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Elezioni Comunali Roma 2021

Effetto Michetti (e Meloni), il disastro del "tribuno" affonda i municipi: il centrodestra vince solo alle Torri

Il centrodestra governerà solo al VI dove ha superato il M5s, negli altri territori ribaltoni o plebisciti per il centrosinistra: così è affondata la nave

Il Campidoglio perso con venti punti di distacco, un solo municipio conquistato su quindici. Il risultato del centrodestra a Roma è disastroso. E se Meloni non vuole sentir parlare di debacle, almeno a livello nazionale, nella Capitale la sconfitta è sonora. Enrico Michetti si è fermato sotto la soglia del 40% incrementando il bottino del primo turno di soli 40mila voti (dai 334mila ai 374mila del ballottaggio), a Gualtieri che ha trionfato con il 60% sono andate invece circa 265mila preferenze in più rispetto a due settimane fa. Da 299.796 a 565mila circa. 

Effetto Michetti: il centrodestra perde tutti i municipi tranne il Torri

Michetti “il Tribuno” non ha convinto, così il centrodestra romano è imploso su se stesso perdendo tutti i municipi di Roma ad eccezione del VI dove Nicola Franco con il 61% ha superato la candidata del M5s, l’unica arrivata al ballottaggio, Francesca Filipponi. Nel resto dei territori valanga rossa

Il centrodestra perde anche quei municipi che ai tempi della scelta dei candidati presidenti, con i ruoli da spartire tra le forze politiche della coalizione, erano stati i più contesi e ambiti: a cominciare dal IX Eur. Massimiliano De Julis non va oltre i voti del primo turno e perde contro l’ex parlamentare Titti Di Salvo che al ballottaggio è riuscita a guadagnare circa 15mila voti in più facendo vincere le elezioni municipali al centrosinistra. In X Monica Picca, esponente di spicco della Lega proiettata in Campidoglio prima della candidatura come capolista di Simonetta Matone, nonostante il +13% del primo turno non riesce a portare Ostia al centrodestra. Il nuovo presidente è Mario Falconi con il 53% delle preferenze. 

Roma nord, lo storico feudo del centrodestra non esiste più

Centrodestra che perde anche l’ormai ex storico feudo di Roma nord. E’ lontano il ricordo degli oltre vent’anni di governo senza rivali: una tradizione interrotta nel 2013 dal centrosinistra e poi dal 2016 dal M5s. Oggi è sempre il candidato del Pd Daniele Torquati, come fu otto anni fa, ad aver avuto la meglio sullo sfidante in quota Lega, Andrea Signorini: testa a testa poi il risultato finale. Nonostante i tredici punti di distacco al primo turno il candidato presidente del centrosinistra ha portato a casa la vittoria con il 51,5%. Ribaltoni nei territori più ostici e plebisciti per il centrosinistra nelle roccaforti “rosse” come quella di Garbatella dove il presidente uscente Amedeo Ciaccheri si è imposto con il 70% dei voti. A parte Franco a Tor Bella Monaca nessuno dei minisindaci del centrodestra è riuscito a mantenere il vantaggio acquisito al primo turno, a conquistare più elettori rispetto allo zoccolo duro. 

E’ l’effetto Michetti, voluto fortemente da Meloni per la corsa in Campidoglio, ad aver affondato la nave. “A Roma si sa che il candidato sindaco trascina i municipi con sè, se è vincente anche i municipi tendono a vincere. Il candidato presidente può essere un valore aggiunto. Ringrazio Michetti che ce l’ha messa tutta, con umiltà e grande preparazione” - l’analisi a caldo di Luigi Avveduto, candidato presidente del centrodestra in VII Municipio. All’Appio ha vinto Francesco Laddaga con il 63%. "Scontiamo, purtroppo, il traino negativo delle elezioni comunali" - ha osservato anche Marco Giovagnorio di FdI, sconfitto in XIII da Sabrina Giuseppetti. 

Pesante come un macigno anche l’astensionismo, a Roma sono rimasti a casa il 59% degli aventi diritto. Meloni dà la colpa al “clima d’odio” in cui si sarebbe svolta la campagna elettorale e fa autocritica per la scelta in ritardo sul candidato sindaco con Michetti, sconosciuto ai più, ad aver iniziato la campagna elettorale solo a giugno. “Consiglio di ripartire da profili politici: le campagne elettorali aggressive non aiutano chi vorrebbe parlare di temi e competenze” - ha detto la leader di Fratelli d’Italia sconfessando il punto fermo della coalizione che sin dall'inizio aveva deciso di affidare la corsa al Campidoglio ad una personalità della società civile, slegata dai partiti.

L'addio di Michetti al Campidoglio in 90 secondi

Novanta secondi, tanto è durata la dichiarazione di Michetti al termine dello spoglio: "L'esito è laconico, faccio un in bocca al lupo a Gualtieri. C'è un dato nazionale. Spero in futuro in un clima diverso di maggiore serenità e volto alla buona amministrazione, con al centro il programma per Roma e non vicende nazionali che possono influenzare il voto della comunità. Credo che abbiamo dato il massimo, in queste condizioni abbiamo fatto quello che si poteva. Faccio un buon augurio al sindaco, perché Roma è la cosa più importante". 

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