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Sgombero Primavalle, dal Comune un appartamento ogni due famiglie. Mammì: "Cohousing per due anni"

L'assessora l'ha spiegato nel corso di una commissione capitolina sul tema. Poi ha aggiunto: "Speriamo di replicare questa modalità in caso di altri sgomberi perché ci consente di dare una prospettiva diversa alle persone" 

Dopo un anno e tre mesi nel centro di accoglienza di piazza delle Gardenie, a Centocelle, le famiglie sgomberate il 15 luglio 2019 dall'occupazione di via di Cardinal Capranica sono state ricollocate "in cohousing in immobili di edilizia popolare del Campidoglio". Un appartamento ogni due famiglie. La notizia, anticipata da Romatoday all'inizio di ottobre, è stata data questa mattina nel corso di una commissione capitolina dalle assessore al Sociale e a Patrimonio e Politiche abitative, Veronica Mammì e Valentina Vivarelli, e riportata dall'agenzia Dire. In totale sono 78 famiglie, 200 persone in tutto.

Non si tratta di un'assegnazione da parte del dipartimento Politiche abitative, emerge dalle dichiarazioni delle assessore, ma di una misura di natura sociale e temporanea della durata di due anni. L'assessorato al Patrimonio ha infatti messo a disposizione gli alloggi che sono stati assegnati dal dipartimento Politiche sociali. Secondo quanto appreso da Romatoday nelle scorse settimane, all'inizio di ottobre le famiglie hanno incontrato un funzionario del dipartimento Politiche sociali che ha comunicato che l'accoglienza presso il centro sarebbe terminata il 31 ottobre 2020. Dopo quella data l'unica alternativa alla strada sarebbe stato il cohousing proprosto.  

Le famiglie erano state collocate nel centro di accoglienza di Centocelle nelle ore successive allo sgombero a un costo di 20 euro a testa al giorno, 2400 euro al mese a famiglia per oltre un anno. "La temporaneità di questo servizio ci ha imposto di trovare soluzioni, sono state previste delle proroghe ma a un certo punto non si poteva più procrastinare", ha spiegato Mammì. "Vivarelli ha messo a disposizione del mio dipartimento alcuni immobili Erp per potervi collocare le famiglie non con assegnazioni singole ma attraverso forme di co-housing per una durata temporanea di due anni, pari a quella dei Sassat". L'assessora ha poi spiegato: "Abbiamo quindi provveduto ai colloqui con i nuclei e abbiamo trovato uno spirito estremamente collaborativo e propositivo, tanto che loro stessi hanno proposto forme di abbinamento tra le famiglie: li abbiamo portati a vedere gli appartamenti e poi sono stati tutti ricollocati all'interno degli immobili". Per Mammì "è un buon risultato". L'assessora ha spiegato anche di sperare di "replicare questa modalità in caso di altri sgomberi perché ci consente di dare una prospettiva diversa alle persone". 

Secondo quanto appreso da Romatoday le famiglie sono state trasferite in appartamenti collocati tra i V e il VI municipio. Nessuno è quindi tornato nella zona di Primavalle come richiesto dalle famiglie e promesso dall'amministrazione capitolina subito dopo lo sgombero. Secondo alcune testimonianze dei diretti interessati, che preferiscono rimanere anonimi, la scelta dell'amministrazione di collocare due famiglie in un solo appartamento sta comportando, come è immaginabile, notevoli disagi di convivenza quotidiana (a partire dal poter usufruire di un solo bagno), in particolare in un momento di restrizioni dovute all'emergenza sanitaria. Quasi tutte le famiglie, inoltre, hanno bambini che frequentano le scuole. 

L'assessora Mammì, in merito, ha spiegato: "Stiamo provvedendo all'iscrizione nelle nuove scuole e stiamo lavorando anche sul versante del trasporto scolastico". Il primo anno dopo lo sgombero, infatti, i genitori avevano iscritto i propri bambini nelle scuole di Primavalle per mantenere una continuità scolastica e non fargli perdere amici e affetti a causa dello sgombero. Non sarà così e la temporaneità delle nuove soluzioni messe in campo non garantisce una nuova continuità.

Il percorso, ha sottolineato Vivarelli, "si inserisce in un insieme di vari strumenti che l'amministrazione ha portato sul tavolo della Prefettura. La delibera di Giunta 169 ha stanziato un contributo per i nuclei fragili per quanto riguarda il reperimento di un alloggio". In oltre un anno nel centro di accoglienza, però, quasi nessuna delle famiglie ha trovato un proprietario di casa disposto ad affittargli un appartamento con il sostegno all'affitto del Comune. 

Lo spiega anche Vivarelli: "Non è sempre semplice attivare i contratti per queste famiglie, quindi intanto abbiamo costruito un percorso temporaneo con cui possono sostenersi tra loro con due anni di tempo in un alloggio dignitoso per continuare nella ricerca di un contratto stabile, sempre con il sostegno della delibera 169". In realtà anche il sostegno all'affitto stabilito dalla delibera 169 del 2020 è temporaneo, della durata di quattro anni. Anche il secondo trasloco, per le famiglie e per i bambini di Cardinal Capranica, porta a soluzioni temporanee.

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