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Rifiuti, ora è emergenza e lo dicono tutti. La Regione chiede decisioni, Raggi e Ama non hanno un piano

Chiusa, per ora provvisoriamente, la discarica di Colleferro, Comune e Regione riaccendono le vecchie polemiche. E rispetto al passato le parole crisi ed emergenza non sono più un tabù

Ci risiamo. Roma ripiomba in una situazione di emergenza rifiuti. Dopo la nota di Ama di ieri, oggi è l'amministratore unico della municipalizzata, Stefano Zaghis, ad usare parole che lasciano poco spazio all'interpretazione: "Roma da ieri alle 17.55 è in emergenza". A mandare in tilt l'equilibrio precario di raccolta e smaltimento è un'inchiesta della magistratura che, per indagare sulla morte di un operaio, ha deciso di chiudere la discarica di Colleferro. Un'accelerata, provvisoria, rispetto a quello che accadrà da gennaio con la chiusura definitiva. Tanto è bastato però per riaprire vecchie ferite e a rimettere sulle rispettive posizioni Comune e Regione. Raggi e Zingaretti, dopo un periodo di pace, tornano infatti a rimpallarsi le responsabilità. C'è però una novità rispetto al passato che rende in qualche modo differente questa situazione: tutti gli attori, a differenza del passato, usano parole come "crisi" o "emergenza".

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E' opportuno fare un passo indietro, tornando all'ultima emergenza rifiuti, quella di inizio luglio chiusa grazie ad un'ordinanza regionale. Nel documento si obbligavano gli impianti del Lazio ad accettare i rifiuti di Roma. Gli scarti degli impianti sarebbero dovuti andare a Colleferro, come accaduto in questi mesi. Colleferro che ha però una scadenza: il 6 gennaio. Una data scritta e conosciuta da tempo, da tutti gli attori.

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Sempre nell'ordinanza c'erano delle prescrizioni per Ama: in particolare era fatto obbligo di approvare i due bilanci mancanti, 2017 e 2018. L'ordinanza, oltre a risolvere l'emergenza, aveva suggellato una pace tra Regione e Comune, con Raggi che preconizzava l'invio dei rifiuti all'estero come soluzione più duratura. Il piano, rimasto lettera morta, è naufragato insieme all'ennesimo cda di Ama, saltato per le divergenze sul bilancio 2017, rimasto non approvato. Un passaggio, quello della mancata approvazione del bilancio, che secondo tanti rende poco credibile sul mercato la municipalizzata romana. Nel frattempo è arrivato anche il piano rifiuti regionale con cui si chiede al Comune di individuare una discarica provvisoria, un centro di stoccaggio per dirla con il ministro Costa. 

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Raggi ed Ama senza un piano

Messi in fila i fatti, si evidenzia l'inerzia del Comune che, dopo la gestione Montanari e l'obiettivo della differenziata al 70% con un piano da più parti definito lunare, è di fatto rimasto immobile, senza una visione, senza piano industriale, senza soluzioni anche solo nel breve periodo. Un fatto talmente vero che oggi, l'amministratore unico Zaghis spiega in un'intervista alla DIRE: "Il piano industriale di Ama sarà discusso prima col socio. L'azienda ancora non sa cosa vuole proporre, sta facendo un percorso di valutazione rispettando la normativa europea al 2035 che prevede per quel termine che i conferimenti in discarica dovranno essere non oltre il 10%".

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Raggi scrive: "Indicare senza indugio un sito alternativo"

Preso atto della chiusura della discarica di Colleferro, ieri sera la sindaca ha scelto la strada di una lettera per chiedere soluzioni: "Indicare senza indugio e non oltre la data del 21/11/2019 un sito alternativo" dove conferire circa 1.100 tonnellate al giorno di scarti di rifiuti, "onde scongiurare una grave crisi nella raccolta".

Zingaretti: "A Roma si continua a non fare i conti inspiegabilmente con la realtà"

A stretto giro la risposta di Zingaretti che guarda alla chiusura definitiva di inizio gennaio: "E' urgente che l'amministrazione comunale individui il sito in cui conferire i rifiuti o si rischia veramente un'emergenza drammatica". Zingaretti poi attacca la sindaca, ricordando anche come il ministro Costa abbia chiesto al Comune di decidere: "Siamo alle solite perché è noto a tutti, a me, al ministro, che la legge prevede che deve essere l'amministrazione comunale o l'Ama ad individuare il sito in cui conferire i rifiuti e la Regione, entro le sue competenze, qualora fosse necessario, autorizzare il  conferimento". 

Il Governatore quindi spiega: "Purtroppo a Roma si continua a non fare i conti inspiegabilmente con la realtà. Da giorni con lettere formali ho avvertito il Campidoglio che dal primo gennaio non ci sarà più disponibilità nel sito di Colleferro. Ho informato il ministro Costa della gravita' della situazione perche' si prendano provvedimenti molto seri, altrimenti il rischio per la Capitale diventa enorme". Nella lettera, che RomaToday ha potuto visionare, si fa riferimento a "difficoltà nella raccolta rifiuti" e alla necessità di indicare un impianto.

E in una nuova lettera Zingaretti ricorda a Raggi il quadro normativo

“Gentile Sindaca, in riscontro alla sua comunicazione mi corre l’obbligo di informarla che il vigente quadro normativo e in particolare l’art. 198 D.lgs. 152/2006, prevede che i Comuni nel concorrere alla disciplina dei rifiuti stabiliscano, tra l’altro, tutte le misure che assicurino la tutela igienico-sanitaria in tutte le fasi della gestione dei rifiuti: le modalità del servizio di raccolta e trasporto; le modalità di conferimento della raccolta differenziata e del trasporto dei rifiuti urbani nonché le misure necessarie ad ottimizzare le forme di conferimento, ivi inclusa la scelta del sito di conferimento. La competenza a individuare un sito alternativo di conferimento per le 1000 tonnellate/giorno conferite nel sito di Colleferro è di piena responsabilità della Sua amministrazione, così come la pianificazione dei flussi di distribuzione”
 

Il ministro Costa fa il pompiere

Costa, avvisato da Zingaretti della gravità della situazione, prova a fare il pacificatore: "Sui rifiuti, Roma sconta una situazione irrisolta da oltre 20 anni. Nell'ultimo anno e mezzo stiamo faticosamente trovando ogni volta la soluzione migliore per il bene dei cittadini, nell'ottica di un percorso di soluzione virtuoso che, ovviamente, ha tempi lunghi. Sebbene le competenze del tema siano in capo alle istituzioni locali, come è noto, non ci siamo mai tirati indietro. E anche in queste ore  stiamo seguendo con lo staff del ministero la situazione - aggiunge - Bisogna lavorare tutti insieme, abbassando i toni e alzando il livello di attenzione e collaborazione, nell'unica ottica vincente che è il bene dei cittadini". 


 

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