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Elezioni Comunali Roma 2021

Elezioni Roma, intervista ad Elisabetta Canitano candidata sindaca per "Potere al Popolo"

Come fronteggiare l'emergenza abitativa, la gestione del verde e dei rifiuti , il ruolo dei trasporti pubblici ed il rilancio delle periferie. Su questi ed altri temi ecco la posizione di Elisabetta Canitano, candidata Sindaca di Potere al Popolo

Elisabetta Canitano, laureata in medicina  è stata per anni attivista politico del PCI. Militante delle prima ora di Potere al Popolo, è un punto di riferimento del partito, con il quale si candida alla guida della Capitale. Una città che non è quella dov'è nata, ma che conosce bene perchè vi si è trasferita sin dagli anni del liceo. 

Canitano, l'emergenza abitativa è un tema che nell’attuale campagna elettorale non sta trovando molto spazio. Però è una questione delicata, che va affrontata. Quali soluzioni prospetta Potere al Popolo per affrontarla?

La domanda mette proprio i piedi nel piatto. Nella città italiana dove è più pesante l’emergenza abitativa, il tema è stato completamente rimosso dalla campagna elettorale. Potere al Popolo, al contrario, l’ha posta e l’ha declinata in tutti i suoi aspetti. A) Occorre un serio Piano Casa comunale per mettere a disposizione alloggi a prezzi accessibili anche alle famiglie a basso o bassissimo reddito, mettendo mano al patrimonio sfitto ed evitando altre colate di cemento. B) Va posta fine alla truffa dei Piani di Zona, rendendo prioritario il blocco dei pignoramenti e degli sfratti illegittimi, il completamento dei lavori delle opere di urbanizzazione (facendone pagare i costi ai costruttori che hanno incassato e spartito gli oneri versati dagli inquilini) e l’applicazione del calcolo corretto del prezzo massimo di cessione. Case pubbliche e di edilizia sociale, dunque, e non furbate come l’housing sociale. C) Allungare la sanatoria oltre la data del decreto Renzi-Lupi per dare una soluzione degna alle famiglie in occupazioni abitative, alternativa dunque allo sfratto e all’essere buttati in mezzo alla strada. D) Un intervento deciso contro la liberalizzazione degli affitti che ha messo in ginocchio sia famiglie che esercenti, i quali spesso hanno chiuso più a causa degli affitti stellari che per le chiusure dovute alla pandemia.

Per conferire i rifiuti che abbondano nelle strade di Roma, la Capitale ha spesso fatto ricorso ad impianti fuori dal perimetro cittadino. Scontentando i romani, che pagano una tariffa rifiuti salata, ed i comuni dove sono presenti questi impianti. Potere al Popolo cosa propone di fare?

È evidente che se non si pianifica e implementa un piano di raccolta differenziata e casa per casa non se ne viene fuori. Per fare questo serve più personale e un’organizzazione coerente della raccolta e dello smaltimento, in mani rigorosamente pubbliche. Il compromesso indecente con i privati che gestiscono discariche e impianti è stato costosissimo, da un punto di visto economico, ambientale e sociale, e alla fine impraticabile. Potere al Popolo ritiene che occorra mettere fine alle mega-discariche, così come rigetta ogni ipotesi di nuovi termovalorizzatori o impianti a biogas, che si rivelano bombe ecologiche e, piuttosto, sostiene la creazione di impianti per il riciclo di prossimità, evitando così di penalizzare un territorio piuttosto che un altro con i rifiuti di tutta la città.

Roma è la Capitale più verde d’Europa ed è anche quella che destina maggiori spazi all’agricoltura. Come fare per valorizzare il suo patrimonio forestale, i tanti alberi, e la sua vocazione rurale?

È vero. Roma è la città più verde d’Europa e questa è una immensa risorsa per la nostra città che invece viene mortificata dall’abbandono e dallo smantellamento del Servizio Giardini comunale. Le soluzioni adottate sono state o le concessioni ai privati come i Punti Verde Qualità – che però si curano solo degli spazi dati loro in concessione ed hanno scaricato i loro mutui sulle casse comunali –, oppure l’autorganizzazione dei cittadini che spesso mettono mano da soli alla manutenzione del verde del loro quartiere. Ci sono certo gli spazi agricoli che potrebbero vedere incentivi al loro utilizzo come vere e proprie fattorie urbane, ma ci sono anche i grandi parchi urbani che potrebbero essere valorizzati come risorsa dal Comune e dai Municipi. La manutenzione del verde sono migliaia di posti di lavoro e lo stesso Comune potrebbe gestire direttamente le “location” per eventi e cerimonie in scenari spesso mozzafiato come solo Roma sa offrire.

Chi è Elisabetta Canitano, la candidata Sindaca di Potere al Popolo 

Il settore del turismo può rappresentare un importante volano di ripresa economica per la città. Oggi però chi viene nella Capitale si ferma solo, in media, un paio di notti. Come s’interviene per rilanciare il turismo?

Il turismo è diventato una risorsa per pochi e un disagio per molti. Sul turismo di massa, a Roma come in altre città, c’è un enorme livello di appropriazione privata degli introiti, di cui l’insieme della città non beneficia affatto. È sufficiente pensare che quasi un miliardo di euro l’anno della ricezione turistica su Roma viene fatturato all’estero dalle multinazionali OTA (Online Turism Agency). L’ultimo esempio sono stati i 150 milioni di evasione fiscale di Booking. Secondo gli studi realizzati, gran parte di quello che spendono i turisti a Roma è nello shopping e nella ristorazione. Le spese dei turisti per musei e aree archeologiche sono irrisorie rispetto al resto. Ciò significa che il turismo coinvolge solo una parte ristretta della città e i suoi benefici non vengono redistribuiti al resto degli abitanti, tagliati fuori da questo circuito. Non a caso, da tempo Potere al Popolo propone una prima misura simbolo: che la tassa di soggiorno diventi una tassa di scopo per gli investimenti ei servizi nelle periferie. Sono poco più 100 milioni di euro l’anno, ma il significato sarebbe chiarissimo nel senso della redistribuzione. In secondo luogo, sarebbe ora che la ricezione turistica a Roma venisse sottratta alle multinazionali e gestita direttamente da un portale del Comune dedicato.

I trasporti pubblici, soprattutto nei confronti delle periferie, rappresentano un vulnus che sicuramente non migliora la qualità della vita di chi le abita. Periferie e trasporti, quali sono le priorità d’intervento?

Roma urbanisticamente si è sviluppata come una metropoli completamente deregolamentata. Gestire i servizi in questa realtà è una serissima rogna. Oggi ci sono autobus che fanno percorsi tortuosi e lunghissimi per arrivare nei quartieri della periferia o per poter dire che in quel quartiere è presente una qualche linea. Sappiamo benissimo che questo si ripercuote sugli orari di passaggio dei bus con attese lunghissime e con i capolinea che diventano dei “Triangoli delle Bermude” dove i bus spariscono, soprattutto in periferia. Non è un caso che l’Atac ha privatizzato il 50% dei chilometri effettuati dalle tratte nelle periferie, una sciagura che va revocata immediatamente. Per Potere al Popolo tale logica va rovesciata, l’Atac non può essere una spa che riceve dal Comune un tot al chilometro e deve invece diventare invece una Azienda Speciale (prevista dalla legge) direttamente nelle mani del Comune. L’Atac, rispetto al servizio che è chiamata a fornire agli abitanti, è sottofinanziata dal 2012, ha bisogno di meno dirigenti costosi, di più autisti e mezzi e di riportare all’interno manutenzione e servizi, oggi appaltati ai privati. Riportare i servizi “in house” è meno costoso che esternalizzarli, lo sanno tutti, ma fino ad oggi hanno fatto esattamente il contrario.

Raggi si ripresenta alle elezioni dopo aver completato il proprio mandato elettorale. Qual è il suo giudizio su questi cinque anni di amministrazione pentastellata della città?

La riassumiamo semplicemente così. La giunta Raggi per i consensi che aveva ricevuto nel 2016 è stata una occasione perduta e una aspettativa tradita, soprattutto nelle periferie. Quell’aspettativa di rottura e cambiamento per gli abitanti di Roma oggi può essere rappresentata proprio e meglio da Potere al Popolo, dalla sua visione di Città Pubblica, dal Controllo Popolare che intendiamo mettere in campo, dalla sua internità al disagio sociale nella nostra città e dalle sue proposte di rovesciamento delle priorità sociali nelle scelte decisive su Roma.


 

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