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Finisce l'emergenza freddo, senza tetto tornano per strada. Cri: "Raggi trovi soluzioni"

170 le persone accolte nei container di via Ramazzini

Finisce l'emergenza freddo, con le temperature primaverili i senza tetto ospitati nelle strutture messe a disposizione dal Comune rischiano di tornare a vivere per strada. La denuncia parte della Croce Rossa di Roma che quest'anno per il far fronte alle basse temperature invernali ha allestito 450 posti. 170 solo nel centro di via Ramazzini che chiuderà il prossimo 30 aprile. "I nostri operatori stanno lavorando in questi giorni a stretto contatto con la Sala Operativa Sociale del Comune di Roma per il ricollocamento delle persone più fragili in altre strutture" scrive Debora Diodati in una nota. "Ma il dato che emerge è che su Roma sono pochissimi i posti disponibili. Dunque c'è il serio rischio che queste persone siano di nuovo destinate alla vita in strada". Il problema  dell'accoglienza delle persone senza dimora in città, per Diodati, è "strutturale". 

La Croce Rossa si concentra sul centro allestito in un'area verde all'interno della propria sede in via Ramazzini. Si tratta delle casette 'Better Shelter' progettate da Ikea per rifugiati che a dicembre hanno sollevato le proteste dei Movimenti per il diritto all'abitare e dei sindacati in quanto destinate anche agli sgomberati. Questa struttura, fa sapere la Croce Rossa, "ha accolto dal 17 gennaio scorso 411 persone senza dimora di cui 318 uomini e 93 donne, tra italiani (131) e stranieri (280) provenienti da paesi diversi tra cui prevalentemente Europa dell'Est, Nord Africa e Africa Occidentale, età media 45/50 anni. Il centro ha ospitato anche cani essendo quello delle persone senza dimora che vivono con animali da compagnia un fenomeno molto presente".

Continua Diodati "All’interno della struttura di accoglienza gli ospiti hanno trovato assistenza, costruito relazioni e si è venuta a creare una comunità eterogenea, nella quale italiani e stranieri, anziani e giovani, uomini e donne sono riusciti a trovare una risposta emotiva al dolore della solitudine che affligge la vita di molti senza dimora abituati o condannati a vivere in strada. Una buona parte degli ospiti soffre di varie tipologie di fragilità sanitarie, malattie croniche determinate dalla vita di strada, dipendenza da alcol o da sostanze". Non solo. "In questi mesi la Sala operativa sociale del Comune di Roma ha inviato presso la nostra struttura anche alcune donne vittime di violenza domestica; in emergenza era necessario offrire loro un rifugio, seppur temporaneo, in attesa di individuare posti in case famiglia più adatte alle esigenze di queste donne già sofferenti". Persone che, il prossimo 30 aprile, resteranno senza un posto. 

Così l'appello alla sindaca Virginia Raggi "a non disperdere quanto messo in campo in fase di emergenza ma anche a trovare soluzioni più organiche che facciano di Roma una città dove le fragilità economiche e sociali trovino risposte adeguate. Anche il centro della CRI di Roma in Via Ramazzini ha dimostrato che, se si lavora su tempi più lunghi, si possono mettere in atto processi di inclusione e di reinserimento a partire dal lavoro. Ci auguriamo che si possano trovare soluzioni e siamo disponibili a collaborare con le istituzioni".

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