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Elezioni Comunali Roma 2021

I candidati alle primarie a confronto: i loro impegni su casa, beni comuni e cultura

Primo (e unico?) confronto pubblico a sette, ospitato da Spin Time Labs. Le associazioni si presentano, gli esponenti prendono posizione

Si è tenuto il 15 di giugno il primo confronto con tutti e sette i candidati alle primarie del centrosinistra, riuniti e in presenza. Ad ospitare il dibattito l’auditorium di Spin Time Labs, nota e storica occupazione sita in zona Santa Croce in Gerusalemme. A moderare i ragazzi di Scomodo. Presenti e parlanti (in ordine alfabetico) Imma Battaglia, Giovanni Caudo, Paolo Ciani, Stefano Fassina, Cristina Grancio, Roberto Gualtieri, Tobia Zevi (che chiede di poter parlare per primo per sopravvenuti impegni). Gli interventi dei candidati alle primarie arrivano però dopo un ciclo di interventi da parte di associazioni del territorio e, in generale, della “galassia” collegata a Spin Time.

Il titolo dell’evento è infatti evocativo, ed è tutto un programma: “Ascoltate prima di parlare”. Al microfono si alternano realtà come “4Hopes4Rome, LaRoboterie - Nostri Corpi Nostre le Città, Associazione Genitori Scuola Di Donato, Orchestra Notturna Clandestina,  Padre Alessandro - prete romano di strada, Greenpeace Italia, Matemù, Collettivo teatrale SpinOFF, Associazione Padre Gabriele, Scomodo” dopo l’apertura e la chiusura da parte dei padroni di casa, gli esponenti di Spin Time Labs e Andrea Alzetta per Action – Diritti in Movimento. Mentre inizia il dibattito, Giorgia Meloni incalza sul suo profilo Facebook: “A Roma, un palazzo occupato - sede di bivacco e di illegalità - diventa il luogo di confronto tra i candidati alle primarie del centrosinistra. Una vicenda sconcertante che lascia increduli”, scrive la leader di Fratelli d’Italia. Sarà citata da Roberto Gualtieri nel suo intervento; Alzetta, per par suo, risponde: “Il fatto che i candidati del centrosinistra abbiano scelto Spin Time per il loro primo confronto è sicuramente un riconoscimento per migliaia di persone impegnate a rigenerare uno spazio e a renderlo effettivamente un bene comune”, detta “Tarzan” alle agenzie di stampa.

Gli spunti proposti dalle associazioni ai candidati insistono su, sostanzialmente, tre macrotemi: diritto all’abitare e politiche della casa. Beni comuni, terzo settore e contrasto alle povertà. Cultura dal basso e spazi pubblici. "Questa è un’esperienza di rigenerazione urbana, non uno spazio occupato", dicono gli attivisti di Spin Time dal microfono: "La democrazia è una cosa seria", dice Alzetta, richiamando il caso politico del I Municipio dove la candidatura, già avviata, di Emiliano Monteverde, è collassata davanti alle necessità nazionali: “Serve fare un lavoro quotidiano, faticoso, a volte anche noioso, di assemblee democratiche. Solo questo può permetterci di contrastare il populismo della destra e la legalità senza società, senza democrazia, del Movimento Cinque Stelle”. I ragazzi di Scomodo chiedono che si scelga: “Spin Time è un luogo di illegalità e di degrado o di rigenerazione e di incontro?”. Il laboratorio teatrale Spin Off: “In cosa il centrosinistra è diverso da una gestione della politica culturale dai tratti ministeriali e burocratici?”.

Gli attivisti di Matemù all’Esquilino: “Nel nostro percorso abbiamo capito che la cultura e l’arte sono dei bisogni primari, sono dei diritti”. Enrico Menozzi, direttore d’Orchestra che ha portato i Maneskin alla vittoria a Sanremo, incalza: “La sinistra è stata il killer principale dell’esperienza del Teatro Valle, che oggi imposta i cartelloni dei teatri di tutta Europa, dal 2014 è inutilizzato”. Zevi, che parla per primo, ricorda che “il Tevere potrebbe essere oggi il più grande spazio di espositivo di arte contemporanea, utilizzando i muraglioni. Roma ha 37 km di costa marina, anche questo dato può essere messo al centro di un progetto di rilancio”. Parla poi Imma Battaglia: “Ci chiedete progetti a cinque anni, ma secondo me la proiezione del buon governo arriva al 2050; dovremo avere una visione di lunghissimo termine. Ovunque Liberare Roma vincerà, realizzeremo uno stile di governo partecipato”. Giovanni Caudo: “Che cosa è Spin Time? E’ uno spazio pubblico non codificato, uno spazio infra, in cui accadono cose impreviste. Non si tratta di venire qui a dirvi bravi, si tratta di far accadere anche fuori le cose che succedono qui dentro, perché la democrazia vera è il modo in cui i poteri pubblici fanno le cose insieme ai cittadini. Fin dagli ultimi anni della giunta Veltroni, il tema dell’emergenza casa non è stato affrontato”.

Paolo Ciani riprende il tema, dicendosi “persona che conosce Spin Time e lo frequenta. Sulla casa dobbiamo uscire dalla logica emergenziale: il tema abitativo è invece un tema strutturale della nostra città. Si parla di illegalità ma sgomberare senza dare alternative non mi sembra molto legale. Per questo è necessaria un’agenzia dell’abitare che si faccia forte del proprio patrimonio pubblico”. Stefano Fassina punta sui beni comuni: “Sono molto contento che nella nostra carta d’intenti abbiamo scritto con estrema chiarezza che mettiamo in discussione la delibera 140 arrivando a costruire invece una delibera per l’uso sociale del patrimonio capitolino. Cosa può fare una giunta comunale sulla disuguaglianza? Ad esempio potrebbe smettere di generare precarietà e sfruttamento del lavoro a basso costo”. Grancio: “L’emergenza abitativa non è una questione di case, ma è l’emergenza della persona, della famiglia che cambia. Si devono mettere al tavolo il privato e i costruttori, ricordando che la città non è uno spazio privato e non è appannaggio esclusivo di questi attori”.

Roberto Gualtieri si prende impegni puntuali, rispondendo a diverse realtà che erano intervenute: “Abbiamo il dovere di realizzare un patto per il diritto all’abitare, che è più del diritto alla casa e ha a che fare con il prendersi globalmente in carico dei bisogni dei cittadini. Occorre un piano straordinario per l’edilizia sociale, che faremo a consumo di suolo zero, arrivando ad acquisire patrimonio immobiliare e a rigenerarlo. Nel Recovery Plan su questo abbiamo risorse significative e ci occuperemo di tutte le fasce sociali, da chi ha bisogno di un alloggio popolare a quelle fasce intermedie che hanno bisogno di una mano per permettersi un affitto. Sarà superata la delibera 140, il modello è la coprogettazione e la gestione condivisa dei beni comuni e, lo dico da esperto di cose europee, non è vero che l’esternalizzazione è l’unico modo che l’Europa pretende, è tecnicamente falso. Non solo, è necessario, perché avremo risorse straordinarie per le infrastrutture sociali; queste sono spese per investimenti e non possiamo pagare operatori e spese correnti, senza un dialogo con il terzo settore finiremo per costruire mura vuote”. 

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