Le periferie di Roma abbandonano la Lega: il partito di Salvini perde 225mila voti
Il Carroccio che alle europee del 2019 era risultato il secondo partito più votato a Roma dopo il Pd ora è quinto. Crollo vertiginoso, persi venti punti percentuali: non tengono nemmeno i fortini di Ostia, Torri e Roma nord
La chiusura della campagna elettorale con il candidato sindaco Enrico Michetti a Spinaceto, nelle settimane precedenti il voto le tappe di Matteo Salvini nei territori più estremi della città: da Ostia a La Storta, passando per Tor Bella Monaca. Ma le periferie di Roma abbandonano la Lega che in tutta la città, dalle europee del maggio 2019 ad oggi con l’affluenza sempre appena sopra il 48%, perde oltre 225mila voti.
Elezioni comunali: le periferie abbandonano la Lega
E se due anni fa il Carroccio si era affermato come secondo partito a Roma con il 25,8%, dietro il Pd che prese il 30,6%, oggi è tutta un’altra storia: la Lega si ferma sotto il 6, al 5,93%. E’ il quinto partito dietro alla lista Calenda sindaco (19%); Fratelli d’Italia (17,43%); Pd (16,38%) e M5s (11%).
In due anni a Roma la Lega perde 225mila voti
Impietoso il confronto con le politiche del 2018 e soprattutto con le europee del 2019 quando la Lega fece incetta di voti, soprattutto in periferia. Ma dalle Torri a Ostia, passando per Roma nord l’abbraccio per il Capitano non c’è stato.
Le periferie di Roma voltano le spalle alla Lega
In VI Municipio il tracollo assoluto: la Lega è passata dal 36,76% delle ultime europee al 9%. E’ il territorio che ha fatto registrare il maggior astensionismo, 58%, e il “miglior” risultato per la Lega identico a quello del XV (alle europee raccolse il 28,72%). Meno ventitre punti percentuali in Municipio V dove il partito di Matteo Salvini si ferma al 6,34%, ben lontano dal 29,65% di due anni fa. Non tiene nemmeno il fortino del X: a Ostia la Lega prende l’8,8%, oltre venti punti sotto il risultato delle scorse europee. Negli altri territori naviga tra il 4 e il 5%: picco minimo in XI con il 3,47% e, senza sorprese, nella “rossa” Garbatella al 3,60%.
I candidati presidente della Lega al ballottaggio
E se a Roma all’interno del centrodestra si afferma la leadership incontrastata di Fratelli d’Italia, la Lega può contare sui suoi minisindaci al ballottaggio per rendere la tornata elettorale meno amara: Roberto Santoro in IV, Monica Picca in X, Daniele Catalano in XI, Naso in XIV e Signorini in XV. Al primo turno tutti in vantaggio rispetto ai candidati del centrosinistra che sfideranno, partendo da zero, il 17 e 18 ottobre.
Il mea culpa di Salvini sull’alto astensionismo
Matteo Salvini analizza i risultati nazionali, esulta per il passaggio al secondo turno nella Capitale ma fa mea culpa per gli obiettivi non centrati altrove: “Stravinciamo in Regione Calabria, con il doppio dei voti del candidato di sinistra (54 a 27). Andiamo al ballottaggio a Roma e Torino, dove cinque anni fa al ballottaggio andarono PD e 5Stelle. Abbiamo perso (al primo turno e di tanto) Bologna, Milano e Napoli: responsabilità solo nostra”. Nessun cenno alla debacle nelle periferie di Roma, se non una riflessione “senza scuse” sull’alta percentuale di astenuti: “Se la metà dei cittadini sceglie di non votare non è certo colpa loro, è solo colpa nostra. Dei nostri errori, litigi e ritardi: che mi serva e ci serva di lezione”.