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Parchi tematici e future residenze universitarie: così Expo 2030 cambierà Tor Vergata

Il quartiere sede dell'esposizione, qualora venisse assegnata a Roma, sarà stravolto. Il direttore tecnico: "Ricuciamo il tessuto urbano e ampliamo il campus"

Incassato l'appoggio del governo Meloni tramite il vicepresidente del Consiglio e ministro degli esteri Antonio Tajani, il Campidoglio si proietta verso le fasi decisive per l'assegnazione dell'Expo 2030. A Parigi, sede del "Bureau International des Expositions", il gruppo di lavoro ha presentato il masterplan, che inizia a dare un'idea di come potrebbe diventare Tor Vergata, il quartiere che ospiterà l'esposizione qualora vincesse la candidatura capitolina.

Tor Vergata simbolo della vocazione universale di Roma

Il progetto, a firma Carlo Ratti, è particolarmente ambizioso e ha come scopo quello di riprodurre urbanisticamente il concetto della relazione tra persone e territori, alla base della candidatura di Roma in concorrenza con Odessa, Busan e Riad. "Fin dalle origini l'uomo si è dato da fare nel trasformare l'ambiente - spiega Matteo Gatto, direttore tecnico di Expo Roma 2030 - e ha modellato la terra con insediamenti e coltivazioni. Questa interazione tra natura e uomo l'abbiamo riportata durante la presentazione a Parigi, portando esempi da tutto il mondo. E' quanto vogliamo riprodurre ad Expo, un evento che vogliamo sia davvero universale e che dia voce a tutte le persone. Su questo tasto abbiamo spinto parecchio, perché rispetto ad altri Paesi l'Italia tutela la libertà d'espressione di tutti". Riferimento neanche troppo velato a Riad, capitale dell'Arabia Saudita, non un esempio di rispetto delle diversità, tutela dei diritti e delle minoranze e soprattutto di rispetto della libertà d'espressione. 

Expo 2030, presentato il dossier: così Roma prova a vincere la corsa per l'assegnazione

L'ampliamento del campus universitario

Entrando nello specifico, l'architetto Gatto -  che è stato direttore anche dell'Expo milanese del 2015 - ha confermato che per Tor Vergata è prevista una vera e propria rivoluzione concettuale divisa in tre zone: "Nel lato sinistro ci sarà uno sviluppo più urbano - continua a RomaToday l'architetto - che vedrà la costruzione di strutture permanenti di ausilio all'evento e domani diventeranno parte dell'espansione del campus universitario. Il villaggio che ospiterà i delegati dei Paesi diventerà una residenza per studenti e docenti e una serie di padiglioni funzionali, dopo Expo saranno incubatori d'impresa e 'spin off' dell'università". 

Il boulevard e i 4 parchi tematici

Al centro il boulevard dove affacceranno i Paesi ospiti, mentre a destra, nella zona est di Tor Vergata, ben quattro parchi tematici: "Quello energetico dove non ci sarà solo fotovoltaico ma anche altre fonti alternative - prosegue Gatto - poi quello dell'agricoltura dedicato allo studio di colture sperimentali che servano al nutrimento delle città in espansione, un parco dell'acqua per la sensibilizzazione allo sfruttamento responsabile delle risorse idriche e infine il parco della Storia, che recupera lo scavo della villa di Passolombardo e lo mette in connessione con il recupero delle Vele di Calatrava". Questi quattro parchi saranno l'eredità verde dell'Expo, fruibili anche dai quartieri limitrofi. A dicembre, con ogni probabilità, ci sarà una conferenza stampa che illustrerà più nel dettaglio il progetto.

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