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Elezioni Comunali Roma 2021

Carlo Calenda dice no alle primarie, ma assilla il PD: "Coraggio Letta, facciamo squadra"

Il segretario dem a El Pais lo scarica: "Non credo che Calenda possa essere il candidato unitario"

Carlo Calenda ha scelto una strada alternativa a quella del centrosinistra per diventare sindaco alle prossime elezioni comunali. Niente primarie e corsa in solitaria. Nonostante questo però nelle sue interviste, nei suoi interventi social e nelle sue risposte, il pensiero di rivolgersi in particolare al PD è costante. Ieri gli ultimi capitoli della saga. Ad accendere il leader di Azione è stata una delle risposte del segretario dem Enrico Letta nell'intervista a El Pais: "Non credo che Calenda possa essere il candidato unitario. Il Pd vuole il proprio candidato e organizzerà le primarie per tutto il centro sinistra. Ma sembra che lui non sia disposto a partecipare". 

Dichiarazioni in linea tanto con quanto tanto il partito democratico, tanto la coalizione, stanno provando - non senza fatiche - a costruire. Ed in linea con le stesse uscite di Calenda, convinto di prenderà un'altra strada rispetto ai dem. Ieri però, forse percependo un'apertura da parte di Letta, Calenda è tornato alla carica e su twitter ha lanciato un appello a Letta, una sorta di foglietto per rimettersi insieme. "Enrico Letta te lo propongo davvero per l'ultima volta. Lascia stare le velleità di alleanza con i 5S e ritiro della Raggi, a Roma hanno fatto un disastro, non continuare a tirare per la giacca Zingaretti che non può far cadere la regione sotto Covid. Allontana Bettini, Astorre e Mancini e la loro classe dirigente. Non li far governare le primarie. Facciamo una squadra di persone competenti che non hanno bloccato Roma e vinciamo al primo turno, parlando ai Romani di Roma. Da domani. Coraggio!".

Concetti ribaditi anche a Skytg24: "Le primarie non si sa nemmeno se ci sono, continuano a parlare di far ritirare la Raggi e mettere Zingaretti. Sono 6 mesi che vanno avanti così. Io da 6 mesi vado in giro per Roma a fare le mie proposte. Non ho intenzione di passare 3 mesi a dire quanto è cattivo uno e quanto è buono un altro".

Picconate, ancora una volta con nomi e cognomi, quelli di Astorre, Mancini e Bettini, che non hanno fatto mancare le proprie voci allo scontro. "Fin qui, come si suol dire, si è scherzato, ma credo che Carlo Calenda, ora, stia davvero esagerando nelle sue dichiarazioni, volte a screditare il Pd", dice Bruno Astorre, senatore del Pd, replicando a Carlo Calenda. "Capisco che, avendo sondaggi non propriamente buoni dalla sua, Calenda voglia optare per una campagna elettorale che denigri gli avversari anche se, ci tengo a ricordarlo, il Partito Democratico di Roma e Lazio ha sempre provato a dialogare con lui e con il suo neo partito -prosegue Astorre-. Vedendo le sue ultime affermazioni, una cosa, a Carlo, devo chiederla: per quale motivo continui ad attaccare non solo me ma, soprattutto, Goffredo Bettini?".

Astorre si produce quindi una difesa anche dello stesso Bettini: "Caro Carlo, come ben sai, Goffredo da anni non si occupa più delle politiche romane e laziali. Inoltre ricordo a Calenda che quando Bettini ha pensato a Roma, il Campidoglio ha avuto 14 anni di eccellente governo -spiega ancora il senatore dem-. Rinnovo, quindi, l'invito, all'ex compagno di partito, di pensare più al suo progetto per Roma. Vedremo poi cosa sceglieranno i cittadini, questo è il principio democratico a cui Calenda dovrà sottoporsi". 

Più ironica Claudio Mancini: "Carlo Calenda ma tu veramente pensi che io abbia il potere di far fallire le primarie? E chi sono, il Jep Gambardella della politica romana? Se sei cosi bravo come dici potresti fare il tesoriere del Partito al posto mio, che vedo hai una certa dimestichezza con il fundraising". 

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