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Elezioni Comunali Roma 2021

Ciaccheri (Liberare Roma): "Le primarie non sono un concorso di bellezza per guadagnare visibilità"

Intervista al portavoce del gruppo alla sinistra del PD: “Carlo Calenda rimarca le distanze e questo è un errore. Lavoriamo per un soggetto unitario della sinistra civica, ecologista e radicale”

Settimana cruciale quella che oggi si apre per la coalizione di centrosinistra. Martedì si riunisce il tavolo della coalizione progressista, convocato dal Partito Democratico che ha proposto (o confermato?) l’appuntamento delle primarie per giugno. Carlo Calenda si è sfilato: per Amedeo Ciaccheri, portavoce della lista di sinistra Liberare Roma, questo è un errore “su cui c’è ancora tempo per un ripensamento”. Fra una lista unitaria delle aree radicali della coalizione e la mancanza di un profilo femminile fra i candidati attualmente in corsa, Roma Today ha dialogato con il presidente dell’VIII Municipio.

Presidente Ciaccheri, martedì torna a riunirsi il tavolo della coalizione. Voi come Liberare Roma ci sarete?

Sì, anche se ad oggi non mi sembra che sul futuro della coalizione si diradino le nuvole. Siamo in un passaggio abbastanza importante, dopo un anno di pandemia e nell'approssimarsi urgente della scadenza elettorale per Roma, c'è la forte necessità di chiarirci. Sappiamo che c'è Virginia Raggi, sappiamo che c'è la destra, ora noi promuoviamo il consolidamento del campo democratico e progressista per costruire un'alternativa nella nostra città. Noi vogliamo ospitare e garantire il progetto della sinistra civica, ecologista, innovativa in un contenitore che sia all'altezza della sfida che ci aspetta. 

Come vede l'appuntamento delle primarie convocato per giugno? 

E' importante che si sia arrivati ​​alla convocazione di un tavolo serio per organizzare le primarie nella nostra città. Il ritardo accumulato finora non è da poco. Io penso che vada mobilitato un popolo di militanti e di forze sociali per una campagna elettorale che sia una forza di moltissimi. Vogliamo primarie di massa che permettano una larga partecipazione, sarebbe un errore drammatico pensarle come un appuntamento per il ceto politico. In passato sono state uno strumento importante, che hanno incarnato l'esigenza di rinnovare la politica e la capacità di empatia con la dimensione popolare della città. Oggi dobbiamo individuare un progetto di città capace di essere rappresentativo della sua mobilitazione civica. 

Il sondaggio di BiDiMedia vi dà al 3,5% come Liberare Roma, appaiato a un altro 3,5% delle liste di sinistra. In tutta onestà, perché sarebbe per voi conveniente andare da soli? Insieme le vostre percentuali sarebbero certamente più solide. 

Io penso che il sondaggio fotografi un momento che sta dentro un percorso di lavoro, verso un soggetto unitario della sinistra civica ed ecologista. Stiamo lavorando a un esito unitario con gli altri interlocutori per costruire un progetto che tenga dentro tante storie differenti. C'è una domanda di alternativa radicale su cui è giusto lavorare insieme.  

Liberare Roma viene da una serie di appuntamenti e webinar con significative personalità del mondo intellettuale. Che tipo di lista e di gruppo state costruendo? 

Abbiamo provato a raccogliere dei punti di vista e dei contributi che abbiano uno sguardo sulla città. Abbiamo costruito un comitato scientifico, un gruppo di intelligenze che hanno proposte per Roma e oggi stiamo lavorando con diversi stakeholder per mettere alla prova queste visioni. Abbiamo scelto di coinvolgere un mondo della cultura che chiede di prendere parola sulle scelte determinanti, un mondo delle intelligenze che oggi è in mobilitazione. Vengo dall'incontro con le giornate di occupazione del Globe Theatre dove si respira aria nuova. Vogliamo presentare una lista che rispecchi queste molteplicità. 

Tre temi imprescindibili nella vostra visione programmatica. 

Il primo è certamente la questione sociale. Dobbiamo chiederci come possiamo essere utili nello spazio della pandemia, organizzare esperienze di mutualismo mentre la forbice delle disuguaglianze si amplia. Dobbiamo chiederci quali sono gli spazi da qui ai prossimi anni per ricostruire un welfare cittadino, per rispondere ai bisogni di chi non ce la fa, per rilanciare la solidarietà. Il secondo tema è quello del costruire una città che accetti la transizione ecologica come orizzonte. Roma è una grande metropoli e ha un grande patrimonio ambientale e un grande potenziale dal punto di vista economico e agricolo; i tradizionali asset, ad esempio immobiliari, della capitale, dovranno accettare la sfida della transizione. Il terzo fronte è il mondo della cultura che non a caso si mobilita: oggi non esiste un programma e un piano regolatore culturale che metta a sistema il patrimonio artistico e universitario, ad esempio, o il turismo e l’industria del design e dell’immagine, mentre in città stanno nascendo tante esperienze di distretto e di trasformazione dello spazio umano.

Carlo Calenda ha detto che non parteciperà alle primarie. Lei auspicava un suo coinvolgimento. 

Io penso che questo rimarcare le distanze sia un errore. Calenda mette un freno a un processo che poteva avere degli esiti e questo rischia di essere un danno di cui approfitteranno Virginia Raggi e la destra. Serve un ripensamento e c'è spazio per costruirlo, anche se questi giorni, queste ore, suppongo rappresentino una delle ultime stazioni che abbiamo a disposizione. 

E' per questo che le chiedo se lei alle primarie ci sarà o se rilancia la sua azione per l'VIII Municipio. 

Io oggi sono il presidente dell'VIII Municipio, e questo è importante sottolinearlo prima di farmi qualunque altra domanda. La considerazione che faccio è che l'immagine delle primarie che stiamo dando oggi appare insufficiente, nonostante la grande amicizia che ho per i nomi che vedo girare. Ci sono limiti oggettivi e soggettivi. Ad esempio vedo un parterre di soli uomini: con tutto il rispetto, dico che le primarie non sono un concorso di bellezza per guadagnare visibilità. La coalizione deve dotarsi di regole ambiziose: non basta dire “sono candidato”, serve un programma minimo e alcune migliaia di firme di sostegno alla candidatura. Aggiungo che non servono quote rosa, ma candidature di donne capaci di vincere le primarie e soprattutto le elezioni. Come Liberare Roma noi ci saremo e abbiamo deciso di esserci non per avere una visibilità di comodo, ma per mettere invece a disposizione le nostre energie in questa logica e costruire una candidatura di profilo in un progetto vincente.

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