribaltata facendo diventare l'azienda soggetto fornitore di se stessa. In questo modo già nei quartieri popolari potremmo fare una scontistica sui farmaci anche del 70%. Da questo punto di vista il paragone con Reggio Emilia fatto più volte dal sindaco Marino non regge, perché Farmacap rappresenta da sola il 10% del mercato farmaceutico romano".

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CASE DELLA SALUTE NEI LOCALI VUOTI - "Possiamo organizzare assistenza sociale e agli anziani all'interno delle farmacie, perché abbiamo tutte le competenze professionali all'interno dell'azienda, anche se è chiaro che per il momento non possono essere a costo zero e servono finanziamenti da parte dell'assessorato al Sociale. Potremmo mettere in piedi dei veri e propri presidi sociosanitari territoriali con la possibilità anche di fare le Case della salute grazie alla legge regionale, con servizi anche per malati di Alzheimer e immigrati. Noi abbiamo tre stabili vuoti sul groppone (a Torraccia, Quartaccio e Val Melaina, ndr) e la responsabilità non è dell'azienda, ma delle amministrazioni Veltroni e Alemanno. Questi edifici possono essere utilizzati per attività sociali integrate con le farmacie".

STOP COMMISSARIAMENTO, NUOVA DIRIGENZA - "Il commissariamento di Farmacap da statuto può durare al massimo 4 mesi e invece va avanti da 11, noi vogliamo una soluzione. Se l'azienda continua a essere gestita da una dirigenza che non crede nel rilancio di un polo sociosanitario non possiamo aspettarci interventi che vadano in senso contrario: secondo noi va rinnovata con dirigenti che credono nel pubblico e in un'azienda che produca utili da reinvestire nel sociale. Mi auguro che nel percorso che stiamo facendo riusciremo a convincere maggioranza e opposizione che Farmacap è un bene comune città, perchè il problema non è solo dei lavoratori ma di tutta Roma".

"PROTESTEREMO IN CAMPIDOGLIO" - "Noi continuiamo la nostra mobilitazione, la prossima settimana sicuramente organizzeremo una manifestazione in Campidoglio insieme alle organizzazioni sindacali, probabilmente il 10 febbraio", hanno annunciato i lavoratori. "Noi faremo la nostra parte per ottenere il nostro risultato e quel giorno chiederemo di parlare con la Scozzese, che dovrà ascoltarci. Vogliamo un tavolo tecnico di trattativa con Giunta, partiti maggioranza e opposizione e sindacati, dopo l'impegno già preso a luglio dall'amministrazione ma mai mantenuto".

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