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Giovedì, 18 Aprile 2024
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M5s e Conte trattano per spianare la strada a Zingaretti sindaco. Raggi infastidita sceglie Rousseau (e Casaleggio)

Il M5s continua ad appoggiare Raggi, ma tratta per favorire la discesa in campo di Zingaretti. La sindaca non gradisce l'aiuto al rivale e da ieri ha scelto la piattaforma di Casaleggio (sempre più nemico di Conte) per il suo programma dal basso

Da un lato i retroscena che vogliono Conte e una parte del M5s seduti a trattare con Letta e il PD. Dall'altra la guerra tutta interna al M5s, tra Casaleggio e Conte. In mezzo Virginia Raggi la cui ricandidatura rischia di trasformarsi in un terreno di scontro tra il vecchio e nuovo movimento.

Raggi su Rousseau

Lei, la sindaca, infastidita dalla trattativa con il Pd e dal silenzio di Giuseppe Conte sul suo operato e la sua ricandidatura, da ieri ha scelto la piattaforma Rousseau per mettere in piedi un programma dal basso. Se vogliamo una scelta di campo, dalla parte di quell'ala di Movimento che si starebbe consolidando attorno a Casaleggio. E lei spera attorno alla sua figura.

Già, perché se Casaleggio è l'anima imprenditoriale di quest'iniziativa, la sindaca potrebbe seriamente diventare la causa che calamita adepti, siano essi iscritti, parlamentari, consiglieri o suoi fedelissimi. E la corsa per Roma, a sua volta, potrebbe diventare il primo banco di prova per il Movimento scisso, tra quello che potremmo chiamare il partito di Conte e il partito di Casaleggio, attorno al quale si starebbero aggregando gli espulsi contrari alla fiducia a Draghi, Di Battista e i suoi seguaci. A loro, in un futuro neanche troppo remoto, potrebbero aggiungersi i fedelissimi della sindaca Virginia Raggi, quelli che in Campidoglio la seguono senza se e senza ma, senza mai neanche prendere in considerazione la possibilità di un'alleanza con il PD. 

PD e M5s trattano, Raggi non gradisce

Proprio le trattative di questi giorni tra Letta e il M5s per garantire un accordo in regione Lazio e quindi per permettere la candidatura a sindaco di Nicola Zingaretti contro Virginia Raggi, hanno fatto perdere la pazienza alla sindaca. L'ipotesi che le venga proposto di partecipare alle primarie di coalizione non vuole neanche prenderla in considerazione. Di più: è inaccettabile, nell'ottica della prima cittadina, che il partito che dice di sostenerla, tratti per permettere la discesa in campo del suo rivale più pericoloso. Per questo ha scelto di giocare d'anticipo e di "sposare" Rousseau, ben consapevole del fatto che, se le beghe legali interne al Movimento dovesse continuare, potrebbe ritrovarsi senza l'appoggio del M5s e dei big, ad oggi ancora assolutamente garantito.

Il piano B

Potrebbe avere ancora il simbolo se, come sembra, nella battaglia legale Casaleggio mostri di vantare diritti sul suo utilizzo. Anche senza comunque la prima cittadina non farebbe drammi. Da tempo ormai Raggi ragiona come se il M5s non l'appoggiasse ed ha pronto un piano B. Due liste civiche a suo sostegno, una capace di raccogliere i fedelissimi che in questi anni l'hanno affiancata, l'altra con personalità della società civile provenienti dal mondo cattolico, dalla lotta alla criminalità e dall'ambientalismo. Un piano B che è anche un piano di guerra perché prevede una lotta senza esclusione di colpi proprio contro Zingaretti. Contro di lui sarebbe pronta a lanciare una campagna durissima, sottolineandone le inadempienze nei confronti di Roma e il suo malgoverno in Regione Lazio. E in questo piano Rousseau e la sua seconda vita, dedicata alle liste civiche, è il partner ideale.

Il M5s appoggia Raggi, ma tratta per favorire Zingaretti

Fuori dal Campidoglio intanto, il M5s tratta ma ribadisce il sostegno alla sindaca. Questa mattina si è espresso così il ministro Patuanelli: "La strada per le elezioni amministrative è quella di coinvolgere i territori e, se ci sono le condizioni, realizzare programmi condivisi con il Pd. Dove questo non è possibile, corriamo da soli come a Roma con Virginia Raggi che è stata un ottimo sindaco ed ha tutto il diritto di andare avanti".

Il centrosinistra, con Letta in testa, vuole la candidatura di Nicola Zingaretti. Il Governatore è restio ed ha posto condizioni nette, ovvero quella di non votare insieme per Regione e Comune. Per farlo dovrebbe dimettersi a settembre e per dimettersi a settembre necessita che gli esponenti grillini in giunta non si dimettano e continuino ad appoggiarlo, anche nella campagna elettorale contro quella che ad oggi è la loro candidata, Virginia Raggi. Il M5s ha posto delle condizioni, nazionali (l'appoggio del centrosinistra a Roberto Fico a Napoli), e locali: la candidatura di un esponente M5s per la Pisana. 

Le risposte non dovrebbero tardare troppo. Oggi il centrosinistra delinea le regole delle primarie e questo passaggio potrebbe essere lo spartiacque per la discesa in campo del "nome forte": sarà Roberto Gualtieri o Nicola Zingaretti? 

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