Incidenti e cariche, cinghiali padroni di Roma: il piano di contenimento si è arenato
Da Decima Malafede alla Cassia è ancora "emergenza" cinghiali. Il presidente del Municipio XV, Stefano Simonelli: "Bisogna agire"
Residenti accerchiati, cani aggrediti, avvistamenti ormai quotidiani intorno a cassonetti della spazzatura, per le strade e nei parchi, pericolosi scontri notturni con le auto: i cinghiali a Roma sono ovunque e la fanno da padroni.
Cinghiali padroni di Roma
Una convivenza difficile da nord a sud della città con le aree intorno alle grandi riserve naturali ad essere ovviamente tra le più sensibili.
Da Decima Malafede gli ungulati si spostano nei quartieri di Spinaceto, Casal Brunori, Mostacciano, Vitinia, Trigoria e Casal Fattoria "nei pressi delle abitazioni, scuole e transitano indisturbati per le strade con atteggiamenti minacciosi anche in assenza di cani" - scrive il Coordinamento dei Comitati del IX Municipio che ha portato sul tavolo del Prefetto la questione chiedendo "il superamento dell’attuale situazione di emergenza".
In giro con il passeggino viene caricato da un branco di cinghiali: "Sono un miracolato"
Monte Mario e Cassia: dove i cinghiali sono "emergenza"
Criticità che non risparmiano nemmeno Roma nord con Monte Mario e la Cassia tra i territori maggiormente vessati dalla presenza dei cinghiali.
Così se nel parco delle Benedettine un branco obbliga i bambini a stare lontani da altalene e scivoli non va meglio sull'altro versante dell'Insugherata con via Italo Panattoni presa d'assalto tra decine di cinghiali in cerca di cibo e carcasse che, presumibilmente dopo investimenti fortuiti, rimangono sul ciglio della strada per giorni.
Cinghiali sulla Cassia: scontri e incidenti
Domenica scorsa, nei dintorni dell'Inviolatella Borghese, lo scontro tra un suv ed un cinghiale con l'animale ad avere la peggio. Una zona già tristemente nota per un altro tragico incidente: è proprio li nei dintorni che nel marzo del 2017 perse la vita Nazzareno Alessandri, travolto da un cinghiale mentre si trovava in sella al suo scooter Honda Sh.
Il piano di contenimento cinghiali fermo al palo
Una vera e propria invasione. Le soluzioni, nonostante annunci e litigi sull'asse Comune-Regione, al palo. A denunciarlo il presidente del Municipio XV, Stefano Simonelli: "L’emergenza cinghiali a Roma dura da dieci anni ma è vero che, non essendoci un contenimento, c’è stato un aumento di questi animali che incide specialmente sulle zone periferiche. Al momento come Municipio non possiamo fare niente se non premere perché gli enti competenti, Regione, Comune e Città metropolitana, arrivino ad un accordo" - ha detto il minisindaco ai microfoni dell'AdnKronos.
Il riferimento è al protocollo d’intesa e operativo che stabilisce chi deve fare cosa nell’ambito urbano "e che al momento - rileva il presidente grillino - si è arenato".
Tre anni fa, proprio su sollecitazione del Municipio XV, è partito un tavolo, coordinato dalla Prefettura, e si è arrivati ad un testo condiviso. "Sono stato a tutte le riunioni in Prefettura - racconta Simonelli - Si erano stabilite delle linee guida, risolvendo così il problema atavico del 'chi deve fare cosa'. Ogni singolo intervento poi avrebbe avuto un approfondimento zona per zona, una cosa è un cinghiale in un parco, un’altra in una zona stradale. Qualche mese fa il testo è stato approvato dalla Giunta regionale, poi tutto si è arenato. Roma Capitale e Città metropolitana hanno chiesto delle modifiche sull’utilizzo dei previsti potenti sedativi, troppo impattanti sui cinghiali, che non avrebbero permesso di rimettere l’animale in produzione, o di riutilizzare la carne o di reinserirlo in altri ambienti".
Il presidente del Municipio XV: "Su cinghiali bisogna agire"
Da li, nonostante ad un passo dall’accordo, il nulla. "Pochissimi giorni fa ho affrontato la questione a livello capitolino dove mi è stato assicurato che l’interlocuzione è in corso e si sta arrivando ad un accordo con la Regione. Io però finche non vedo, non credo. Non vorrei - ha proseguito Simonelli - che tre anni di lavoro andassero in fumo. Sono testardo, starò addosso a tutti quanti affinché ci diano la possibilità di intervenire. Anche perché il protocollo è l’inizio, non la conclusione, di un percorso operativo. Siamo stati tanto tempo a discutere al tavolo: ora cerchiamo di agire visto che ormai gli ungulati sul territorio sono una presenza davvero importante".