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Politica San Lorenzo / Viale dello Scalo San Lorenzo

Un centro commerciale al posto dell'ex Dogana: a San Lorenzo sale la protesta

Dagli abitanti e tra i commercianti si è diffusa una petizione per chiedere di bloccare il progetto. La 'valorizzazione' prevede 'una piastra commerciale', uffici e residenze

“Il nostro centro commerciale è qui!”. Scritta bianca e grigia, sfondo rosso. Nasconde una protesta l'insolito cartello che da qualche giorno è appeso sull'ingresso di diversi esercizi commerciali di San Lorenzo attirando l'attenzione di abitanti e acquirenti. Un campanello d'allarme che invita a schierarsi contro il progetto di “valorizzazione” degli enormi capannoni che per quasi un secolo hanno ospitato la Dogana in via dello Scalo di San Lorenzo 10, a una manciata di metri da Porta Maggiore e dalla ferrovia. Uno spazio di 23 mila metri quadrati che i proprietari dell'area, una società mista pubblico-privata, la Residenziale Immobiliare 2004 spa, vorrebbero trasformare in uno spazio commerciale, uffici e residenze. Il tutto vista tangenziale, la sopraelevata realizzata negli anni sessanta, che da anni ruba luce e restituisce smog ai palazzi che sorgono su via dello Scalo di San Lorenzo. L'attenzione sul progetto è stata accesa da un gruppo di realtà indipendenti del quartiere organizzate nella Libera Repubblica di San Lorenzo ma si sta diffondendo tra i commercianti della zona preoccupati che un nuovo centro commerciale possa fare terra bruciata delle piccole attività economiche del quartiere già messe a dura prova da crisi e movida.

IL PROGETTO – Gli edifici e i capannoni che costituiscono l'area dell'ex Dogana sono stati realizzati nei primi anni del '900 e risultano censiti nella 'Carta della Qualità'.  Nel Piano regolatore generale della città sono un ambito di valorizzazione, ovvero quelle aree alle quali, dismesse o degradate, va data nuova destinazione. Nel 'Progetto Urbano San Lorenzo' presentato alla cittadinanza dall'assessorato all'Urbanistica capitolino e da Risorse per Roma nel maggio del 2010 il destino dell'ex dogana si configura così: “Un elemento lineare a ridosso del fascio dei binari in parte destinato a parcheggi con una copertura a verde (parco lineare) […], un nucelo con una piastra commerciale ed un edificio per uffici su via dello Scalo San Lorenzo e due edifici residenziali”. Gli architetti Rossella Marchini e Antonello Sotgia forniscono le cifre della nuova proposta: “Il Prg prevedeva una superficie realizzabile di 16.922 mq. di cui il 40% destinato a residenza, il 50% a commerciale, servizi e attrezzature turistiche ricettive e il 10% a insediamento produttivo. La nuova proposta avanzata dai proprietari, ipotizzando l’applicazione del Piano Casa, ora rieditato da Zingaretti, con demolizione e ricostruzione, prevede una superficie realizzabile di 19.630 mq. di cui il 42% desinati a residenza, il 30% commerciale, il 10 % produttivo e il 18% a residenza studentesca. Sono previsti in totale 320 nuovi abitanti”.

LA STORIA – La vicenda dell'ex Dogana di San Lorenzo, inizia alla fine del 2002, il 24 dicembre, quando il Consiglio dei Ministri autorizzò l'Agenzia del Demanio a dismettere una serie di beni appartenenti allo Stato, alcuni dei quali sul territorio romano. Lo stesso giorno vennero dismesse anche le tre palazzine di viale Europa all'Eur conosciute come ex Torri delle Finanze il cui progetto di valorizzazione è fermo da anni mentre gli scheletri 'spelati' degli edifici fanno bella mostra di sé all'ingresso del quartiere proprio a fianco del nuovo, futuristico, centro congressi a forma di Nuvola. Proprio come le palazzine dell'Eur, anche l'ex Dogana passò nelle mani di Fintecna Immobiliare spa che istituì una gara per la creazione di una società mista pubblico-privata che procedesse alla valorizzazione degli immobili. Si chiama Progetto Pentagramma e, insieme agli spazi di San Lorenzo, prevede la trasformazione di altri tre immobili: Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato; l'ex Istituto Geologico Nazionale; la riqualificazione dell'area di Valcannuta. Ad aggiudicarsi la gara nel 2007 Pirelli Re (che poi diventerà Prelios), Fingen e Gruppo Maire che insieme detengono il 50% della nuova società che prende il nome di Residenziale Immobiliare 2004. Il valore complessivo dei quattro immobili è stato fissato in circa 368 milioni di euro. Un'interrogazione parlamentare del 12 settembre 2007 che porta la firma di Francesco Storace solleva dei dubbi sulla congruità del valore stabilito. Storace avanza un calcolo: l'Istituto poligrafico si trova in piazza Verdi ai Parioli dove al tempo il costo al metro quadro è fissato a circa 10 mila euro. Si legge nell'interrogazione: “Moltiplicando il costo al metro quadro per la superficie totale dell’immobile, 54.000 metri quadrati, la reale quotazione secondo il mercato immobiliare sarebbe di 540 milioni e non di 368 milioni”. Che per di più è la quotazione totale della maxi operazione e non di un solo immobile.

LA PETIZIONE – L'attenzione sull'ex Dogana è stata accesa da un'iniziativa artistica che ha esposto dentro ai locali opere di stree artist internazionali. “Una trasformazione temporale che ne anticipa la sua completa rigenerazione” si legge nella spiegazione dei curatori. Un allarme per alcuni abitanti del quartiere dove è iniziata a circolare la petizione (www.sdogana.it) per chiedere che il progetto venga bloccato: “Una tale operazione rischia di compromettere definitivamente i già precari equilibri economici e sociali  di quartieri storici e popolari quali San Lorenzo, Pigneto e Casal Bertone, già spremuti da dinamiche speculative che li stanno rendendo invivibili. Quartieri che un tempo erano fulcro di attività artigianali e produttive, lavoro, relazioni. Oggi il tessuto economico, sociale e culturale della città sta mutando profondamente a causa delle leggi di mercato e la corsa al profitto a tutti i costi, in assenza di una pianificazione a sostegno delle esigenze di chi la abita”.

Ex Dogana San Lorenzo, commercianti contro il progetto di demolizione (foto dal sito www.sdogana.it)

San Lorenzo, street art nei locali dell'ex Dogana (foto Carola Catalano)

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