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Redazione

Le priorità per la gestione dei rifiuti a Roma

"Il concetto “rifiuti zero” o “quasi-zero” è sacrosanto e va perseguito con serietà. Ma da chi è convinto che i vantaggi non sono soltanto ambientali ma anche sociali ed economici"

Il tema dei rifiuti è ritenuto “centrale” a Roma da sempre, soprattutto durante le campagne elettorali. Poi, all’atto pratico, nel momento in cui c’erano da prendere decisioni rilevanti che toccavano interessi precisi (business dei rifiuti) tutti hanno dovuto alzare bandiera bianca e arrendersi all’evidenza che la situazione nella capitale non era semplice da risolvere. Certamente i tanti errori e i ritardi con i quali si è intervenuti hanno fatto la loro parte. Personalmente ritengo che l’attuale amministrazione capitolina in scadenza avrebbe potuto - e dovuto - fare di più, anche se le va riconosciuto il gran merito di aver avviato alcuni processi che potrebbero portare ad un completo ribaltamento della situazione cittadina. I programmi che gli attuali candidati hanno presentato sono alquanto scontati e, secondo me, molto al ribasso rispetto alle potenzialità di una capitale come Roma. Non ho rilevato particolare interesse verso alcune innovazioni e l’impressione è quella di cercare di tamponare una situazione che in molti a Roma ritengono ormai persa. Mi auguro fortemente di sbagliare e che invece noi romani (e tutti coloro che in qualche modo si relazionano con la città) riusciremo ad emergere, anche su un tema così spinoso come quello dei rifiuti. Mi auguro che tutti i candidati mettano in evidenza e diano priorità, seriamente e concretamente e non solo per iscritto nel programma elettorale, ad azioni fattibili e concrete. Non c’è bisogno di presentare programmi “avveniristici”, ma di impostare una seria programmazione che porti nel giro di alcuni anni a vedere i rifiuti non più come un problema. Questa visione, ovviamente, comporta la scelta delle persone giuste per gestire questa complessa tematica.

Rifiuti a Roma: i programmi e le proposte dei candidati sindaco

Perché ad ogni elezione a Roma le cose sembrano andare peggio sul versante rifiuti 

Il degrado dovuto alla cattiva gestione dei rifiuti a Roma è ormai cosa atavica. Ovviamente, i troppi interessi economici e la scarsa attenzione al rispetto delle regole hanno trovato facile terreno. E i cittadini romani (ma anche i turisti e i pendolari), non adeguatamente guidati dai propri amministratori, si sono adeguati ad un modo di fare che non è assolutamente consono ad una capitale europea. Basterebbe analizzare seriamente cosa troviamo nei cassonetti dei rifiuti per capire come impostare una seria politica di riduzione degli stessi. Perché è questa la priorità: ridurre la quantità di rifiuti che giornalmente inondano la città. E non dimenticare il problema delle utenze non ancora certificate che “nascondono” una parte del problema. Su questo l’amministrazione Raggi aveva iniziato a muoversi, ma si è notato un certo rallentamento negli ultimi tempi: non vorrei che l’avvicinarsi delle elezioni locali abbia giocato il ruolo opposto, cioè cercare di facilitare il consenso a discapito di un sano sviluppo della città.

Perché la raccolta differenziata non cresce

Innanzitutto l’assenza di una seria visione e programmazione. Quando si parla di rifiuti, si fa sempre riferimento alle città virtuose del nord Europa e non ci si sofferma mai abbastanza sul fatto che a Roma si potrebbero raggiugere risultati ben più interessanti. Girando per Roma, è facile notare la scarsa accuratezza, per non dire negligenza, degli operatori del settore che dovrebbero essere più severi verso coloro che non rispettano adeguatamente le regole della raccolta differenziata. Personalmente, ritengo che una società a “rifiuti quasi-zero” sia possibile, con i tempi che si potranno impostare sulla base del punto di partenza. A Roma il problema è stata la mancanza di una linea di continuità nella visione dei diversi amministratori che si sono succeduti negli ultimi anni, continuità che è fondamentale per affrontare un tema così rilevante come i rifiuti. Chi amministra la città deve far capire che potenziando la raccolta differenziata, con conseguente aumento dei singoli materiali raccolti e poi avviati a recupero, non solo vi sarebbero sempre meno rifiuti per strada, ma si ridurrebbero anche le bollette. Per non parlare dei posti di lavoro che si potrebbero creare nelle nuove filiere della gestione sostenibile dei rifiuti, che, con un’idonea politica, potremmo iniziare a chiamare “materiali” e non rifiuti.

Di cosa ha bisogno Roma per risolvere l’emergenza rifiuti

Alle emergenze si risponde con azioni immediate per il ripristino delle condizioni di vivibilità e decenza ma, allo stesso tempo, con una programmazione seria e credibile che in poco tempo possa dare risposte concrete ai cittadini. Non è tollerabile che Roma continui ad inviare i propri rifiuti al di fuori dei propri confini, fino in alcuni paesi esteri che ne ricavano energia. Personalmente, come già messo in evidenza, ritengo che l’incenerimento dei rifiuti non sia la strada da percorrere. Ridurli al massimo prima, e gestirli in maniera sostenibile poi, è l’obiettivo che dobbiamo porci. Tutto ciò sarà possibile solo con una impiantistica moderna sul recupero dei rifiuti da raccolta differenziata senza la quale sarà impossibile pianificare un servizio di qualità. Proprio su questo punto, l’azienda romana dedicata a questo, l’AMA, va ristrutturata con assunzione di personale specializzato e un riordino aziendale che miri a separare la gestione impiantistica dalla raccolta e dallo spazzamento. Gli impianti sono spesso fermi per guasti o per iniziativa della magistratura. Questo non è più sostenibile.

Rifiuti zero, ricetta inapplicabile?

Come già messo in evidenza, il concetto “rifiuti zero” o “quasi-zero” è sacrosanto e va perseguito con serietà. Ma da chi è convinto che i vantaggi non sono soltanto ambientali ma anche sociali ed economici. Abbiamo bisogno di amministratori locali (ai vari livelli: comunale, provinciale e regionale) che credano fortemente in questa visione. Gli interessi a mantenere una situazione di emergenza sulla gestione dei rifiuti sono ancora troppo forti a Roma ed è necessario fare in modo di allontanarci il prima possibile da questa vecchia visione. Dobbiamo capire tutti, dalle scuole agli uffici e fino alle nostre case, che non produrre rifiuti non solo ci fa bene ma ci fa anche guadagnare, direttamente e indirettamente. 

Antonio Lumicisi da circa 30 anni si occupa di sostenibilità ambientale ed energetica, prima con Greenpeace Italia, dove ha ricoperto diversi ruoli coordinando infine la campagna Clima ed Energia fino al 1999.  Dall’agosto 2017 al febbraio 2019 ha fatto parte dello staff dell’Assessora Montanari presso Roma Capitale con la delega al coordinamento del Piano di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC) della città, organizzando diversi tavoli tecnici per il coinvolgimento degli stakeholder e gettando le basi stesse del PAESC. In precedenza ha svolto attività di ricerca presso la FAO sul tema delle statistiche inerenti l’agricoltura sostenibile nei Paesi in Via di Sviluppo. Attualmente è consulente per il GSE e alcuni progetti europei sui temi della sostenibilità ambientale ed energetica. A lui abbiamo voluto chiedere un parere sul tema rifiuti che in questa campagna elettorale, più di altre, ha imperversato. 

Le priorità per la gestione dei rifiuti a Roma

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