Elezioni Roma: l'intervista a Giuseppe Cirillo, candidato sindaco con ‘Buone maniere’
In corsa per la poltrona di primo cittadino, se eletto istituirà l’assessorato alla follia
Giuseppe Cirillo, è tra i 22 candidati sindaco in corsa alle prossime elezioni comunali. Sessuologo, ha fondato il partito delle ‘Buone Maniere’. È convinto che Roma debba indossare il ‘vestito migliore’ e tra le prime azioni che porterà a compimento c’è l’istituzione dell’assessorato alla follia. “Abbiamo molti sostenitori e simpatizzanti, loro ci hanno chiesto di partecipare alle elezioni affinché diventiamo una voce nel consiglio comunale” ha detto a RomaToday.
Il programma delle "Buone maniere": borse antistupro gratis per le donne e istituzione dell'assessorato alla follia
Guerra alle buche. Se Giuseppe Cirillo diventasse sindaco di Roma, provvederebbe a sistemare le strade della città perché “Causano incidenti mortali e sono l’immagine della città nel mondo. Non possiamo accogliere eventi in questi condizioni, non siamo presentabili. Non è possibile, come se un sindaco andasse in giro con un vestito bucato” ha detto il candidato sindaco che da giorni sta portando nelle piazze di Roma il proprio dissenso. Tra gli altri, ha indossato una t-shirt strappata per dare il senso del mancato decoro.
La sua amministrazione, inoltre, punterebbe alla prevenzione e al rispetto: “Stiamo distribuendo un preservativo a tutti i romani, perché il preservativo non solo salva la vita e protegge la donna ma evita l’aborto – ha spiegato – molti giovani che si avvicinano al sesso e poi arrivano all’aborto lo fanno in maniera inconsapevole, non sanno che significa uccidere una vita”. Inoltre: “Stiamo distribuendo delle provocatorie strisce pedonali portatili che rappresentano un confine tra la vita e la morte” ha aggiunto.
L’istituzione dell’assessorato alla follia, ovvero alla genialità dei romani: è questo un altro punto del programma di ‘Buone maniere’. Lo stesso si ‘interesserà anche dei problemi non risolti di preti e suore’, si legge nel programma. “Tutti i più grandi artisti si autodefiniscono un po’ folli, tutti hanno una dose di follia”.