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Elezioni Comunali Roma 2021

Politiche sociali: il programma di Monica Lozzi

L’obiettivo di Revoluzione Civica è avviare politiche che portino al reperimento di nuovi immobili e al tempo stesso riqualificare quelli esistenti e almeno un punto unico di accesso in ogni municipio

Una città inclusiva e accogliente dove i giovani possano trovare spazio e dove le fragilità di ogni categoria vengano supportate. È questo uno degli obiettivi del programma elettorale di Monica Lozzi, candidata sindaca con la lista REvoluzione civica: il gruppo politico che la minisindaca uscente del settimo municipio ha fondato dopo l’addio al Movimento Cinque Stelle. Il sociale, nel programma di Monica Lozzi, è diviso in più capitoli che vanno dalle politiche abitative a quelle giovanili e culturali passando per la parità di genere. 

Basta sfratti che non portano alla soluzione, sì al reperimento di nuovi immobili

“L’unica azione portata avanti da Roma Capitale in ambito di politiche abitative in questi anni è stata quella di procedere alla liberazione degli alloggi occupati abusivamente per poi riassegnarli agli aventi diritto. Questa politica si è rivelata disfunzionale alla soluzione del problema non solo per le lungaggini burocratiche per gli sgomberi e le riassegnazioni ma perché spesso le persone che occupano senza titolo gli alloggi si trovano in gravi difficoltà economico/sociali e una volta allontanate dagli immobili popolari comunque ricadono nei percorsi di assistenza sociale del Comune”. Monica Lozzi entra a gamba tesa nella gestione delle politiche abitative da parte del Comune di Roma. La sua ricetta, per migliorare lo status attuale, prevede tre azioni.

Le proposte e le azioni per realizzarle

Aumentare il patrimonio immobiliare per l’assegnazione della casa ai cittadini inseriti in graduatoria, altre tipologie di sostegno abitativo per i cittadini con fragilità economica/sociale/abitativa senza requisiti minimi per l’accesso in graduatoria per la casa popolare, progetto di smart village per giovani dai 18 ai 30 anni. I tre punti indicati da Lozzi per governare le politiche abitative vogliono rispondere a “una situazione di grave emergenza abitativa con conseguenze come il fenomeno delle occupazioni senza titolo di immobili pubblici e privati, l’incremento di provvedimenti di sfratto per morosità, l’aumento di baraccopoli e insediamenti provvisori, il tutto a causa di un aumento generalizzato del disagio sociale a causa di processi di impoverimento delle famiglie e il conseguente aumento della domanda abitativa – si legge ancora nel programma elettorale - Le politiche fin qui attuate si sono rilevate inefficaci se si pensa che sono circa 13.000 le famiglie in attesa di casa popolare e che in un anno non vengono assegnate più di 450 case a fronte di circa 2000 nuove richieste”.

1. Aumentare il patrimonio immobiliare per l’assegnazione della casa ai cittadini inseriti in graduatoria. Ecco come:
    • Censimento degli alloggi popolari esistenti, investimenti dedicati agli interventi manutentivi volti alla riqualificazione degli immobili non utilizzati, liberazione immediata di quelli occupati da persone con reddito sufficiente per poter accedere al libero mercato, fornire un’alternativa abitativa dignitosa prima della liberazione dell’immobile o procedere alla regolarizzazione.
    • Censimento del patrimonio immobiliare pubblico, anche con destinazione d’uso diversa da quella residenziale, da poter riqualificare e trasformare in alloggi popolari di ridotte dimensioni per piccoli nuclei familiari.
    •  Avviare tavoli con Enti Pubblici per l’acquisizione degli immobili residenziali vuoti in dismissione a prezzi calmierati e prevedere il frazionamento di quelli più grandi.
    •  Acquisizione a patrimonio indisponibile di parte degli immobili residenziali vuoti dei piani di zona decaduti.
    • Valutare la fattibilità di assegnazione di alloggi popolari in co-housing per nuclei familiari singoli, anziani, disabili, padri separati, madri sole con figli.
    •  Immissione in possesso di immobili residenziali confiscati, anche se presentano abusi edilizi, da rendere disponibili per lo scorrimento della graduatoria per l’assegnazione di casa popolare.
    • Avviso per l’acquisto dell’invenduto residenziale privato da immettere nel patrimonio indisponibile del Comune di Roma.
    • Dismissione degli alloggi popolari situati fuori Comune a favore dei legittimi assegnatari o propri familiari che ne facciano richiesta, così da poter reinvestire gli introiti sull’acquisto di nuovi immobili.
    • Realizzazione di nuovi alloggi popolari.

2. Altre tipologie di sostegno abitativo per i cittadini con fragilità economico/sociale/abitativa senza requisiti minimi per l’accesso in graduatoria per la casa popolare. Per farlo è necessario dotare Roma Capitale di un regolamento idoneo, predisporre la relativa graduatoria e prevedere l’acquisizione a patrimonio di immobili residenziali destinati alla gestione di tale tipologia di disagio abitativo. Le azioni per reperire gli immobili:
    • Acquisizione a patrimonio disponibile di parte degli immobili residenziali vuoti dei piani di zona decaduti da affittare o vendere a prezzi calmierati.
    • Soluzioni abitative di co-housing per nuclei familiari singoli, anziani, disabili, padri separati, madri sole con figli attraverso l’immissione in uso di immobili confiscati o sequestrati o con condivisione affitto sul libero mercato con mediazione di associazioni del terzo settore del territorio.
    • Aggiornamento della delibera 163/98 così da permettere l’erogazione del contributo all’affitto anche alle povertà emergenti.
    • Stanziamento di maggiori fondi per contributo all’affitto per la 163/98 e per la 169 del 2019.
    • Mappatura appartamenti non utilizzati destinati all’housing sociale.
    • Per i nuovi permessi a costruire per nuovi insediamenti abitativi prevedere la riserva di una percentuale da destinare alla vendita a prezzi calmierati per le famiglie con un Isee basso e determinati requisiti.

3. Progetto di smart village per giovani dai 18 ai 30 anni

Revoluzione Civica propone la realizzazione di un prototipo di “smart social village”: creare poli abitativi composti di piccole realtà quali tiny house prefabbricate nelle zone periferiche della città, che però abbiano dei poli attrattivi importanti. Le unità abitative si differenzieranno per tipologia andando a creare 3 diverse strutture di base: per una singola persona, per due persone o per 4 persone. Queste unità andranno a formare un vero e proprio villaggio all’interno del quale inserire anche una serie di servizi base, tutti ad alta coesione sociale. 


Servizi sociali: ambiti e proposte di intervento

Decentramento amministrativo nella gestione delle risorse anche economiche. È questo il punto di partenza per Monica Lozzi per risanare i servizi sociali di Roma. Per Revoluzione Civica: “I Servizi Sociali rappresentano lo snodo sinergico e l’interfaccia tra i cittadini e il sistema di interventi messi in campo per prevenire e rimuovere le cause di ordine sociale”. Per intervenire, il modus operandi, è tenere conto delle disuguaglianze sociali ed economiche che ci sono tra i vari municipi. Dal coinvolgimento delle partecipate di Roma Capitale che si occupano del settore alla realizzazione di una rete operativa tra i servizi territoriali finalizzati all’inclusione lavorativa e sociale. Non solo, anche la creazione di un network tra istituzioni, privato sociale, terzo settore e parrocchie. Le azioni da intraprendere sono principalmente rivolte a:
1. Integrazione socio-sanitaria: creare almeno un PUA (Punto Unico di Accesso) per Municipio per garantire la presa in carico integrata degli utenti

2. Persone Adulte: per rispondere alla crisi economica, pre e post pandemica, alla disoccupazione e alla precarizzazione del lavoro è fondamentale attuare interventi a sostegno delle nuove e vecchie povertà attraverso:
• L’istituzione, in ogni Municipio, di un Tavolo tecnico permanente per l’orientamento, la formazione e l’inserimento al lavoro che funga da cabina di regia e metta in rete centri per l’impiego, centri orientamento lavoro, associazioni di categoria, aziende, scuole, etc., per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
• La creazione di nuove borse lavoro funzionali all’integrazione lavorativa. Sarà possibile farlo solo creando una stretta collaborazione tra attività produttive del territorio e Municipio.
• Le modifiche funzionali alle delibere 154/97 (contributo economico alle famiglie in difficoltà) e 163/98 (sostegno all’affitto) in modo da adattarle alle esigenze delle nuove povertà che non vengono contemplate negli attuali dispositivi.
• incentivare l’empowerment dei cittadini che si rivolgono ai servizi sociali
• progetti a sostegno dei padri separati e delle madri sole con figli 

3. Persone con Disabilità: implementare le attività di gruppo per le persone con disabilità medio-bassa, realizzare progetti sociali per l’inclusione e la socializzazione delle persone maggiorenni affette da patologia psichiatrica grave. Ancora realizzare progetti di coabitazione per agevolare percorsi di vita autonoma e promossi progetti per il “Dopo di Noi”, esigenza fortemente sentita dai familiari delle persone con disabilità. Rimozione delle barriere architettoniche, garantire la presenza di personale esperto della Lingua dei Segni (LIS) per agevolare l’accesso ai sevizi alle persone sordomute. Completare il percorso di internalizzazione del servizio OEPA.

4. Persone di minore età: rafforzamento del SISMIF (Servizio per il Sostegno dei Minori in Famiglia), creazione di Centri Famiglie in tutti i Municipi che siano di supporto ai neo-genitori e alle famiglie con difficoltà relazionale, l’internalizzazione del Servizio GIL, Gruppo Integrato di Lavoro, che si occupa della presa in carico di nuclei con minori sottoposti a provvedimento dell’Autorità Giudiziaria Minorile, creazione di spazi intergenerazionali e polifunzionali dove sia favorita la condivisione e la collaborazione fra le generazioni.

5. Persone Anziane: garantire reti sociali e relazionali ed avviare progetti finalizzati al mantenimento del ruolo sociale dell’anziano. Evitare l’istituzionalizzazione degli anziani presso strutture dedicate, promuovere progetti di cohousing o altre forme di convivenza assistita. 

6. Una Roma Inclusiva e Accogliente
“A Roma, così come in tante grandi città, ci sono molte persone “invisibili”, senza casa, senza lavoro, escluse di fatto dal contesto sociale”. È a loro che si rivolge il capitolo “Una Roma Inclusiva e Accogliente” del programma elettorale di Monica Lozzi. In questo ambito trovano spazio migranti, senza fissa dimora, rom e detenuti. Per i migranti, il programma prevede un mediatore culturale negli uffici aperti al pubblico, sportelli informativi e la creazione di una rete di accoglienza e inclusione con associazioni di volontariato e terzo settore, corsi di lingua italiana e corsi di formazione professionale. Possono accedere al servizio di borse lavoro erogato dai Municipi. Per i senza fissa dimora la creazione di una rete tra Istituzioni, associazioni di volontariato e privato sociale per avviare progettualità di accompagnamento ad un progressivo reinserimento sociale, abitativo e lavorativo. Serve potenziare il servizio di segretariato sociale e avviare la sperimentazione “housing first” per consentire l’accesso in un appartamento autonomo “senza passare dal dormitorio”. Sui rom, il programma di Lozzi prevede l’inserimento dei membri della comunità nel contesto delle politiche abitative superando l’approccio etnico. Per i detenuti, invece, è importante garantire il reinserimento sociale con accordi tra il Comune e il Ministero della Giustizia. 

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