Michetti assediato dalla stampa, dalla "sua" radio l'arringa difensiva: "Roma è cosa loro, Enrico ritirati"
Nelle liste a suo sostegno candidati no vax, complottisti e fascisti, dal passato l'articolo sulla Shoah che nonostante scuse e precisazioni inguaia il candidato sindaco del centrodestra. Tuona Ilario Di Giovambattista: "Ritirati e falli vincere"
Prima l’ombra del negazionismo sul Covid scaturita da alcune tesi sostenute on air nella sua trasmissione radio, poi la corsa ai ripari con la pronta pulizia dei profili social da post controversi prima dell’ufficializzazione della candidatura a sindaco. E' seguita la foto nel momento della vaccinazione per scacciare ogni dubbio sul tema.
No vax, fascisti e l'articolo sulla Shoah: tutti gli scivoloni di Michetti
Ma per Enrico Michetti, avvocato amministrativista e speaker radiofonico seguito per le sue pillole quotidiane sui temi dell’attualità, è stata una campagna elettorale in salita. Articoli, podcast ed esternazioni del passato sono tornati come un boomerang: l’ultimo esempio lo scritto sulla Shoah dell’anno scorso in cui sosteneva che per gli ebrei ci fosse stata più pietà “perchè possedevano banche e appartenevano a lobby capaci di decidere i destini del pianeta”. Non sono bastate le scuse per salvarsi dalla dura presa di posizione della Comunità Ebraica e dagli attacchi degli avversari politici.
In questi mesi non lo ha aiutato nemmeno la selezione dei candidati nelle liste a suo sostegno al Comune e nei municipi: dalla ex consigliera del Municipio XII, Francesca Benevento, no vax, complottista e negazionista; a Milo Mancini, il candidato di Monteverde con il culto del Duce, tanto da esserselo tatuato sul braccio. E poi ancora gli esponenti ex Casapound imbarcati dalla Lega in X, XI e XIII. Un contesto che cozza con il profilo di “moderato” a cui l’avvocato candidato sindaco a Roma tiene. “Mi hanno dato del neofascista, ma io sono democristiano” - si è difeso Michetti dopo aver ribadito più volte la distanza da antisemitismo e razzismo. “Sono intollerabili e io sono incompatibile con chiunque abbia posizioni opache su questo fronte”. Ma gli scivoloni lo hanno fatto bersaglio. Michetti assediato dalla stampa e dagli avversari politici.
A difenderlo, come in una sorta di arringa finale prima del ballottaggio, Ilario Di Giovambattista, collega del prof a Radio Radio: emittente che dà spazio a tesi no vax, più volte pure segnalata dalla Comunità Ebraica di Roma per esternazioni antisemite. Una sorta di comitato ombra che adesso irrita e imbarazza il centrodestra già in parte scontento dal profilo scelto dalla coalizione, in particolare da Giorgia Meloni, per tentare la conquista di Roma.
Radio Radio a Michetti: "Enrico ritirati"
“Io sono molto preoccupato perché in questa campagna elettorale io ho avuto la conferma di quello che già pensavo: in Italia c’è una stampa della quale mi vergogno” - ha tuonato dal sito web Di Giovambattista, considerato da molti una specie di spin doctor di Michetti. “Roma è cosa loro, nessuno può azzardarsi da persone perbene a entrare in un agone politico. Siamo a una settimana dal voto e per fortuna non hanno trovato nei confronti di Michetti che negli ultimi 30 anni ha aiutato soprattutto i sindaci di sinistra. Vi giuro: io ho paura. Ho paura perché se i cittadini si informano attraverso la stampa, attraverso i mainstream, purtroppo siamo un Paese truffato. È una stampa truffatrice, una stampa della quale mi vergogno”. Poi il consiglio, non richiesto, all’amico e collega: “Enrico ritirati, non sono degni di te. Falli vincere così, è cosa loro”.