rotate-mobile
Politica

Ama nel mirino dell'Anticorruzione: la formazione del personale affidata sempre alla stessa società

Un esposto è stato depositato all'Anac da capogruppo della Lega in Campidoglio Maurizio Politi. Contestati una serie di affidamenti diretti

Ama, partecipata capitolina addetta a rifiuti e decoro urbano, finisce sotto la lente dell'Anticorruzione. A presentare un esposto contro la municipalizzata è il capogruppo della Lega in Campidoglio Maurizio Politi. Oggetto della denuncia, con richiesta di fare luce sui fatti, una serie di affidamenti diretti alla stessa società per percorsi formativi rivolti ai dirigenti della macrostruttura aziendale.

"Dai bilanci non approvati ai continui affidamenti diretti, la nostra azienda dei rifiuti è vicina ad un punto di non ritorno - commenta il consigliere - assessori cambiati alla stessa velocità dei calzini e dirigenze aziendali che hanno fatto prima ad andarsene che a insediarsi. Tutto questo mentre non abbiamo un piano rifiuti credibile per la città". Ma vediamo nel dettaglio. 

Con l'esposto si contesta la scelta di affidare alla stessa azienda, la società Idea Management Human Capital Srl, percorsi di "Development e Formazione" rivolti appunto al personale interno. Si citano in particolare tre determinazioni, due di aprile e una di giugno 2020, che autorizzano l'affidamento del servizio alla su citata azienda, per un importo rispettivamente di 8mila 800 euro, 28mila euro e 7mila. Alla stessa società poi erano stati richiesti servizi della stessa tipologia, sempre legati alla formazione del personale, già nel 2019 e nel 2018.

Affidamenti diretti quindi, non tramite bando di gara come raccomandato salvo casi eccezionali dalla stessa Anac, e soprattutto sempre alla stessa società. Gli importi singoli restano sì sotto i 40mila euro prevista dalla normativa (in vigore nel periodo pre emergenza coronavirus). Ma desterebbe sospetto, secondo il denunciante, il frazionamento in più procedure distinte eppur ravvicinate nel tempo e con lo stesso oggetto. Un escamotage, è l'accusa, per non superare la soglia di legge. Altra contestazione: la mancanza di un carattere di eccezionalità nella scelta della società in questione.

"Ama motivava tali affidamenti diretti - si legge nell'esposto - con la sussistenza di costi non ancora ammortizzati relativi alla formazione del personale, i quali andrebbero persi in caso di cambiamento del fornitore. In second'ordine che la Società Idea Management, a titolo di esclusiva e con marchio registrato, possiede alcuni strumenti scelti da Ama". Già, la partecipata di via Calderon de la Barca ha già fornito mesi fa una sua giustificazione ai fatti rispondendo a un'interrogazione rivolta alla sindaca Virginia Raggi sempre dal consigliere della Lega Politi. 

La replica di Ama 

Nel dettaglio, nella risposta firmata dal direttore del Personale Marcello Bronzetti, si contestualizza innanzitutto la necessità formativa, parlando di "complessa rivisitazione dell'organizzazione aziendale" con alla base "l'esigenza di valutare tutti i responsabili della macrostruttura di Ama per comprenderne potenziale, capacità, punti di forza, aree di miglioramento e motivazione". E in particolare poi la scelta di rivolgersi alla stessa azienda per assicurare l'applicazione "del medesimo metodo valutativo già impiegato, garantendo in tal modo l'omogeneità di trattamento per tutte le risorse coinvolte nel complessivo processo di sviluppo" da una parte, e dall'altra di "massimizzare il know how acquisito all'interno del Servizio Organizzazione e Sviluppo del Capitale Umano della direzione Risorse umane di Ama, nell’ambito della quale molte risorse sono certificate sui processi di Assessment e Development - qualifica conseguita attraverso la partecipazione ad un master, accreditato e unico in Italia per la certificazione di Assessor". Fornito appunto dalla società Idea. 

Due quindi le ragioni della scelta a senso unico: da una parte l'esigenza di omogenizzare il tipo di formazione fornito, dall'altra la supposta unicità della prestazione. Aspetto contestato nell'esposto, dove a tal proposito si citano le linee guida di Anac del 2017: "L'esistenza di un diritto esclusivo non implica che il bisogno del contraente non possa essere soddisfatto in modo adeguato anche ricorrendo ad altri prodotti o processi. Peraltro, anche in presenza di un diritto esclusivo potrebbero esistere distributori indipendenti o operatori economici che accedono al bene, che possono offrire in concorrenza tra loro un determinato prodotto o servizio". 

Sempre Anac afferma che "neppure un presunto più alto livello qualitativo del servizio ovvero la sua rispondenza a parametri di maggior efficienza può considerarsi sufficiente a giustificare l'infungibilità. Si tratta di elementi che, da soli, non possono condurre al ricorso alla procedura negoziata senza bando precludendo in tale modo ad altri potenziali concorrenti di presentare offerte qualitativamente equipollente se non superiori al presunto unico fornitore in grado di soddisfare certi standard". 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ama nel mirino dell'Anticorruzione: la formazione del personale affidata sempre alla stessa società

RomaToday è in caricamento