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Elezioni Comunali Roma 2021

Elezioni 2021, la fronda del M5s apre al Pd: "Serve Sindaco capace di unire"

I cinque consiglieri dissidenti del M5s lanciano il “Piano Roma”. Per la Capitale invocato “schema sperimentato a livello nazionale”

Ennesima bocciatura. Sempre più netta. Il gruppo dei grillini “dissidenti” torna a prendere le distanza dell’autocandidatura di Virginia Raggi. In maniera sempre più netta.

Il piano Roma

In una pagina del gruppo facebook “Il piano Roma”  Marco Terranova, Enrico Stefano, Donatella Iorio, Angelo Sturni e Alessandra Agnello, sono tornati ad indicare quella che, secondo loro, è la strada da imboccare in vista delle future elezioni comunali. Che siano confermate a maggio o che, diversamente, vengano posticipate in autunno, per i cinque della fronda pentastellata. 

“Le prossime elezioni amministrative del 2021 costituiscono una grande opportunità per la città di Roma per rafforzare l'azione di governo locale e nazionale portando avanti le attività del Movimento Cinque Stelle in un perimetro che consenta di coinvolgere le altre forze politiche e sociali della città”.

L'apertura al PD

Secondo Agnello, Sturni, Iorio, Stefàno e Terranova, serve un “un progetto che metta al centro i temi, che a noi piace chiamare il Piano di Roma, valorizzando il lavoro e le esperienze positive di questi anni”. E perchè “il piano Roma” abbia un futuro “serve un candidato Sindaco capace di unire, una figura terza rispetto alle varie forze politiche in campo e di alto profilo istituzionale, in grado di incarnare al meglio il ruolo di guida in una consigliatura costituente, replicando lo schema del livello nazionale su Roma”. Quindi che preveda un'alleanza con il partito democratico.

La Sindaca divisiva

E perchè sia chiaro, questo percorso non è possibile intraprenderlo puntando su chi, fino ad oggi, ha indossato la fascia tricolore. “Non possiamo immaginare - hanno aggiunto i cinque consiglieri pentastellati - che dopo mesi di veti incrociati, anatemi lanciati all'insegna del mai con tizio o mai con quel partito, si possa pensare di riuscire a costruire una maggioranza promossa da figure divisive che hanno imposto dall'alto la propria candidatura”. E’ il ben servito definitivo a Virginia Raggi. E non poteva essere più chiaro.

La sfiducia alla Sindaca

“La ricandidatura di Virginia Raggi inibisce la costruzione di un’alleanza a Roma con il M5S, nonostante la maturazione del rapporto politico emersa nei giorni scorsi con il voto di fiducia al Governo Conte” ha commentato Stefano Fassina, capogruppo di Sinistra per Roma in Campidoglio. “I cinque anni di amministrazione di Virginia Raggi a Roma sono stati un fallimento e questa consapevolezza ormai e' matura anche nella sua maggioranza" ha invece commentato Amedeo Ciaccheri, il portavoce di Liberare Roma. L'ipotesi di un'allenza va tutta costruita. Ma l'elemento unificante, nel centro-sinistra, è la sfiducia per la Sindaca.


 

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