INTERVISTA | Andrea Bernaudo, il liberale in corsa per il Campidoglio: "Energia dai rifiuti e azzeriamo le tasse locali"
Abbiamo intervistato uno dei candidati alle prossime amministrative di ottobre, Andra Bernaudo che concorrerà per Liberisti Italiani
Andrea Bernaudo si è candidato alle prossime amministrative con netto anticipo, dando la sua conferma già a febbraio. Scenderà in campo per la carica di sindaco con Liberisti Italiani. "L’unico candidato sindaco di Roma che è già andato dal notaio ad accettare la candidatura a febbraio e ritornerà per la riconferma" dice Bernaudo che attendeva le amministrative a giugno e che in attesa delle votazioni di ottobre parla della proposta di Liberisti Italiani sulla gestione della Capitale, un programma che vede la rivalutazione e il riassetto dei servizi di trasposto e dei rifiuti, al fine di azzerare i costi affrontati a spese dei cittadini. La proposta "No Tax" che vuole riattivare le economie di Roma dal turismo alle imprese.
Riguardo alle elezioni per queste amministrative, non si aspettava uno slittamento ad ottobre?
"Ad oggi sono l’unico candidato sindaco di Roma che insieme ai 48 candidati all’assemblea capitolina era già andato dal notaio, pensando che si votasse a scadenza naturale, invece si vota a ottobre. Noi ci siamo battuti affinché questo slittamento non avvenisse perché bisogna andare a votare anche sotto le bombe, non si può interrompere la democrazia per contenere il contagio. Non è stato fatto in nessun paese del mondo: si è votato in Israele, si è votato recentemente in Austria dove fortunatamente hanno vinto i liberali, si è votato dappertutto tranne in Italia. Quindi la realtà di questo slittamento soprattutto in questo caso di Roma, ma anche in altre città è stato dovuto al fatto che i partiti politici erano a corto di idee e di candidati."
Come si sarebbe potuto fare secondo lei?
“Assolutamente sì, a chiudere le attività, a sigillare la gente in casa e a non mandare le persone a votare sono capaci tutti. Sono dei provvedimenti da trogloditi, perché trovare delle soluzioni alternative per cercare di non far morire l’economia e mandare la gente a votare è compito dei più capaci. Noi avevamo indicato una strada: i comizi potevano essere fatti utilizzando i tantissimi canali del servizio pubblico, si potevano utilizzare quindi gli strumenti del mezzo pubblico radio televisivo per fare propaganda elettorale e non quello dei comizi fisici. Si poteva allungare di un giorno o due la possibilità di andare a votare, siamo andati a votare con un referendum costituzionale in piena pandemia e non successe nulla, con l’utilizzo della mascherina e dei guanti. E' chiaro che se i partiti politici hanno voluto lo slittamento del voto è perché non si sono ancora messi d’accordo come spartirsi le città. Uno slittamento politico in nome della pandemia, la giusta scusa per rinviare le elezioni”.
Cosa prevede il suo programma elettorale?
“Noi vogliamo azzerare le tasse locali, che a Roma sono le più alte d’Italia, attraverso la produzione di energia con i rifiuti. In questo momento è scoppiata di nuovo la bomba dei rifiuti a Roma. Noi prevediamo la messa a gara del servizio di raccolta, così come la messa a gara del servizio di trasporto pubblico locale e di tutti i servizi attualmente gestiti direttamente dal comune.
Questo comporterà una diminuzione dei costi di questi servizi, perché queste società municipalizzate, fortemente indebitate: alcune che non riescono addirittura a presentare i bilanci altre che sono state costrette a ricorrere al concordato, mettendo in difficoltà i loro fornitori e che vengono continuamente rifinanziate dai contribuenti. Sono società tecnicamente fallite e che hanno fallito la propria mission.
Bisogna chiudere i contratti di servizio con le società municipalizzate, fare le gare sotto rigido controllo dell’amministrazione perché la politica deve uscire dalla gestione dei servizi, questo comporterà un grandissimo risparmio che può essere utilizzato per azzerare le tasse locali ai romani.
I soldi del Recovery Plan che dovranno arrivare a Roma dovranno essere utilizzati non per amenità, monopattini, biciclette elettriche ed altri sperperi di denaro ma dovranno essere utilizzati per fare 4 impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti, il modello è quello di Copenaghen, dove c’è un impianto che produce energia che è ben visto dalla cittadinanza. Noi vogliamo superare i tabù della sinistra che si è definita ambientalista ma che ha governato Roma per tanti anni ed è corresponsabile della sua distruzione ambientalista, superare i tabu ideologici sugli impianti di chiusura del ciclo dei rifiuti che hanno determinato anche loro la situazione nella quale siamo e troviamo allucinante il rimpallo di responsabilità tra comune e regione”.
Non solo i rifiuti ma anche i trasporti fanno parte delle criticità di Roma, quali sono le sue proposte al riguardo?
“Bisogna chiudere il contratto a scadenza di servizio con Atac e spezzettare il servizio in molte tratte su Roma, in modo tale da fare molti bandi e far partecipare le eccellenze della libera impresa. Fare lavorare le aziende dei trasporti che adesso sono ferme a causa della pandemia, che hanno avuto più danni di tutti nell’emergenza e impiegarle con i loro mezzi euro 6, ecologici e nuovissimi anziché i mezzi scassati dell’azienda Atac”.
Parlava dell’economia di Roma, come si può pensare al rilancio dell’economia della città?
“Roma era già morta prima della pandemia, aveva già subito il grave trasloco di tantissime aziende che sono andate via dalla Capitale. Roma non è più attrattiva per nessun tipo di grande impresa, inoltre tanti piccoli esercenti stavano già chiudendo. Incredibilmente Roma, cominciava già a rallentare anche come capitale turistica, i turisti vengono perché Roma è la capitale ma non tornano per che trovano la città sporca e inospitale e con servizi che non funzionano. -continua Andrea Bernaudo-Noi vogliamo semplicemente che le amministrazioni la finiscano di distruggere questa città che per quello che è e rappresenta deve primeggiare su tutto e non essere il fanalino di coda su tutto. Per fare questo bisogna che la politica si tolga dalla gestione dei servizi e li faccia fare a chi è abituato a fare impresa, no clientelismo, no nepotismo e no Assuntopoli e concorsopoli."
Riguardo all’attuale amministrazione cosa ne pensa della gestione degli ultimi anni?
“La Raggi non ha svolto alcun cambiamento, si è inserita nello stesso filone di tutti i sindaci che l’anno preceduta cioè rifinanziare le società parastatali, non cambiare modulo amministrativo e non imprimere nessuna svolta a questa città, noi ci troviamo peggio di prima".
Si è opposto più volte alla Tari, come si possono diminuire i costi sui cittadini eliminando questa tassa?
"A Roma va valorizzato tutto il comparto immobiliare della città, non esiste al mondo che noi abbiamo migliaia di appartamenti del comune che sono ad affitti azzerati al centro di Roma o che non si fa neanche un censimento e non si sia arrivati nemmeno a quantificare le proprietà del comune di Roma e poi abbiamo l’IMU più alta d’Italia sui proprietari privati. Si deve valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico per azzerare l’IMU sui cittadini Romani. Bisogna trovare da questa città le risorse per diminuire le tasse dei residenti. Noi siamo per lo zero Tari. - continua- Oggi ci sono tante aziende chiuse che sono costrette a pagare la Tari per un servizio che non hanno né prodotto né ricevuto”.
Cosa ne pensa della tassazione fissa durante la pandemia che continua a pesare su tutti quei settori attualmente fermi?
“Sotto questo punto di vista non le parlo più da candidato sindaco di Roma di Liberisti Italiani ma le parlo come presidente di S.o.s partita iva, noi l’allarme sulle partite Iva lo abbiamo dato 10 anni fa ed è semplicemente esploso con la pandemia.L'emergenza pandemica ha dimostrato che lo stato italiano a causa dell’eccessiva tassazione sta facendo pagare il costo di questa guerra Virus solo a una parte del paese ovvero alle partite iva, alle micro imprese, ai professionisti: le attività produttive. Moltissime aziende non riapriranno più, ma le responsabilità di questa condizione sta anche in tutti noi imprenditori, partite Iva e professionisti che non hanno mai avuto la voglia di organizzarsi movimento politico, il problema delle imprese italiane non è un problema di categoria è un problema di sistema. Questo è un sistema anti impresa che fa scappare i nostri migliori imprenditori italiani, così non ci rialziamo.- conclude- La strada che noi abbiamo indicato è quella della grande riforma fiscale, finchè in Italia non sarà apportata una tassa sulle attività produttive al 15% valevole per tutte le attività produttive, che è una cosa diversa dalla Flat tax, che è una tassa generalizzata ma una corporate tax ovvero una tassa uguale su tutte le attività produttive che consentirebbe la creazione di moltissime attività e riavviare quelle che hanno resistito a questo tsunami”.