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Elezioni Comunali Roma 2021

Quote rosa e guerre tra correnti: le primarie nei municipi riaprono le ferite nel PD

I retroscena dietro alle candidature maturate in questi giorni. Non mancano i mal di pancia all'interno del partito

Nel giorno della consegna delle ultime candidature per le primarie dei municipi, nel partito democratico esplodono i malumori per il puzzle che si è andato delineando. Due i temi che tengono banco: la gestione delle candidature femminili e gli accordi tra le correnti per spartirsi i vari territori. "Riuscire a fare peggio della storia del notaio? Fatto!", scrive su facebook l'ex assessore della giunta Marino Paolo Masini, raccogliendo like e commenti dentro e fuori il partito.

Dirigenti ed eletti, interpellati da RomaToday, preferiscono non esporsi. Qualcuno lo fa, confidando nell'off the records: "Ma ti pare che paracadutano una candidata che non ha mai fatto territorio e che aspetta il prossimo giro in parlamento a discapito della esperienza e degli sforzi di chi sta sul pezzo?". Il riferimento è a Lorenza Bonaccorsi, candidata del PD in I municipio, candidata a discapito di Emiliano Monteverde e Stefano Marin, amministratori locali già in campo. Proviamo a ricostruire, grazie a conferme incrociate da varie fonti, quanto accaduto in questi giorni. 

Le quote rosa

"Almeno un terzo delle candidature femminili". Così alla vigilia dell'approvazione del regolamento delle primarie parlava a RomaToday un dirigente del partito romano. La regola non è stata messa nero su bianco nel regolamento, ma ad imporla nei fatti, con un intervento dall'alto, è stato Enrico Letta. La scorsa settimana, scorrendo il quadro che andava delineandosi, con l'assenza di candidature femminili in municipi sulla carta vincenti per il centrosinistra, il segretario dem ha deciso di prendere in mano la situazione per evitare nuove polemiche. Ha così alzato la cornetta ed ha chiamato Roberto Gualtieri, candidato sindaco del PD ed esponente della corrente che stava monopolizzando la maggior parte della candidature. Quindi la decisione di intervenire e di chiedere a Lorenza Bonaccorsi a scendere in campo in I municipio e di provare a convincere Beatrice Lorenzin a candidarsi nel X municipio. Il pressing è andato a segno con la prima, tra la sorpresa generale dei candidati già in campo in centro storico. A completare l'opera la moral suasion per far convergere Emiliano Monteverde e Stefano Marin sulla Bonaccorsi, che aveva posto la condizione della strada spianata per candidarsi.

Così, dopo un weekend di trattative Monteverde, espressione dell'uscente giunta Alfonsi, si è arreso. Con lui, 24 ore dopo, anche Stefano Marin. Tutti con Lorenza Bonaccorsi, con non pochi mal di pancia da parte degli "sconfitti" e per la gioia, come abbiamo raccontato questa mattina, di chi in municipio aveva attaccato l'iniziativa politica di Sabrina Alfonsi.

L'operazione non è invece riuscita nel X municipio, territorio dove i dem da pronostico potrebbero non raggiungere neanche il ballottaggio. Beatrice Lorenzin non ha infatti accettato la candidatura. Così, secondo quanto risulta a RomaToday, si è tentata la carta Mara Azzarelli, stimata giornalista di Canale 10, che però ha cortesemente declinato l'invito. Sono quindi volati gli stracci tra correnti, con una doppia candidatura. 

Alla fine, scorrendo i 15 municipi, il PD schiera in totale sette donne. Nel II municipio Francesca Del Bello, presidente uscente, è stata confermata. Nel I la Bonaccorsi ha la strada spianata contro i candidati di Demos e Liberare Roma. In IX municipio Titti Di Salvo se la vedrà da favorita (con lei quasi tutte le correnti), per quanto riguarda il PD, contro Alessandro Lepidini. In XII Gioia Farnocchia sarà il terzo incomodo dem nella sfida tra Marco Miccoli ed Elio Tomassetti. In XIII Sabrina Giuseppetti sfiderà Roberto Fera, mentre in XIV Ileana Argentin prova a tornare su Roma sfidando Marco Dalla Porta. In XV Gina Chirizzi si opporrà al Torquati bis. Nel resto dei municipi candidature di soli uomini. Per il resto, il rosa nella coalizione sventola soprattutto grazie alle candidature degli altri partiti. 

Guerra tra correnti

C'è poi la guerra tra correnti. Se nelle primarie per il sindaco c'è stata una sostanziale convergenza unanime del PD su Gualtieri, nei municipi le logiche delle correnti hanno avuto decisamente la meglio. In particolare la corrente degli ex dalemiani che fa capo a Claudio Mancini e che ha in Gualtieri il punto di riferimento, è stata quella più attiva che più di tutte ha provato a fare la voce grossa. Candidati forti sono quelli del VII e del XII, con tentativi importanti anche in IV. Si registra in molti casi un'alleanza con una parte degli zingarettiani, in particolare l'ala che fa capo a Mario Ciarla, con la quale si prova un'operazione vincente in XIII, con Sabrina Giuseppetti, e nel IV municipio, con Federico Proietti. Inedita, e fonte di grossa curiosità, è invece la sfida di Monteverde, dove i manciniani hanno la loro roccaforte, e dove Miccoli, corrente Zingaretti, prova, appoggiato anche da Caudo, a far saltare il banco. Manciniani e Zingarettiani-Caudo contro anche nel III dove Paolo Marchionne, ex presidente del municipio, prova a rilanciarsi sostenuto dall'attuale presidente Caudo. A sfidarlo, sostenuto dai manciniani, l'assessore dell'attuale giunta Francesco Pieroni. 

C'è poi areadem, la corrente di Franceschini, che punta a portare a casa le candidature nei municipi IV, XIV, forte anche della vittoria, quasi scontata, nel I municipio. Alleanze variabili in diversi municipi. Grande curiosità per la sfida del V municipio, territorio di Michela Di Biase, dove l'area degli ex margherita sosterrà convintamente il candidato di sinistra, Stefano Veglianti, opponendosi agli zingarettiani che hanno costruito la candidatura di Mauro Caliste. Una sfida che si ripropone nel XIV con i favori del pronostico però rovesciati a favore di Della Porta rispetto a Ileana Argentin. Guerra tra correnti che ad Ostia ha prodotto due candidature tra i dem, quella di Mario Falconi, medico su cui converge la maggioranza del partito e Antonio Caliendo, espressione della minoranza di areadem che non ha digerito la candidatura di Falconi. 
 

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