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Giovedì, 25 Aprile 2024
Elezioni Comunali Roma 2021

INTERVISTA | Primarie Municipio IX, Paolo Barros: "Voglio dare rappresentanza a chi non ce l'ha"

Presidente dell'associazione Neri Italiani Black Italians Paolo Barros è approdato in Liberare Roma perchè: "Ha l'umanità ed i valori persi dal Movimento 5 stelle"

Eletto nel Municipio IX tra le fila del Movimento cinque stelle, è stato tra i primi a lasciare la maggioranza. Oggi Paolo Barros, presidente dell’associazione Neri Italiani Black Italians è il candidato di Liberare Roma alle primarie municipali di centrosinistra.
 
Barros nel 2016, quando si presentò nella lista del M5s, avrebbe mai immaginato di arrivare a fare le primarie municipali del centrosinistra?

Assolutamente no. Ma sono stati 5 anni molto formativi sul piano politico e personale. Il tempo trascorso mi ha fornito un bagaglio esperienziale importante. Sono cresciuto e ne esco rafforzato, strutturato, cambiato. Certamente ha giocato anche un ruolo la delusione provata per il M5s.

Lei è stato uno dei primi eletti ad abbandonarlo.

Sì, non c’era la necessaria coerenza e la parabola discendente dei consensi del M5s, secondo me, sta lì a dimostrarlo. Io me ne sono andato soprattutto, in quel momento, per l’allenza con la Lega e per i due decreti sicurezza su cui, personalmente, non potevo proprio transigere.

Ed a livello locale com’è andata l'amministrazione pentastellata?

L’incoerenza c’è stata a tutti i livelli. Basti pensare al progetto dello stadio della Roma. In campagna elettorale era avversato, sarebbe stato un ecomostro per il nostro territorio. Invece poi la Sindaca lo ha difeso fino all’ultimo,salvo poi doverci rinunciare per la scelta della Roma.
 
Lei si sta oggi candidando con Liberare Roma. Come mai ha deciso di aderirvi?

Conosco Amedeo Ciaccheri (il leader di Liberare Roma ndr)  da diversi anni e la mia militanza con l’associazione Neri Italiani Black Italians ci ha portato spesso ad incrociare le nostre strade. Mi sono così reso conto che in quel progetto c’erano l’umanità ed i valori in cui credo anche io, ma che purtroppo nel M5s mi sembra siano andati a perdersi. 

Nelle primarie del Municipio IX concorrono quattro competitor. Ma qual è il contributo che può dare, nella coalizione, una candidatura di Liberare Roma?

Portiamo il valore della nostra diversità. Rappresentiamo una parte della sinistra che è ecologista e femminista, che dà importanza ai diritti. Io poi sono di origine straniera e con la mia candidatura contribuiamo dare una rappresentanza a quelle comunità, a quelle persone straniere che sono integrate, che lavorano ma che non si sentono appunto rappresentante. Con noi e con la nostra visione di città che è sicuramente multiculturale, possono averla. 

Non teme di avere il ruolo di outsider nella competizione? 

Io penso, da giocatore di basket, che bisogna scendere in campo e giocarsela. Certamente il Partito democratico è la forza più forte nella nostra coalizione. Ma Liberare Roma è l’espressione di una sinistra che guarda al futuro, che vuole rendere la città a portata di donne, anziani e bambini. Una sinistra che è  paladina dei diritti civili.

Quali sono le priorità d’azione?

Noi abbiamo un municipio grande come Milano. E’ enorme. Dobbiamo intanto dire a chiare lettere che bisogna bloccare il consumo di suolo, perché ci sono interi quartieri senza servizi e mancano i mezzi di collegamento che nelle periferie rappresentano uno dei principali problemi. Quello che serve per salvare la città è il decentramento amministrativo.

Non ha la sensazione che ne parlino quasi tutti in campagna elettorale?

Ma il decentramento è davvero quello che serve. Anzi per l’esattezza a questa città servono tre cose. Un bilancio autonomo dei municipi, in modo che possano avere una propria capacità di spesa e di intervento. Uno statuto speciale per Roma, che è l’unica capitale europea a non disporne. E poi delle risorse in più per Roma, proprio perché è la capitale. E’ questo ciò che occorre, diversamente la città resta ingovernabile. Con tutte le ricadute immaginabili per un municipio, che non può continuare ad essere gestito centralmente.

E per migliorare l’amministrazione dei municipi cosa occorre?

Direi intanto che bisogna investire sulla digitalizzazione, cosa che finirebbe per migliorare l’accesso agli atti ed alle informazioni. E poi bisognerebbe svecchiare la classe dirigente. Quindi direi occorre puntare sull’innovazione e sullo spazio da dare ai giovani.
 

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