rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica Eur / Viale dell'Aeronautica

Emergenza pini, la sperimentazione anti cocciniglia non è terminata: “Cerchiamo metodo migliore”

Chiesto anche un censimento degli alberi: quello che c'è risale al 2014

Ci sono ancora migliaia di alberi da curare. E, soprattutto, va verificato l’effetto che il trattamento messo in campo riesce a garantire. La battaglia per salvare i pini romani dall’attacco della cocciniglia tartaruga non è ancora vinta.

Il censimento da aggiornare

Sono circa sei o settemila gli esemplari di Pinus pinea su cui l’amministrazione cittadina deve ancora eseguire il trattamento endoterapico. Un numero approssimativo, perché ad oggi un vero e proprio censimento dei pini romani ancora non c’è. “Ne abbiamo uno che però risale al 2014-2016” ha spiegato il dipartimento ambiente, nel corso di una commissione trasparenza dedicata all’emergenza cocciniglia. Il parassita alieno, giunto a Roma nel 2018, ha falcidiato i pini presenti sul territorio. Sono circa cinquantamila, quelli situati lungo le strade ed i giardini curati dal Campidoglio. Molti di più, invece, quelli presenti nelle riserve o negli spazi verdi dei privati. Quanti siano in tutto, non è chiaro.

“Il problema maggiore è l'anagrafica dei pini. Non si conosce cioè lo stato dettagliato di ogni singolo albero, nonostante gli uffici capitolini ci abbiano spiegato che esiste un registro del numero di pini sulle singole strade ma con discrepanze, trattandosi di elenchi non aggiornati” ha sottolineato Flavia De Gregorio, la capogruppo della lista civica Calenda, che anche per questo ha chiesto la convocazione di una commissione trasparenza.

L'effetto dei trattamenti anti cocciniglia

C’è un altro tema, tutt’altro che secondario. Riguarda gli effetti del trattamento. Si è cominciato a studiarli in maniera analitica solo di recente e l’università della Tuscia, in un recente incontro al Crea, ne ha diffuso i risultati. Posto che esiste solo un tipo di insetticida attualmente autorizzato, l’abamectina, va compreso quanto tempo resti efficace. Perché, com’è emerso dagli studi dell’università, non basta iniettarlo una sola volta nel tronco degli alberi. 

“L’insetticida è unico, ma va compreso meglio il metodo con il quale utilizzarlo” ha spiegato il funzionario del dipartimento ambiente intervenuto in commissione. Perché “esistono sette differenti metodologie”e, quella analizzata dall’università della Tuscia, ha dimostrato che il principio attivo una volta raggiunta la chioma resta efficace per circa tre mesi. Per coprire i pini dall’attacco della cocciniglia, quindi, servirebbero quattro trattamenti l’anno. Cosa che non è sostenibile sul piano economico, per le alberate stradali, né lo è da un punto di vista fitosanitario, perché  “con tanti interventi si rischia di danneggiare la pianta dal punto di vista di fitotossicità ma anche sul piano delle lesioni. Una cosa è fare un forellino una volta l’anno – è stato sottolineato dal dipartimento ambiente - una cosa è ripeterlo per quattro volte”. Pertanto la sperimentazione continua, alla ricerca di una modalità ottimale. Anche per gli alberi che sono presenti nelle pinete, ad esempio a Castelfusano, che in molti casi sono impossibili da raggiungere anche per un solo trattamento endoterapico.

Un patrimonio da proteggere

“Riteniamo sia necessario un maggiore impegno da parte dell’amministrazione – ha commentato Andrea De Priamo, il presidente della commissione trasparenza – affinché venga risolta la grave problematica che sta determinando la morte di numerosi pini un patrimonio della nostra città che va salvaguardato e tutelato”. Sulla stessa linea le considerazioni di Antonio De Santis, il vicepresidente della commissione. “Quel che è certo – ha commentato De Santis – che occorre ancor prima rafforzare gli uffici competenti con risorse umane ed economiche idonee a produrre tutti gli interventi utili, in primis il monitoraggio, garantendo anche il coinvolgimento degli ordini professionali del settore”. Un lavoro che si sta facendo, grazie agli accordi ed alle collaborazioni avviate dal Comune con il Crea e l’ordine dei dottori agronomi e forestali. Ma la battaglia per salvare gli alberi simbolo della Capitale è ancora lunga. 
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Emergenza pini, la sperimentazione anti cocciniglia non è terminata: “Cerchiamo metodo migliore”

RomaToday è in caricamento