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Emendamento 'svendi Roma', è rivolta: in aula potrebbe essere rivisto

Accantonato, è ora al vaglio del presidente della Commissione Bilancio. Sorpreso dalla norma il sindaco Marino: "Non si può mettere in alcun modo in discussione il risultato del referendum del 2011"

"Roma non si svende". E' unanime il coro di protesta che si leva dalla Capitale dopo l'approvazione in commissione bilancio al Senato del cosiddetto emendamento 'svendi Roma', voluto dalla senatrice Linda Lanzilotta (Scelta Civica) e votato da esponenti di Pd, M5S e Lega. Il provvedimento, giunto come un fulmine a ciel sereno, ha sorpreso tutti dal sindaco alla maggioranza ed anche il Governo che, investito della questione, starebbe lavorando ad un accantonamento della norma a favore di una versione più soft. Due i passaggi più controversi, quello relativo alla vendita delle quote Acea e quello in cui si parla di licenziamenti per le municipalizzate in dissesto.

Il sindaco Marino, appreso della norma, ha aspettato a prendere una posizione netta. Nel pomeriggio di ieri poi le dichiarazioni che senza se e senza ma dicono no alla privatizzazione dell'Acea. "Non si può mettere in alcun modo in discussione il risultato del referendum del 2011. Noi vogliamo che resti in mano pubblica e puntiamo al rilancio industriale dell’azienda perché si tratta di uno dei settori strategici della città. Quel referendum ha sancito la contrarietà degli elettori  nei confronti della privatizzazione dei servizi pubblici locali. Chiunque pensi alla svendita del patrimonio pubblico, dunque, non troverà terreno fertile in questa Amministrazione”.

"Abbiamo studiato il testo dell’emendamento – prosegue - e ne abbiamo discusso le possibili implicazioni nella riunione con i capigruppo di maggioranza. La posizione di questa Amministrazione in merito alla possibile cessione di quote di Acea è dunque di ferma contrarietà all’emendamento votato in Commissione Bilancio del Senato".

No alla cessione di Acea quindi. Nessuna parola, nella nota ufficiale, sulla possibile liberalizzazione dei settori dei trasporti e dei rifiuti.

La questione 'svendi Roma' ha spinto Marino a disertare la giunta. Luigi Nieri, vicesindaco, ha spiegato che "non ha partecipato alla giunta di questo pomeriggio, perchè c'era questo problema dell'emendamento Lanzillotta, interno al Dl Salva-Roma, un elemento per noi di grande preoccupazione". "Anche grazie a questo lungo lavoro", spiega Nieri, "che ha impegnato Marino, abbiamo appena appreso che l'emendamento è stato accantonato in attesa del parere della commissione bilancio".

La questione ha 'sconvolto' l'agenda della giunta e della maggioranza. Da D'Ausilio, capogruppo Pd, a Peciola capogruppo Sel, fino agli assessori Ozzimo e Masini, il no è unanime. Silenzio dal rutelliano Improta. Vigili, ma non troppo critiche le opposizioni, con l'eccezione del Movimento Cinque Stelle.

Proprio il Movimento Cinque Stelle in Parlamento ha tenuto ieri a specificare che "precisiamo che siamo favorevoli al comma 5-bis, relativo alla richiesta al comune di Roma di trasmettere al Ministero dell'Economia e delle Finanze, entro 90 giorni, un rapporto che evidenzi le cause della formazione negli anni 2009-2012 del disavanzo di bilancio di parte corrente nonche' l'entita' e la natura della massa debitoria da trasferire alla gestione commissariale, nell'ottica di accertare le responsabilita' del dissesto. Siamo fortemente contrari invece alla parte restante dell'emendamento, che prevede privatizzazioni di enti pubblici partecipati e licenziamenti per motivi economici". La nota pentastallata prosegue dicendo che il "movimento ha sempre avuto una posizione chiara, coerente con gli esiti del referendum del 2011 . Non ci risulta infine di avere apposto la nostra firma sull'emendamento e chiederemo immediata rettifica".

Sulla stessa linea il gruppo in Campidoglio: "Da sempre impegnati nella battaglia per l'acqua pubblica nel rispetto dell'esito referendario, ci opporremo con ogni mezzo, come abbiamo sempre fatto, a qualsiasi tentativo di vendita ACEA. Stesso dicasi per gli altri servizi pubblici, a cominciare da quello del trasporto pubblico locale e quindi dalla municipalizzata ATAC, azienda sul cui fronte siamo e saremo pervicacemente impegnati al fine di ridurre gli sprechi, migliorare le condizioni di lavoro evitare ogni forma di privatizzazione. Siamo invece assolutamente favorevoli a fare chiarezza sul debito di Roma Capitale e sulle sue cause (circostanza quest'ultima evidentemente strumentalizzata) e lo dimostreremo con i prossimi atti assembleari e con le nostre interrogazioni riguardo a numerose voci di bilancio, sprechi e settori economici "strategici" su cui faremo la più totale trasparenza".

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