INTERVISTA | Primarie municipio VII, Carlo Mazzei: “La mobilità alternativa va sviluppata con una visione d'insieme”
Segretario della sezione PD di via La Spezia, Mazzei punta alla conquista del Municipio VII: “un territorio che è la somma di tre differenti città”
Carlo Mazzei è uno dei tre candidati alle primarie municipali di centrosinistra. Segretario della sezione PD di San Giovanni, punta a potenziare la rete dei servizi ed a valorizzare il commercio di prossimità.
Il VII municipio è stato spesso amministrato dalla sinistra. Nel 2016 però i residenti hanno premiato il M5s. Pensa che sia imputabile ad errori compiuti dal centrosinistra?
Ci sono molte ragioni e probabilmente il centrosinistra non è stato considerato un soggetto vicino ad alcune fasce sociali. Mi sembra tuttavia che il M5s non abbia saputo dare continuità a quanto era stato in precedenza realizzato.
Mi sembra che stia già esprimendo una valutazione sull’attuale amministrazione. Come giudica la gestione municipale della presidente Monica Lozzi, c’è qualcosa che pensa di salvare?
In realtà percorrendo in lungo ed in largo il territorio io vedo un abbandono degli spazi pubblici, degli spazi di aggregazione sociale. Siamo fermi a quanto aveva fatto Sandro Medici. Quindi a me sembra che, questa amministrazione, non abbia avuto la capacità costruire politiche di largo respiro dal commercio alle attività turistico culturali. Eppure le risorse ci sono, penso al settore agroalimentare ma anche alle strade del commercio, via Appia e via Tuscolana, su cui non ho visto progetti di valorizzazione.
Il VII municipio ha un forte radicamento di sinistra. Ma è anche il territorio dove storicamente operano formazioni di estrema destra. La preoccupano?
A me preoccupa quando la sinistra abbandona le strade, il campo. Quando smette di usare le parole proprie. Ma quando c’è stato un avanzamento delle forze di estrema destra, abbiamo saputo dare le giuste risposte. Lo abbiamo fatto con gli spazi occupati in via Taranto ed in via Amulio. E tanto più siamo convinti ed organizzati noi, quanto più i cittadini possono riconoscersi nella nostra azione e trarne vantaggio, ad esempio riconquistando gli spazi precedentemente occupati.
Nel suo municipio, nelle primarie di centrosinistra è una corsa a tre. Qual è il valore aggiunto della tua candidatura?
La mia non è una candidatura individuale. Io ho il supporto della stragrande maggioranza del PD e di importanti organizzazioni, soggetti civici ed associativi che ci stanno accompagnando nel nostro percorso. La capacità di fare una squadra allargata, puntando tutti insieme, coinvolgendo il centrosinistra nella riconquista del Municipio e del Comune. La capacità di fare sintesi è fondamentale e la mia candidatura ritengo che sia quella che vi riesce meglio.
Lei è il segretario della sezione PD di via La Spezia, una delle strade interessate dalle recenti modifiche alla mobilità. Cosa ne pensa di questi cambiamenti?
Li abbiamo sempre contestati, proponendo alternative a livello comunale e municipale che non sono mai state prese in considerazione, con un atteggiamento ideologico, anziché ingegneristico. Lì si è creato un problema alla mobilità cittadina perché quelle strada sono attraversate dal traffico che dalla stazione Tiburtina si dirige verso la stazione Ostiense. Aver deciso intasare quel quadrante, con un progetto assurdo, ha prodotto danni ingentissimi.L’aumento della rumorosità e dello smog si accompagna così ad una maggiore pericolosità di attraversamento dei pedoni e dei ciclisti. Ed alla fine, aver fatto un progetto del genere, senza uno studio approfondito, ha determinato un peggioramento della qualità della vita dei residenti e di chiunque lo attraversi.
Il settimo è un territorio molto vasto ed estremamente diversificato. Quali sono le priorità d’intervento?
Abbiamo tre città in questo municipio. La città storica nell’anello ferroviario, che comprende San Giovanni l’Appio Tuscolano ed il territorio fino all’Arco di Travertino, che in questi anni ha visto perdere sicurezze e servizi. Le certezze derivate da un’amministrazione che negli anni aveva prodotto una presenza reale nel territorio. Poi abbiamo una parte più densamente popolata, semicentrale, che è già in una situazione di difficoltà da anni e che ha bisogno ricevere maggiori servizi, d’una gestione dei rifiuti più efficienti e d’investimenti per migliorare la mobilità. Poi abbiamo una città fuori dal raccordo che é diffusa, dove mancano gli asili ed a tratti le fogne. Abbiamo bisogno di portare servizi che mancano, creando progettualità di lungo periodo da mettere insieme al sindaco ed al presidente della Regione.
Ma quindi cosa farebbe?
Abbiamo bisogno di tornare a progettare la Roma del 2030 mettendo tra i primi punti la valorizzazione del commercio. Penso all’uso degli spazi pubblici, alla costruzione di politiche culturali. Abbiamo la necessità di lavorare su Cinecittà e l’audiovisivo. Ed abbiamo bisogno di lavorare sul turismo culturale, sull'unificazione dei parchi. Al riguardo abbiamo la possibilità di costruire un grande percorso ciclopedonale, anche a disposizione dei turisti che va dal Colosseo e attraverso porta San Sebastiano, raggiunge la Caffarella, le Tombe Latine, Tor Fiscale, per arrivare fino parco degli Acquedotti e da lì ai Castelli. Deve diventare una grande occasione di sviluppo per la mobilità alternativa. E poi abbiamo il settore agro alimentare, da sostenere possibilmente costruendo delle reti. Dobbiamo fare in modo che possano produrre e commercializzare i relativi prodotti, risultato che si ottiene anche riqualificando i mercati di quartiere. In ultimo abbiamo la necessità di costruire setto/otto case della salute attorno a cui organizzare i servizi sociali integrati. Questi sono i punti stradali per una città di 300mila abitanti.
Ritiene si debba proseguire sugli investimenti nelle piste ciclabili, che sono il tratto distintivo dell’amministrazione Lozzi?
Non dobbiamo rinunciare alla mobilità alternativa però semplicemente non si può realizzarla senza avere una visione di lungo periodo. Abbiamo innanzitutto bisogno di rafforzare la mobilità pubblica, prolungando la metro A. Dobbiamo rafforzare i nodi di scambio ed in definitiva le ciclabili devono essere intermodali con la rete metropolitana. Se non facciamo questo, non rispondiamo ad alcune categorie che faticherebbero ad utilizzare i percorsi ciclabili, penso alle persone anziane o disabili. Non dobbiamo rinunciare alle ciclabili, ma dobbiamo farle puntando a renderle fattori di unificazione urbana del territorio.Non come sulla Tuscolana, quindi, costretti allo slalom tra i cassonetti, si creano disagi a tutti gli utenti, dai ciclisti ai commercianti. Gli investimenti sulla mobilità sostenibile e le ciclabili quindi servono, ma non così.