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Elezioni Comunali Roma 2021

Comunali 2021, la candidatura di Carlo Calenda a sindaco spacca il Pd

L'ex ministro è uscito allo scoperto, ma frena sull'ufficialità. Sassoli ribadisce il no. Le anime del partito si dividono tra Calenda, primarie e il nome forte da far uscire allo scoperto

Carlo Calenda candidato sindaco di Roma per le comunali 2021 manda in tilt il Pd. Di più: lo spacca. Già, perché fuori dagli equilibrismi lessicali, sull'ipotesi dell'ex ministro sindaco si sono pronunciati esponenti importanti dello stesso partito democratico: ex ulivisti, renziani rimasti nel Pd, opposizioni interne all'attuale linea Zingaretti. Ed aperture ci sono state anche da esponenti come Smeriglio, interni al Pd ma provenienti da un'area decisamente più di sinistra. 

All'interno del partito poi i nomi di chi lo appoggia sono di quelli pesanti. Su tutti Pierluigi Castagnetti, ex ulivista e membro del partito molto vicino al capo dello Stato Mattarella che su twitter scrive: "Se Carlo Calenda si candida sindaco a Roma sarà una benedizione per la città. E il Pd promuova un bel triduo di ringraziamento". E proprio su twitter in questi giorni si sta consumando quella che appare essere la costruzione della candidatura. 

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Dopo le aperture dei giorni scorsi, Calenda stesso frena e usa ironia. Lo fa prima per attaccare il Pd: "Ma come?! Ma queste primarie non erano fondamentali? Ao’ Pd" postando un articolo sul pressing di Zingaretti verso Sassoli. Poi discutendo con alcuni utenti allontana l'ufficialità della sua discesa in campo: "Non pensavo di candidarmi. E ancora non ho deciso. Avrei appoggiato un candidato forte. Ho fatto dei nomi. Ma possiamo scappare tutti dalla più difficile sfida amministrativa che c'è in Italia, mentre sosteniamo che l'Italia può ripartire solo attraverso la buona amministrazione?". Concetti chiari che chiarisce ulteriormente_ "Ho sempre pensato che sarebbe uscito un nome forte che avremmo potuto appoggiare. È uscito? No. Si pone una questione nei termini che ho spiegato nei tweet precedenti. Sì?. Punto. Mi pare abbastanza consequenziale", scrive l'ex ministro in una conversazione con un utente. "Non prendo decisioni senza vedere i numeri. E non ho ancora visto i numeri. E più di tutti dovresti comprenderlo tu. Ci sono poi molte altre variabili", risponde in un altro tweet Calenda, che poi chiarisce: "Se c'è una cosa che una mia eventuale candidatura comporterebbe è evitate la saldatura PD-Raggi".

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E sempre su twitter ha evitato il corpo a corpo con Monica Cirinnà, che gli chiede di far passare la sua candidatura attraverso le primarie: "Caro Calenda visto che ti senti un gigante smetti di riflettere e senza paura di confrontarti partecipa alle primarie!", scrive la senatrice del Pd, in campo per il Campidoglio, rivolgendosi al leader di Azione. Immediata la replica di Calenda: "Monica non risponderò più a queste provocazioni. Un solo punto voglio precisare non ho mai parlato di nani. Sarebbe stato sbagliato e inelegante. Buon week end".

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Insomma Calenda, dopo aver smosso lo stagno frena, prova a non litigare e raccoglie sostegni. Non passa inosservato quello di Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e considerato come uno dei leader dell'opposizione interna a Zingaretti: "Viste le condizioni in cui la città è ridotta, la prima qualità richiesta ad un candidato sindaco di Roma dovrebbe essere la capacità di gestire situazioni molto complesse. Su questa base, la disponibilità di Carlo Calenda andrebbe accolta dal #Pd come un'insperata buona notizia". 

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I renziani non si pronunciano. Lo fanno invece quelli di Base riformista, corrente dem che raccoglie molti ex renziani. A pronunciarsi è  Giuseppe Fioroni: "Calenda è il candidato più autorevole. Con lui, a Roma, si può vincere la battaglia amministrativa del 2021. Il suo profilo ne fa l'alfiere di una politica di rinnovamento per la quale "Base Riformista", - forza determinante del Pd - ha sempre speso tutte le energie possibili -spiega l'ex ministro-. Il Pd non indugi". 

E nella maggioranza del partito, gli zingarettiani, continuano a chiedere a Calenda di passare dalle primarie: ""Calenda e' legittimo che voglia candidarsi, meno legittimo che dica che si candida senza passare per le primarie. Il suo profilo politico e' certamente divisivo e l'unico modo per costruire un percorso comune e' la partecipazione del popolo democratico alla scelta. Se sara' scelto, io non lo voterei, sara' il candidato di tutti, al contrario se altre figure saranno ritenute piu' rappresentative lui deve accettarne l'esito. Se invece decidesse di candidarsi a prescindere, fara' solo un grande favore alla destra". Cosi' in un post su Facebook, Enzo Foschi, vicesegretario PD Lazio.

A gelare e preoccupare Zingaretti è però l'ennesimo no di Sassoli. Il presidente del parlamento europeo ha parlato oggi a Repubblica: "Ringrazio, ma l'ipotesi non esiste. Questo è il tempo dell'Europa - spiega il presidente - . E presiedere il Parlamento europeo è un grande onore. Ringrazio coloro che mi esprimono fiducia, ma l'ipotesi non esiste. La responsabilità di un democratico si misura sul suo rispetto per le istituzioni. E le istituzioni non si piegano agli interessi personali o di parte. Questo ci hanno spiegato le generazioni che hanno fatto la Repubblica e io mi sento legato a questo insegnamento. Sono sicuro che il mio partito e i cittadini romani lo comprendano e lo condividano".

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