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Emergenza cinghiali, gli animalisti contestano la Raggi: "No all'eutanasia, sì ai vaccini contraccettivi"

Animalisti Italiani, LAV ed Enpa mettono all'indice il protocollo sottoscritto dalla Giunta Raggi e propongono in alternativa la vaccinazione contraccettiva:"Sterilizza le femmine anche per 5 anni"

Il protocollo d'intesa che la Giunta Raggi  ha deciso di sottoscrivere con un'apposita delibera  non piace agli animalisti. L'idea di  limitare il proliferare di ungulati in territorio cittadino, ricorrendo anche alla loro soppressione, ha fatto balzare dalla sedia realtà come la Lav, l'Enpa e gli Animalisti italiani. Insieme, le tre realtà, hanno deciso di uscire allo scoperto con una nota.

La delibera contestata

"Dove sono finiti i 'metodi ecologici' o di 'controllo indiretto', ovvero le attività non cruente mirate ad evitare gli abbattimenti dei cinghiali in zone individuate dal Comune? - hanno chiesto le tre associazioni che si battono per i diritti degli animali. "La giunta capitolina ha approvato una delibera sul controllo numerico dei cinghiali in strade e parchi della Capitale che prevede l’abbattimento o il trasferimento in allevamenti per il consumo alimentare". Ma la soluzione individuata non piace.

Lo stratagemma burocratico

Secondo Animalisti Italiani Roma, LAV Roma ed ENPA Roma, lo schema di procedura operativa che è stato sottoscritto dal Campidoglio è "solo uno stratagemma burocratico volto esclusivamente ad avallare l’aumento degli abbattimenti". I centri residenziali per cinghiali di cui aveva parlato il presidente della Commissione Ambiente Daniele Diaco, non sono più stati individuati.

L'impegno del comune

Nel protocollo non ve n'è traccia. Anche se, tra i compiti affidati al Comune, compare anche quello di "promuovere e sostenere iniziative volte all'individuazione di metodi alternativi agli abbattimenti selettivi per il contenimento della popolazione animale". Quest'onere viene alla fine di un lungo elenco di attività che l'amministrazione cittadina dovrebbe garantire a partire dalla pulizia delle strade dai rifiuti, visto che i cinghiali amano cibarsene.

La proposta alternativa: gli immuno contraccettivi

Dagli animalisti, che contestano il ricorso all' eutanasia, arriva una proposta per "una differente gestione del problema. La soluzione non violenta che viene prospettata è "costituita dai vaccini immuno-contraccettivi, la cui efficacia risulta da tempo comprovata: è sufficiente, infatti, una somministrazione perché una femmina di cinghiale non si riproduca per un periodo che può arrivare fino a cinque anni".

La richiesta: sospendere la delibera

Alla luce dell'alternativa proposta gli animalisti romani hanno chiesto al Campidoglio di "sospendere la delibera comunale del 27 settembre scorso a la sua attuazione". Poi, sempre nel rispetto della vita degli animali, si chiede al Comune di varare "in tempi brevi" un progetto che punti all'adozione della immunocontraccezione, come alternativa al proliferare dei cinghiali. Dopotutto, potrebbe rientrare tra quei metodi alternativi all'abbattimento che il Campidoglio si è impegnato a cercare.

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