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Giovedì, 25 Aprile 2024
Regionali Lazio 2018

Regionali, Pirozzi tira dritto: "Chi vuole star con me ha tempo fino al 26 gennaio"

Il sindaco di Amatrice: "Dobbiamo fare chiarezza per i cittadini"

Che Sergio Pirozzi sia intenzionato a proseguire nella sua corsa elettorale anche senza il centrodestra è chiaro da tempo. Ma questa mattina, di fronte a un centrodestra "in alto mare" a poche ore dalla chiusura dei giochi, ha voluto ribadirlo con forza. Lo ha fatto con una confrenza stampa organizzata presso il suo comitato elettorale: "Chi si vorrà apparentare con noi ha una scadenza per farlo, il 26 gennaio alle ore 15. Lo dico per rispetto degli elettori del Lazio, soprattutto del centrodestra ma non solo, che chiedono e non capiscono". Quel giorno, ha fatto sapere, "è il giorno del mio compleanno, e quindi qualsiasi saranno le decisioni di apparentamenti noi festeggeremo". 

Il sindaco di Amatrice ha già pronta la sua road map verso il 4 marzo: "La settimana prossima presenteremo la lista ed entro fine mese il programma". Ha già pronta anche la strategia per "questa seconda parte della nostra corsa". Ha spiegato: "Andremo per temi, non faremo una campagna elettorale tesa ad andare nei territori perchè conosco i problemi delle province e delle periferie, ma andremo invece per temi indicando le soluzioni. Gli ultimi 39 giorni di campagna saranno in questa maniera, portando all'attenzione dei cittadini delle proposte". 

Parisi? "Non ci può essere un candidato buono per tutte le occasioni", il commento. Il posto in Parlamento? "Ho incontrato circa 10 giorni fa Tajani e mi è stato chiesto se volevo fare il vicepresidente della Regione e ho detto di no, se volevo un posto di Parlamento e ho detto di no, anche se aspiravo a un ruolo nel Governo. Ringrazio tutti per la fiducia, da Renzi fino agli ultimi che mi hanno offerto un posto in Parlamento, ma ho capito che sarebbe stato per lo sfruttamento dell'immagine di un uomo che rappresentava una tragedia: sarei stato funzionale a prendere voti e poi sarei diventato uno che schiaccia i pulsanti". 

Lavorare in Regione, al contrario, "incide sulla sanità, sui rifiuti, sul lavoro, sul terzo settore, sul sociale, sull'urbanistica, sulla protezione civile, sulla vita dei cittadini: è chiaro che è un percorso molto più difficoltoso e so che può dar fastidio. Perchè sarei degno di tutto ma non di fare il presidente della Regione? Non chiedetelo a me, qualcuno dice in generale che non sono controllabile ma non so cosa significa, penso solo che se una cosa è giusta allora va fatta". 

Il simbolo dello 'scarpone' depositato in Senato? "Il simbolo è depositato, lo hanno voluto fare i comitati, io non posso impedirlo. Poi è evidente che sul simbolo c'è il mio nome ed io sono democratico, ma quando c'è la mia faccia decido io. Dunque alla fine decidero' io. Se ho intenzione di ritirarlo? Deciderò...".

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