INTERVISTA | Michetti: "Io, fiero di essere un Tribuno del popolo. Con Matone e Sgarbi saremo all'altezza di Roma"
L’avvocato e docente universitario è il candidato sindaco del centrodestra in ticket con il magistrato Matone. Sui rifiuti: “Città ha bisogno di impianti, innovativi e diffusi”
Enrico Michetti candidato sindaco a Roma per il centrodestra. E’ lui, in ticket con il magistrato Simonetta Matone, il nome su cui Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, dopo mesi di tentativi e fumate nere, hanno trovato l’accordo. Classe ‘66, romano, avvocato amministrativista e docente universitario in Diritto degli Enti Locali, è direttore de La gazzetta amministrativa e del Quotidiano della P.A. Michetti tiene al titolo di Tribuno, “è il massimo che si può dare ad un cittadino di Roma, il Tribuno della plebe era colui che rappresentava il popolo”: un appellativo acquisito durante l’esperienza come speaker radiofonico in una delle emittenti romane con cui collaborava dispensando ‘pillole’ sugli argomenti più disparati.
Nel corso della sua attività professionale l’esperto di Enti Locali ha affiancato molti sindaci di centrodestra: nelle prossime amministrative guiderà la coalizione verso la conquista del Campidoglio. Michetti, Matone e Vittorio Sgarbi, già indicato come assessore alla Cultura, il tridente d’attacco del centrodestra: dietro “una squadra, la base che fa politica da anni”. RomaToday lo ha incontrato l’indomani dell’investitura ufficiale.
Avvocato Michett,i perchè ha deciso di accettare la sfida e candidarsi a sindaco di Roma?
Essere utile alla propria città è qualcosa di incredibile. Roma è Caput Mundi. Esserne il sindaco penso sia il sogno di chiunque.
Prima di lei c’è stata una lunga “corte”, soprattutto da parte della Lega e di Forza Italia, a Guido Bertolaso che però ha detto di no alla candidatura. Si sente una seconda scelta?
Credo che chiunque può essere libero di decidere del proprio destino e del proprio futuro. Per quanto mi riguarda sono lusingato e basta. Sono onorato che una coalizione così vasta abbia indicato me. Ho passato una vita ad assistere la pubblica amministrazione, ad affiancare sia il funzionario pubblico che l’amministratore nei procedimenti complessi: ecco perchè dopo 30 anni mi è stato chiesto di scendere in campo in prima persona. Probabilmente mi ritengono all’altezza del compito insieme alla dottoressa Simonetta Matone, che ha un curriculum straordinario, e a Vittorio Sgarbi che nel suo settore è un’eccellenza. Mi sembra che siano state indicate figure di primo piano.
Il programma, “condiviso all’interno della coalizione”, è ancora in via di definizione: ma quali sono le priorità da affrontare a Roma?
Sicurezza, trasporti, igiene urbana, turismo. Quattro priorità importanti. Bisogna fare in modo che questa città riparta e ciò passa anche e soprattutto da lavoro e occupazione. Bisogna creare le condizioni per le quali Roma torni al centro non solo dell’Italia ma del Pianeta. E’ una città che merita decoro e servizi all’altezza di una grande Capitale del Mondo.
In conferenza ha affermato che le è stata chiesta una cosa sola,”la buona amministrazione”. Quali azioni dovrà intraprendere il prossimo sindaco di Roma nei primi 100 giorni di mandato?
La buona amministrazione che passa dalla programmazione. Occorre pianificare tutte le azioni da fare nei cinque anni successivi. Bisogna far vedere un’inversione di marcia a cominciare dal contesto: serve un ambiente sereno, senza odio, pregiudizi e colpi bassi. Serve che tutti, maggioranza e opposizione, lavorino nell’interesse della città. E’ necessario pianificare le priorità attraverso un’attività istruttoria e di ricognizione per trovare le azioni e le soluzioni più efficaci per affrontare ogni tematica.
Tra i dossier più scottanti e sempre attuale quello relativo alla gestione dei rifiuti. Ha già un’idea di come affrontare la tematica?
Roma ha necessità di realizzare gli impianti per riutilizzo, riuso e riciclo. Il rifiuto deve diventare ricchezza. Gli impianti devono essere pianificati all’interno della dialettica Campidoglio-area metropolitana in maniera omogenea, compatibile con la qualità e la quantità dei rifiuti che si producono. Il rifiuto si smaltisce nel luogo dove si produce, è una regola di civiltà. Bisogna avere impianti più innovativi in assoluto, meno impattanti, legati al ciclo virtuoso dell’ambiente. Per una gestione efficiente, visto che la competenza è ampia, c’è bisogno anche del supporto della Regione affinchè si realizzi un concorso armonico anche con l’ente sovraordinato.
Sta dicendo che la discarica, di cui Roma sembra aver bisogno, sorgerà dentro i confini della città, del Comune?
Gli impianti, oltre la discarica per il conferimento finale, vanno realizzati: devono essere tanti per essere meno impattanti sul territorio e distribuiti in maniera omogenea in modo che nessuno si possa lamentare che la propria area è più gravata rispetto ad altre. Devono essere impianti legati al ciclo di conversione del rifiuto in prodotto: riuso, riciclo, riutilizzo. Per fare questo dovrà essere massimizzata la raccolta differenziata che è il cardine del circuito virtuoso, portarla al 60-70% in breve tempo: è chiaro che c’è bisogno di organizzazione, pianificazione, programmazione e un occhio attento alla governance della società che attualmente se ne sta occupando.
Spesso però gli impianti, seppur necessari, incontrano l’opposizione dei territori nei quali si prevede la loro realizzazione: Roma nella sua storia più recente è rimasta anche ostaggio dei no e di pregiudizi ideologici. Come spera di abbattere questo muro?
Il dialogo con i territori è fondamentale: è alla base della democrazia. Le cose vanno spiegate e vanno spiegate bene: ai cittadini bisognerà far comprendere che gli impianti saranno dei microimpianti e riguarderanno l’intero territorio romano. Questo può essere accettato più facilmente, anche perchè è molto più ‘discarica’ un cassonetto dove per giorni stazionano i rifiuti scatenando miasmi che un impianto moderno e a impatto zero.
Dopo l’annuncio ufficiale della sua candidatura a sindaco inizia la campagbna elettorale. Quale la prima tappa?
Le tappe della campagna elettorale sono ancora da definire. Saremo in centro, in periferia, nella campagna romana: tutti meritano attenzione, il territorio va visitato nel suo complesso.
Salvini ha scherzosamente fatto sapere che Michetti-Matone, il ticket sindaco-prosindaco "è ben assortito, copre anche le tifoserie di Roma e Lazio". Ma non ci ha detto chi tifa quale squadra della Capitale...
La dottoressa Matone è tifosa della Roma. Io sono Laziale da sempre. Ho iniziato a tifare da quando la Lazio era in B e lottava per la serie A. Dall’altra parte la Roma vinceva lo scudetto, forse la più forte di tutti i tempi: la Roma di Pruzzo, di Falcao, di Di Bartolomei. Era una Roma straordinaria e noi, chiaramente con grande sofferenza, vivevamo questo gap che c’era tra una Roma stellare e una Lazio che soffriva. Diciamo che noi laziali non ci siamo scelti la strada più semplice.