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San Giacomo, l'assessora Sartore: "Diventerà una Senior House, l'ospedale non aprirà più"

L'assessora al Bilancio in risposta a un'interrogazione alla Pisana

L'ex ospedale San Giacomo diventerà una residenza a misura di anziani. Lo ha confermato l'assessora regionale al Bilancio, Alessandra Sartore, rispondendo in Consiglio alla Pisana a un'interrogazione dei consiglieri di Fratelli d'Italia sul futuro dell'ex nosocomio romano, chiuso dal 2008. "Con la determina G15035 del 22 novembre 2018" ha spiegato Sartore "la Giunta regionale ha autorizzato l'inserimento del San Giacomo nel fondo immobiliare 'i3-Regione Lazio' gestito dalla società Invimit. Valore dell'operazione 61 milioni di euro". 

L'iter è partito nel dicembre del 2017 e nel corso dello scorso anno ha suscitato diverse reazioni politiche. Oltre alla residenza per anziani, si legge nella delibera che ne predispone il trasferimento nel fondo immobiliare, l'immobile potrebbe ospitare anche spazi commerciali, servizi sanitari, un ristorante e parcheggi. Come riportato da Romatoday, anche la Giunta Raggi si era detta pronta a sostenere la mozione bipartisan votata in Consiglio comunale per l'apertura di un tavolo con la Regione per chiede la sospensione del procedimento di vendita dell'immobile storico. La Regione, però, va dritta per la sua strada: "L'obiettivo è quello di valorizzare il complesso immobiliare attraverso progetti di natura socio sanitaria in senso ampio, così come previsto dal lascito del cardinale". 

Il San Giacomo, infatti, è un immobile del 1300, situato tra via del Corso, via Canova e via di Ripetta, in pieno Tridente, donato alla città di Roma dal cardinale Antonio Maria Salviati. Il testamento lasciato dopo la sua morte, avvenuta nel 1602, sancisce la volontà di destinare il bene a fini sanitari. Rispondendo alle critiche dei consiglieri di Fdi, secondo i quali l'ex ospedale rischia di diventare un albergo, Sartore ha replicato: "Si lavora a progetti sanitari, per esempio una Senior House, una forma innovativa di assistenza che consenta agli anziani di avere una vita indipendente, potendo usufruire di molti servizi". 

Inoltre "l'immobile è fuori dalla programmazione sanitaria da dieci anni" ha continuato Sartore. "Non si tratta quindi di una svendita, ma di una seconda vita. Ai cittadini che hanno chiesto di avere di nuovo un ospedale, rispondiamo che non potrà più esserlo perché si è scelto di potenziare la rete delle periferie, e perchè nell'area del centro di Roma vi è già il doppio dei posti letto previsti dalle norme nazionali. In dieci anni il numero di posti letto si è ridotto, quindi riaprire l'ospedale San Giacomo significherebbe chiudere un altro ospedale, come il San Filippo Neri. Inoltre la struttura non risponde alle misure antisismiche e non ha l'accreditamento".

L'assessore al Bilancio ha poi ribattutto all'accusa di svendere l'ex nosocomio. "La stima dell'agenzia del Demanio è in ordine al complesso immobiliare, non si tratta di una valutazione a ribasso. Ci sono due questioni: i costi di ristrutturazione a carico dell'investitore sono ingenti, circa 40 milioni di euro quantificati da Invimit. Dunque l'operazione è da 101 milioni in tutto, e non 61 milioni. Seconda questione: il valore del bene è funzionale alla destinazione del medesimo. Se ci fosse stato un utilizzo commerciale, allora la cifra sarebbe stata superiore a 61 milioni, ma non lo è nel momento in cui parliamo di una Residenza per anziani. Possiamo quindi ritenere di aver realizzato un'operazione di equità e sviluppo". 

Commentano Fabrizio Ghera, capogruppo, e Chiara Colosimo, consiglieri di Fratelli d'Italia alla Regione Lazio: "Lunghe attese per i ricoveri e per gli esami clinici, sovraffollamento dei pronto soccorso, strutture da rinnovare, le notizie che giungono quotidianamente dai nosocomi della Capitale fanno capire come sia indispensabile la riapertura del San Giacomo come ospedale" scrivono in una nota. "Siamo contrari al cambio di destinazione d'uso perché un quadrante cittadino come il Centro storico, frequentemente teatro di grandi manifestazioni pubbliche, che accoglie ogni giorno migliaia di persone oltre ai residenti, personale degli uffici, turisti, forze dell'ordine, lavoratori, sia lasciato senza presidio ospedaliero. A nostro avviso le esigenze alle quali risponde la riapertura del San Giacomo non possono essere accantonate con la motivazione dei tagli alla spesa sanitaria". Infine: "Non condividiamo la scelta di vendere a privati un immobile di grande valore storico e strutturale".

Il no alla vendita, il 21 gennaio scorso, era arrivato anche dal gruppo regionale del Movimento cinque stelle che ha presentato una mozione. Per i cosiglieri pentastellati si tratta di "una vera e propria svendita - appena 1900 euro per metro quadro - per una struttura di pregio storico e architettonico del 1339 nel pieno centro di Roma, per la cui ristrutturazione pochi anni fa la Regione spese 15 milioni di soldi pubblici che ora rischiano di tornare utili a chi vuole guadagnarci per farne un centro
fitness, ristoranti e parcheggi". 

"La privatizzazione di questo bene comune, avviata all'epoca della Giunta regionale di Storace, è il simbolo di come la vecchia politica abbia fatto man bassa persino dei servizi pubblici essenziali come la Sanità" dichiara Roberta Lombardi, capogruppo M5S in Regione Lazio. "Sono anni che chiedo di visitare l'ex ospedale San Giacomo
per verificarne lo stato ma mi è sempre stato negato. Stiamo valutando anche un'azione legale per poter contestare questa operazione" le dichiarazioni Davide Barillari. 

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