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Sabato, 20 Aprile 2024
Elezioni Regionali Lazio 2023

Elezioni regionali, quattro aspiranti consiglieri firmano il manifesto "pro life"

L'associazione Pro Vita & Famiglia ha realizzato un documento contro il gender e l'aborto

Un impegno a promuovere “politiche di incentivo alla natalità” e di tutela della famiglia, ma solo quella composta da “un uomo e una donna”. C’è questo e molto altro nel “manifesto valoriale” redatto dall’associazione Pro Vita e sottoscritto da alcuni candidati alle elezioni del 12 e 13 febbraio per il rinnovo del presidente del consiglio della Regione Lazio. Il manifesto, dal titolo “Un impegno politico per la vita, la famiglia e la libertà educativa” è stato firmato da Tony Bruognolo della Lega e da Laura Corrotti, Fabio De Lillo e Chiara Iannarelli di Fratelli d'Italia.

Nei giorni in cui parte, nel Lazio, l’erogazione gratuita della pillola contraccettiva, l’associazione pro life, spesso salita alla ribalta delle cronache per alcune campagne contro l’aborto e la teoria gender, ha voluto far esporre gli aspiranti consiglieri regionali, sottoscrivendo un manifesto che, come spiega il portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, Jacopo Coghe, “protegge la vita e la famiglia”.

Incentivare la natalità

I consiglieri, firmando il documento, si sono “impegnati” a portare avanti tutta una serie di iniziative, in primis quelle per incentivare la natalità. In particolare, si fa particolare riferimento “al potenziamento di fondi e servizi volti a sostenere le maternità difficili” per dare “concrete alternative all’aborto”. Inoltre, gli aspiranti consiglieri sosterranno politiche “di sostegno e promozione delle attività culturali e sociali svolte dall’associazionismo familiare e pro-vita (come i Centri di Aiuto alla Vita)”.

Obiezione di coscienza

Secondo l’associazione Pro Vita l’obiezione di coscienza per i medici sembra essere in pericolo. Per questo, hanno chiesto alla politica di tutelare la “professione e deontologia medica, con particolare riferimento al diritto fondamentale all’obiezione di coscienza, che non può costituire un fattore discriminante nella formazione di bandi pubblici per l’assunzione di personale nelle strutture sanitarie”. La cronaca, invece, da molti anni a questa parte racconta una storia diversa, con molte donne che non riescono ad abortire e che non riescono a trovare, nei nosocomi, personale non obiettore.

Agevolazioni

Pro Vita chiede poi una tutela delle famiglie numerose o con persone disabili a carico, “prevedendo in tali casi specifiche agevolazioni fiscali e benefici socio-economici nell’erogazione dei servizi pubblici”. Si vorrebbe, inoltre, impostare il principio del “più figli, meno tasse”, modulando progressivamente la tassazione fiscale regionale sulla base del quoziente familiare.

L’eutanasia

Anche se non viene citata espressamente, Pro vita ha voluto che i politici si impegnassero a combattere l’eutanasia. Nel manifesto, infatti, si parla di “tutela della dignità delle persone affette da malattie fisiche e psichiche”, tramite l’erogazione “di servizi sanitari efficienti, capillari, disponibili in tempi certi e il più possibile rapidi, rifiutando la “cultura dello scarto” propria della mentalità eutanasica nel rispetto del principio di indisponibilità della vita umana”. Emerge, in sintesi, la convinzione che il problema di chi vorrebbe ricorrere al suicidio, per patologie o situazioni di salute molto gravi, lo farebbe a causa di una mancata assistenza sanitaria.

Gender

Oltre all’impegno a contrastare la pornografia e l’eccessivo utilizzo di internet, Pro Vita vuole che si contrastino eventuali politiche gender. Si chiede un “monitoraggio e verifica degli standard scientifici e delle prassi cliniche adottate nei presìdi socio-sanitari coinvolti nel trattamento di eventuali disforie di genere in minori e adolescenti, impedendo il rischio che tali soggetti fragili possano essere in qualsiasi modo indirizzati verso percorsi di transizione sociale o sessuale”. Inoltre, si vuole che venga ribadito il “diritto di priorità educativa dei genitori e di contrasto alla diffusione dell’ideologia gender e della propaganda politica LGBTQAI+ nelle scuole”.

Famiglia solo con uomo e donna

Il manifesto si chiude con l’impegno a contrastare azioni capaci di impattare negativamente “sulla natura del matrimonio e la centralità sociale della famiglia formata da un uomo e una donna, sul diritto dei bambini a crescere con un padre e una madre, sul diritto dei genitori di educare liberamente i figli, sulla tutela dei minori dai rischi del web e dei social network”.

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