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Elezioni Comunali Roma 2021

Da sinistra si alza la voce: a questo punto annulliamo le primarie

Prima e dopo il passo indietro di Monica Cirinnà crescono i mormorii. Ciaccheri (LR): “A che servono consultazioni così? Il PD si prenda la responsabilità di ratificare Gualtieri”. Il nodo dei territori e dei presidenti di municipio è sul tavolo

Non deve apparire un passaggio da poco la rinuncia alle primarie comunali per il centrosinistra di Monica Cirinnà: per gli ambienti a sinistra del Partito Democratico è stato, invero, uno strappo. Già, perché dopo la discesa in campo di Roberto Gualtieri per il PD il quadro si è di colpo complicato. Lo scacchiere di forze che si sarebbe comodamente posto come colonna di sinistra della coalizione a sostegno di Nicola Zingaretti ha dovuto accelerare per trovare un nome che fosse, allo stesso tempo, più radicale del PD e, possibilmente, donna. Rossella Muroni poteva essere un’opzione, prima che si ritirasse: nella giornata dell’11 maggio il pressing su Monica Cirinnà perché rappresentasse le ragioni di quell’area c’è pure stato, ma è finito nella direzione romana del PD in cui, spiegano al telefono gli interessati, i dirigenti democratici “l’hanno fatta ritirare”.


Per vero, come sempre il quadro è variegato; ma fra chi lo pensava prima e chi lo pensa oggi, il giudizio è sostanzialmente lo stesso: “(A questo punto) le primarie così fatte non sono granché rilevanti”. Negli ambienti del socialismo democratico c’era chi già giorni fa diceva: “Noi pensiamo, a questo punto, alla lista per le comunali. Non siamo appassionati a questa corsa”. Ieri sera è arrivata la nota di Liberare Roma, gruppo a sinistra del PD guidato da Amedeo Ciaccheri, presidente dell’VIII Municipio: “Stando così le cose, bisogna avere tutti il coraggio di dire che Gualtieri è il candidato che convince la gran parte delle forze della coalizione e non perdere tempo in primarie inutili mentre Raggi e Calenda fanno campagna e conquistano consenso ogni giorno”.

Il ragionamento di cui il presidente insediato a Garbatella si fa portavoce è questo: il Partito Democratico, asse portante della coalizione, si prenda la responsabilità di annullare le primarie. Sì, annullarle: si dica che intorno al nome dell’ex ministro dell’Economia si è trovata una quadra si inizi a costruire la campagna per il Campidoglio; perché, dicono da San Paolo, primarie senza uno spazio contendibile per una voce di sinistra, civica, ecologista e femminista tanto vale non farle.

Non è distante dal ragionamento che ha fatto Rossella Muroni, deputata ambientalista, dopo aver aperto alla propria partecipazione alle consultazioni sulle colonne di Roma Today: in seconda battuta, ha rettificato alle agenzie spiegando che il tempo era poco e le regole sfavorevoli per costruire una corsa che avesse senso. Ciaccheri integra, al telefono con RT: “Se le primarie devono essere un percorso di ratifica, invito il PD a portarsi avanti col lavoro: dicano che il candidato è Gualtieri e proseguiamo. Vorrei poi un’assunzione di responsabilità chiara da parte dei candidati in campo, che sono tutti uomini. Li invito seriamente a fare un passo indietro e a prendersi la responsabilità di una consultazione che così ignora un tema: senza un protagonismo femminile e femminista, le primarie rappresentano una città che abbiamo detto di non volere. Come Liberare Roma noi faremo partire una consultazione che ci porterà sabato ad un’assemblea, in cui faremo il punto della situazione”.

Dunque, con toni diversi, a sinistra del PD più o meno tutte le forze (e i Verdi, va detto, sono stati i primi a confessare una scarsa fiducia intorno al percorso delle primarie) sembrano aver archiviato le consultazioni a livello comunale; ma c’è un altro terreno su cui la partita si potrebbe riaprire ed è quello delle primarie per i municipi. In zona Sinistra Italiana, dopo aver confermato che i gazebo per la scelta del sindaco sono ormai “scarsamente appassionanti”, chi di dovere aveva già spiegato giorni fa a Roma Today: se il Partito Democratico pensa, essendo azionista di maggioranza della coalizione, di andare a primarie sui territori per cercare di far passare i suoi candidati a colpi di maggioranza, “bè, si è sbagliato”. La parola chiave che viene proposta oggi è quella del “pluralismo della coalizione”: che tradotto vuol dire, a tutti i livelli, dal comune ai municipi, “a questo punto ci sediamo e si fa un discorso diverso”, in cui le ragioni di chi non è iscritto al PD potranno avere il giusto spazio. Parola, ora, a Largo del Nazareno. 

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