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Mercoledì, 17 Aprile 2024
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Redazione

Gualtieri e la coalizione pigliatutto

Punto di partenza: una voce sentita da un militante PD, futuro candidato a consigliere comunale, fra i tavoli della festa dell’Unità appena conclusa a Testaccio. “Su alcuni punti dobbiamo tenerci vaghi”, diceva, “perché Michetti arriverà primo al primo turno e noi dovremo parlare con Calenda”. La strategia è quella annunciata il 15 luglio da Gualtieri stesso: “Al ballottaggio chiederemo i voti di Raggi e di Calenda”. Così, forze politiche, partiti e componenti della coalizione sono (mediamente) liberi di bombardare la candidata Cinque Stelle e il leader di Azione. Gualtieri deve mantenere un aplomb sopra le parti e iniziare a prefigurare la vera partita, quella del secondo turno, in cui “il nemico da battere è la destra”.

Nel frattempo la coalizione a sostegno di Gualtieri si espande. La lista unitaria della sinistra è cosa fatta; in una strana meccanica della politica, Giovanni Caudo riesce, presentando una proposta che a nessuno è piaciuta, nell’invidiabile impresa di far sedere allo stesso tavolo i guerriglieri di Garbatella di fede smerigliana con i rappresentanti dei partiti tradizionali, mai teneri in passato con il gruppo di Liberare Roma animato da Amedeo Ciaccheri. L’urbanista-minisindaco è comunque ancora in pista: dopo quella che a tutti gli effetti è sembrata una battuta di arresto si è ripreso, con adesioni di profilo alla sua Roma Futura. Oltre a Possibile e Volt che accompagnano il presidente del III Municipio fin dal principio della sua avventura, arrivano in dote alla civica per Caudo Pop di Marta Bonafoni e la componente verde di Green Italia. Si parla anche dei Radicali, che però sono corteggiati anche da Calenda.

Alessandro Onorato fu colonna della candidatura a sindaco per Alfio Marchini, allora sostenuto anche da Forza Italia; lo ricordiamo uscire dallo studio del notaio che defenestrò Ignazio Marino dicendo: “L’unico dato politico è che Ignazio Marino viene fatto cadere dalla lista Marchini, controllate le nostre firme e sono quelle decisive”. Oggi non si ricandida, ma animerà la lista Civica per Roberto Gualtieri. Ci saranno anche i Verdi, che hanno respinto qualunque proposta di adesione a liste civiche e liste unitarie e, come spiega Angelo Bonelli a Roma Today, rivendicano orgogliosamente il posto del Sole che Ride e il suo spazio europeo. Fuori dalle rassegne stampa intanto Paolo Ciani organizza le liste di Demos, presenza certa a sostegno dell’ex Mef.

Nella scienza politica americana si parla di “coalizioni a grande tenda”, riportato nello scenario politico romano si traduce in: il Partito Democratico sa di giocarsela all’ultimo voto e che ogni mondo da cui pescare è importante. Per questo la scheda elettorale si annuncia molto lunga, a sinistra più che a destra, secondo l’antica pratica politica per cui “ognuno si porta i suoi”. E’, in un certo senso, il tramonto della vocazione maggioritaria del PD lanciata da Walter Veltroni: i tempi sono cupi, i candidati del PD hanno già fatto partire le campagne elettorali – ovvero, il Vietnam delle preferenze – e non c’è molto tempo, con l’estate di mezzo, per disperdere energie. La coalizione corale e piena di simboli potrebbe essere un prezzo non eccessivo da pagare.

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