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Giovedì, 7 Dicembre 2023
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Bandi per le linee bus, cura del ferro e crediti di mobilità: il piano di Carlo Calenda per il trasporto pubblico romano

Il leader di Azione presenta le linee programmatiche sulla mobilità, pronti interventi nel breve e nel medio periodo: “Ci sono pochi mezzi e sono gestiti male”

Pochi mezzi pubblici e gestiti male da un’amministrazione non abbastanza competente sono le ragioni alla base dei problemi di Roma Capitale sui temi della mobilità: è questo il pilastro su cui si appoggia il programma per la mobilità di Carlo Calenda. Il candidato sindaco di Azione e per le altre sigle del centro liberale ha presentato il suo piano trasporti oggi, lunedì 26 aprile.

Gli interventi del candidato Calenda

“Ogni romano passa in media 166 ore all’anno imbottigliato nel traffico”, spiega: “Un’intera settimana. Questo perché ci sono pochi mezzi pubblici e sono gestiti male. Che il servizio sia scadente non lo diciamo noi, ma gli stessi romani: tra il 2011 e il 2018 il trasporto pubblico ha perso il 40% dei passeggeri”. Per questo l’ex ministro dello Sviluppo Economico ha previsto “un programma articolato su due dimensioni”: dapprima gli interventi con orizzonte a 5 anni, in seguito i cantieri delle opere più grandi che devono vedere la luce entro 10 anni.

Nel breve termine: nuovi tram, revisione progetti, crediti di mobilità

I primi, che sarebbero già finanziabili con un miliardo e mezzo di euro messo a disposizione del governo e che il comune “per incapacità gestionale, non riesce a spendere” comprendono “una revisione generale dei treni della metropolitana e la manutenzione dei binari dei tram per evitare che vengano soppressi”, l’acquisto di “18 nuovi treni per le metro A, B, C con i fondi già stanziati”. Ancora: “ammodernare le disastrose linee pendolari Roma Nord e la Roma-Lido affinché raggiungano la stessa frequenza delle metropolitane” e  “realizzare almeno 7 nuove linee di tram, sbloccando i cantieri delle 3 tratte già finanziate (Verano-Tiburtina, Subaugusta-Ponte Mammolo e Termini-Tor Vergata)”.

Viene proposto inoltre di “rivedere il progetto della funivia a Casalotti e accelerare quella di Villa Bonelli-Eur Magliana,  sviluppare una rete di piste sicure e integrate con la rete dei trasporti e con il territorio, come il GRAB, portando il bike sharing pubblico a Roma e introdurre i crediti di mobilità da usare per parcheggi e accesso alle ZTL”. Questi ultimi sono un sistema per cui ogni cittadino, in base a categorie di profilazione e alle sue esigenze personali e professionali, riceverebbe un certo “parco crediti” per potersi spostare liberamente; ogni spostamento avrebbe un costo in crediti, che potrebbero essere ricaricati in strutture simili a parcometri. Viene infine proposto di “raddoppiare i parcheggi di scambio” nell'area cittadina.

Cura del ferro e bandi per le linee bus

Senza la cura del ferro, scrive Calenda, il sistema dei trasporti Roma non potrà cambiare volto. Ecco perché sono previsti interventi per 12 miliardi di euro: “Accelerare il completamento della tratta della Linea C fino a Piazza Venezia e avviare contemporaneamente la progettazione delle tratte Venezia-Farnesina-Grottarossa; far ripartire i progetti per prolungare le Linee A, B e B1 fino al GRA; riprendere il progetto della Linea D, da Talenti a Magliana;  completare l’anello ferroviario, aumentando le frequenze dei treni che attraversano la città”.

L’intera riprogettazione del TPL romano non potrà, però, non passare da una revisione della governance della mobilità: “Oggi ci sono troppi soggetti che partecipano alla gestione, senza responsabilità definite e mandato chiaro”, scrive il leader di Azione. Per questo risulterebbe necessario istituire un’unica agenzia a livello metropolitano che curi “pianificazione, progettazione, tariffazione, manutenzione e controllo del servizio”. Atac, ed è qui il punto da sottolineare, quale azienda pubblica continuerebbe a effettuare l’esercizio sulle aree a fallimento di mercato, ovvero “sulle grandi infrastrutture e nelle zone con maggior rischio industriale”, mentre “per le altre aree, come già avviene per il 30% delle linee periferiche di superficie, il servizio dovrà essere messo a gara, gestito per conto del Comune e mantenendo inalterato il costo del biglietto”.

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