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Martedì, 16 Aprile 2024
Regionali Lazio 2018

Pirozzi resta, con "l'acqua e lo scarpone": "Io unico candidato libero, contro il duo Zinga-risi"

Il sindaco di Amatrice in diretta su Facebook conferma la corsa alle regionali e attacca il centrodestra

Chi attendeva il coupe de théatre è rimasto deluso. Sergio Pirozzi non si ritira, nemmeno dopo la discesa in campo dell'avversario Stefano Parisi, leader di Energie per l'Italia che guiderà il centrodestra alle regionali del Lazio. I tentativi dei partiti di convincerlo a farsi da parte, in cambio di un porto sicuro in Parlamento, sono definitivamente naufragati dopo settimane di pressing ininterrotto. E alle 15 e 01, puntualissimo, il sindaco di Amatrice lo ribadisce ai sostenitori (ma soprattutto agli sfidanti) in diretta su Facebook: "Vado avanti felicemente solo, ma con tanti uomini e donne che vogliono cambiare il Lazio".

L'occasione è buona per allestire uno degli ormai classici siparietti diretti con scioltezza dal coriaceo sindaco. Uno scarpone, non solo sul simbolo ma direttamente sulla scrivania, accanto a una torta con candeline da spegnere per il suo 53esimo compleanno e una bottiglia d'acqua con cui brindare, segno del basso profilo, quello popolare. "Da oggi inizia una rivoluzione silenziosa, fatta di impegno, e il 4 marzo sarà una data storica". Ma l'occasione è soprattutto buona per scagliarsi senza remore contro quella destra che non l'ha voluto, che ha preferito "il mercatino di poltrone della politica". "Sono l'unico candidato libero" ripete fiero agli utenti social dalle stanze del suo comitato di viale Cristoforo Colombo, coniando una crasi destinata a risuonare nei comizi da qui al 4 marzo: "A sinistra è nato il duo Zinga-risi".

E se la premessa rientra nel politically correct - "Parisi è una brava persona" - quel che segue è una dichiarazione di guerra senza esclusione di colpi, tutta incentrata sulla distinzione tra il "me" e il "loro". Pirozzi "civico vicino alla gente", Parisi "tecnico di palazzo che prima è Milano, poi il Lazio magari domani l'Europa", Pirozzi "che ha rifiutato posti importanti per la sua rivoluzione civica", Parisi "che ha rinunciato al suo progetto politico ed è sceso a patti". Senza contare "il male che i tecnici come Parisi hanno fatto all'Italia. Ce li ricordiamo bene Monti e Fornero". Da una parte un movimento nato dal basso "che ha già più di 500 comitati", dall'altro un partito verticistico con un solido apparato e ricche casse per la campagna elettorale. Insomma, una vecchia dicotomia in salsa grillina ma sempre attuale: "Io per il territorio, lui, Zingarisi, per la poltrona". 

Poi interviene sull'ipotesi circolata, ma già smentita, di un patto con la candidata pentastellata per un "assessorato alla Ricostruzione". "Non hanno di meglio da fare che denigrare me e Roberta Lombardi parlando di un accordo, che smentisco, ma d'altronde hanno detto di tutto, che stavo con i fascisti, poi che mi ero venduto, ma io non cedo nè a minacce nè a calunnie".


 

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