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Elezioni Comunali Roma 2021

INTERVISTA | Marcello De Vito: "I delusi del M5s votino per me. La foto delle arance? Un eccesso politico"

Mister preferenze del M5s, passato a Forza Italia, De Vito racconta la sua esperienza politica in Campidoglio

E' stato il primo esponente del M5s a candidarsi alla carica di Sindaco. Nell'ultima consiliatura, invece, ha guidato l'Aula Giulio Cesare. Ed ora che ha lasciato i pentastellati ed è passato a Forza Italia, per Marcello De Vito è tempo di bilanci.

Marcello De Vito, 5 anni intensi alla guida dell’Aula Giulio Cesare. Ha pubblicato un report con i numeri di questa sua attività… vogliamo ricordarli?

Sono stati 5 anni in cui ho superato difficoltà enormi, che non auguro a nessuno e che avrebbero abbattuto chiunque. Ho gettato il cuore oltre l’ostacolo, me lo lasci dire. Ho acquisito una grande esperienza umana, prima che una competenza ed una conoscenza della macchina amministrativa,  avendo appunto svolto un ruolo cardine come quello del Presidente dell’Aula, di equilibrio tra maggioranza ed opposizione ma anche di collegamento tra giunta e consiglio nonché di rappresentanza con la città e le sue categorie. Sì veniamo ora ai numeri della consiliatura: 853 delibere, 507 mozioni, 1121 Ordini del giorni approvati.

E col lockdown? 

Ecco grazie, ci tengo anche a rimarcare il salto che il Comune di Roma fece in quel momento, a marzo 2020, coi consigli in videoconferenza partiti da un mio regolamento. Grazie al grande impegno di alcuni dipartimenti e del segretariato riuscimmo a fare in pochi giorni un salto che nessuno avrebbe immaginato: Roma fu uno dei primi comuni. Ricordo che la mattina del primo consiglio il segretario generale mi disse “presidente è sicuro?” ed io risposi “Sì sì segretario, procediamo”, ma in realtà non funzionava nulla. Da allora sono state approvate oltre 200 delibere, ma soprattutto garantita la continuità dell’Ente e del luogo della democrazia, che non erano per nulla scontate mi creda.

Marino ha governato solo per metà mandato. Volendo fare un raffronto con l’attività di chi ha svolto una consiliatura intera, dobbiamo guardare a quella di Alemanno. Ha provato a comparare i numeri degli atti votati? 

Non sono andato così indietro: preferisco pensare al futuro ed al centrodestra che verrà, unico laboratorio politico in questa fase ricco di contenuti, dall’economia al fisco sino alle politiche sociali ed alla famiglia, rispetto ad una sinistra in cui vedo tanta fuffa condita con legge Zan. I raffronti lasciamoli per la prossima consiliatura con Michetti Sindaco, non solo sui  numeri, ma anche su ben altri risultati per i cittadini romani rispetto a quelli registrati dalla giunta Raggi. Pulizia della città, decoro e servizi, sicurezza, rilancio economico del commercio e del turismo, investimenti: Roma ha bisogno di questo. Appuntamento a tra 5 anni.

Tra i provvedimenti che ha contribuito a far approvare, magari come primo firmatario, ce n’è qualcuno in particolare di cui va più fiero? 

Sono soddisfatto di ogni mio atto, tutti volti all’interesse dei cittadini. Penso sia stata emblematica la approvazione a marzo scorso della mozione per applicare il decreto rilancio e dunque per estendere le 12000 concessioni del commercio su area pubblica sino al 2032, soprattutto per il modo con cui è avvenuta. Con il M5S che tentò di opporsi non con i numeri -come si dovrebbe- ma occupando gli scranni della presidenza ed impedendo il voto elettronico. Un gesto grave. Quel mio “si proceda per appello nominale” resta un momento che ricorderò. Le potrei ricordare anche il complesso di atti per il commercio ed il  turismo approvati durante l’epidemia, come quello per tenere inattive le ZTL dopo il 6 aprile scorso, rimasto inattuato dalla Giunta  e che recentemente Confcommercio Roma ha ricordato alla Sindaca durante l’incontro elettorale.

Quasi 2500 atti approvati fanno pensare ad una mole di lavoro importante. Però il suo giudizio sull’amministrazione Raggi non sembra lusinghiero. Come lo spiega? 

Semplice: l’aula ha svolto il suo compito, la giunta no. I bilanci approvati finalmente per tempo e la sana programmazione finanziaria di cui ci si vanta tanto, solo per dirgliene una,  sono passati in Aula. I numeri non si possono discutere. La sindaca di contro tra giunta e partecipate ha preferito circondarsi di mezze figure. Pensi emblematicamente al settore dei rifiuti: 3 assessori cambiati e 9 cambi dei vertici AMA. Le sembra normale? Poi però si raccolgono questi risultati: una città sporca, piani inattuati, numeri pari se non peggiori a quelli iniziali. Potrei citarle altri settori. Basta. Serve valore, merito, competenza, programmi credibili.

Durante questi 5 anni, sono successe molte cose. E’ rimasto nel M5s nonostante c’era chi volesse allontanarla. Poi è stato lei a lasciarlo, accusandolo di capriole ideologiche. E’ pentito di non averlo fatto prima?

Il M5S nella gestione della mia vicenda giudiziaria è stato disumano, partendo da Di Maio che dichiarò seduta stante di cacciarmi, affermando il falso peraltro. Poi ci ha pensato la Cassazione a zittirli tutti, probiviri inclusi. Ho cercato di non farmi influenzare da questo, ma di capire oggettivamente dove andava il M5S. Ogni cosa richiede il suo tempo, sono quasi 10 anni di vita. Per cambiare strada, come entrare in un nuovo partito, ci vuole coraggio e forza. Ma da quel “mai col PD” poi contraddetto in 20 giorni ne ho viste davvero troppe nei 2 anni successivi. Ora basta: il M5S è il passato. 

Come sono i rapporti con gli altri eletti rimasti nel M5s? Lei sembrava avere un rapporto privilegiato con Paolo Ferrara, ricordiamo foto insieme ad inizio mandato ed anche in vacanza, con il cane, in Puglia. Siete ancora così legati?

Certo, l’amicizia resta sempre e prescinde dalla politica. Trovo sbagliato legarle. 

A proposito di foto, ce n’è una che risale alla precedente consiliatura che è diventata celebre. Era stata scattata in occasione degli scontrini di Marino e la ritrae, insieme ai colleghi M5s, con delle arance in mano. Di chi fu l’idea? Oggi la rifarebbe quella foto?

Non ricordo l’ideatore, ma fu sicuramente un eccesso politico. Il movimento 5 stelle ha puntato troppo il dito, non comprendendo l'importanza dei valori costituzionali del garantismo. Sono state dinamiche distruttive, che non hanno portato un valore positivo nella vita politica.  Per il resto,  Marino cadde perché i suoi lo sfiduciarono in 26 dal notaio, senza neppure passare per una (s)fiducia in Aula. Mi consenta di sdrammatizzare: Lei cosa preferirebbe, la sfiducia o un arancio, anche ricco di vitamina C?

Ultima domanda. Lei è stato mister preferenze con il M5s. Pensa che chi l’ha votato ha compreso a fondo la sua decisione di approdare a Forza Italia? Vorrebbe tornare a spiegarne il motivo? 

Ho ottenuto numeri pazzeschi, sì: 7000 preferenze con una campagna senza un euro. Ringrazio ancora per quella fiducia. Rispetto ad allora ho tanta esperienza umana e tanta competenza politica in più, che metto a disposizione dei cittadini di Roma. Ho spiegato più volte la scelta di lasciare M5S, ormai un partito con un capo calato dall’alto che è diventato la costola del PD, altro che movimento della base e che non fa alleanze. Sono contento della scelta di far parte della squadra di Forza Italia, un partito che crede nelle sue idee di libertà dell’individuo e che ha una visione sul futuro di Roma. Invito gli elettori, anche quelli delusi dal M5S, a mantenere quella fiducia ed a votare per me.

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